A Quarto Grado si è tornati a parlare dell’omicidio di Pierina Paganelli e, in modo particolare, dell’odio tra Valeria Bartolucci e Manuela Bianchi, rispettivamente moglie e amente di Louis Dassilva, al momento l’unico indagato per la morte di Pierina. Il movente? Il timore di dover mettere fine alla relazione extraconiugale con la nuora della vittima. Durante la trasmissione è stato mostrato l’interrogatorio di Valeria Bartolucci, che lancia accuse gravissime alla sua “rivale”: “Non ho mai minacciato di morte la signora Bianchi, lei è un’abile mistificatrice, ma ha cercato di interpretare una mia frase quando ho detto che se non era disposta a parlare con me ho detto che sarei stata a disposto di parlare con sua figlia, poi ho scoperto che sua figlia sapeva: le mele marce non cadono lontane dall’albero”. E continua: “Io le ho detto che si doveva mettere una busta in testa per vergognarsi a mostrare la faccia ma le l’ha intesa in senso criminologico, e poi mi ha detto se avessi voluto farlo io o farlo fare ad altri, come se io fossi un soggetto che appalta omicidi, e queste cose le dice da mesi, insinua che dietro l’omicidio di Pierina Paganelli vi sia io, e allora quando ha detto così ho reagito e non ne vado fiera, ho fatto un gesto che non mi appartiene, io non sono una persona violenta, a parole mi lascio andare ma in 50 anni di vita non ho mai torto un capello a nessuno e non avrei voluto torcerlo nemmeno a lei ma sono mesi che mi denigra, che fa delle affermazioni alla stampa pesanti, quel giorno all’ennesima provocazione mi si è spenta la luce e l’ho presa per i capelli, il gesto è stato brutto ma non ha sofferto”.
Ha parlato anche della scoperta del tradimento da parte del marito, avvenuta dopo la morte di Pierina: “Ma tra di noi vi era un certo accordo visto che lui è molto più giovane di me, purché le cose fossero occulte e segrete, ma scoprirlo che lo faceva con la mia vicina di casa che pensavo fosse un’amica… la sua era solo una manipolazione per frequentare casa mia e stare più possibile insieme a Dassilva. Una mattina l’ho seguita, appena Dassilva prendeva le scale dopo tre secondi si sentiva la sua porta aprirsi e lei scendere con le ciabattine di stoffa, forse si incontravano nel garage. Per evitare di scendere e farmi scoprire, sono andata di fuori all’esterno del palazzo sulla griglia, e loro erano proprio lì, ho sentito la signora Bianchi che implorava Dassilva per una cosa veloce. Lui le diceva che aveva paura che arrivava qualcuno e in più era in ritardo per il lavoro e lei, cito testualmente, gli ha detto ‘ti prego almeno fammelo baciare’, se non l’ho ammazzata quella mattina lì vuol dire che non ho intenzione di ammazzarla. Di tutti i posti ti incontri nel posto dove hanno commesso un omicidio, e quel corpo era del tuo parente, uno schifo che non riesco a trattenermi. Secondo lei io voglio farli fuori entrambi, secondo me dovrebbe andarci piano col vino”. Davide Barzan, il consulente di Manuela Bianchi, ha subito smentito che vi sia stato un rapporto sessuale tra lei e Dassilva sul luogo in cui è stato commesso l’omicidio.