La tragica morte di Liam Payne, ex membro degli One Direction, continua a sollevare domande inquietanti. Nuove rivelazioni suggeriscono che il cantante, 30 anni, stesse tentando di scappare dalla sua stanza d’albergo a Buenos Aires quando è precipitato dal terzo piano, trovando la morte. Secondo testimonianze, video di sorveglianza e un rapporto della polizia, Liam aveva chiaramente espresso il suo rifiuto di restare chiuso nella stanza, temendo forse per la propria incolumità mentale e fisica.
La fobia di essere "rinchiuso" in una stanza d’albergo non era nuova per Liam. Durante la sua carriera con gli One Direction, stando a quanto riferito da Tmz, il cantante aveva spesso manifestato disagio per il confinamento forzato, e, secondo fonti vicine all’artista, avrebbe già tentato fughe simili. Solo poche settimane prima del tragico evento, Liam sarebbe scappato da una villa in Florida calandosi da un balcone con un tubo da giardino, dopo essere stato rinchiuso dal suo bodyguard preoccupato per un possibile abuso di sostanze.
La notte della tragedia
Il 15 ottobre, Liam, visibilmente alterato, era stato portato con la forza nella sua stanza al CasaSur Palermo Hotel da tre dipendenti dell’albergo. Le immagini di sorveglianza mostrano il cantante cosciente, sebbene confuso, mentre viene trasportato. Secondo il rapporto della polizia, Liam si sarebbe opposto con veemenza all’ingresso nella stanza e avrebbe minacciato di usare il balcone per scappare. Un dipendente dell’hotel, preoccupato, aveva allertato il 911 dicendo: “Temiamo possa usare il balcone e farsi male”.
Nonostante queste segnalazioni, Liam sarebbe stato lasciato solo nella stanza. Pochi minuti dopo, il cantante è caduto precipitando al suolo. Quando il corpo è stato trovato, Liam aveva una borsa a tracolla, un dettaglio che suggerisce come probabilmente stesse pianificando la fuga. Un’altra borsa, contenente alcol e pillole, è stata trovata su un balcone del secondo piano, rafforzando l’ipotesi che Liam stesse tentando di raggiungere il suolo passando per i balconi inferiori.
Responsabilità dell’hotel?
Le indagini hanno acceso i riflettori sulla condotta del personale dell’hotel. Secondo una fonte vicina al caso, le autorità argentine potrebbero essere più concentrate a proteggere l’immagine dell’albergo che a indagare adeguatamente sulle sue responsabilità. Gli addetti sembrano aver dato priorità alla gestione del caos nella lobby e alla tutela del patrimonio dell’hotel, piuttosto che alla sicurezza del cantante.
Tre persone – un amico di Liam, un cameriere e un ex dipendente dell’hotel – sono accusate di aver fornito droghe al cantante. Tuttavia, i dubbi sulla gestione della situazione da parte dell’hotel rimangono: perché lasciare Liam da solo, sapendo delle sue condizioni e delle minacce di fuga?