Un tempo, quando succedeva qualcosa di particolarmente sconvolgente, talmente imprevedibile da lasciare non solo sconcertati tutti quanti, ma anche in evidente stato confusionale, tipica reazione sgomenta di chi altrimenti è abituato a avere sempre tutto sotto controllo, si diceva che “la realtà ha superato la fantasia”, come a alzare le mani di fronte a un evolversi dei fatti decisamente superiore a ogni nostra capacità di immaginare il futuro, volendo anche il presente. Per questo, non solo per questo, ma anche per questo, c’era una sorta di sottogruppo di artisti, scrittori, pittori, artisti in generale, considerati particolarmente visionari, cioè portatori di un sano talento nell’individuare in segni intellegibili a noi umani comuni, per delineare scenari spesso talmente bizzarri da risultare eccessivi, sempre e comunque da tenere d’occhio, visto mai che a osare non si finisse per azzeccarci. Mica è un caso che da sempre le agenzie nazionali e internazionali che si trovano a lavorare con quegli aspetti del quotidiano che appunto con una idea anche scontata del futuro, penso all’americana Nasa o all’europea ESA, ma anche a tante aziende private che operano nel settore dell’informativa, delle innovazioni, prestano particolare attenzione a quella tipologica di opere, le più scontate i romanzi e i film di fantascienza, con l’attenzione di chi prova a ascoltare con attenzione le parole dei bambini per cercare di scoprire qualche segreto di famiglia magari utile per decifrarne il contesto.
Tradotto in parole semplici, da qualche parte nei mega studi della Nasa, prendo la più famosa agenzia spaziale come esempio, c’è qualcuno che passa il tempo, io me lo immagino dentro una sgabuzzino senza finestre, un nerd in un posto da nerd, a leggersi ogni libro di fantascienza che arriva in libreria, alternando queste letture a quelle di certi siti anche complottistici, di gente che è convinta che siamo stati da tempo invasi da alieni, o che la Terra è piatta, segnando in un bloc notes a quadretti ogni singolo spunto ritenuto interessante, da cosa, magari, nascerà cosa. Poi però uno butta l’occhio sulle notizie di cronaca, parlo della cronaca internazionale, quella destinata a tenerci aggiornati sui macroeventi quali le guerre, l’economia, i cataclismi, e quel che si trova di fronte, fosse stato segnato sul bloc notes di un nerd chiuso tutto il giorno dentro lo sgabuzzione dei nerd alla Nasa avrebbe sicuramente comportato il suo licenziamento, troppo anche per chi ha come compito di confrontarsi col bizzarro per provare a cavarne fuori qualche spunto interessante. Da una parte c’è Elon Musk, uno in constante competizione con la fantascienza per provare a stupirci, tra intuizioni geniali e scivoloni degni del più stupido dei cialtroni, che si sfida a un incontro di pugilato dentro una gabbia a Las Vegas con Mark Zuckerberg, a sua volta geniale inventore di Facebook e a capo di Meta, cioè la più gigantesca fabbrica di social al mondo, sue anche Instagram e WhatsApp. Uno scontro cruento, come a decidere chi dei due è il vero capo del mondo, come neanche in una scena sgaruppata di uno di quei film futuristici e distopici di John Carpenter o Walter Hill, la gente intorno a chiedere sangue, mentre là fuori il mondo è sul punto di implodere.
Dall’altra, c’è tale Sasha Kurara, ex carcerato russo che esibisce tatuaggi dentro di un film sui maori, che ci fa sapere, attraverso i suoi canali Telegram, e di lì un po’ ovunque, che Evgheny Prigozhin, il cuoco di Putin che, a capo dei ventisettemila mercenari della Wagner ha ordito il colpo di stato contro il tenace Vladimir, è in realtà a lungo stato un “gallo”, salvo poi spiegarci nei dettagli di cosa si intenda, nei carceri russi, per gallo. Cioè l’ultimo gradino, in basso, della scala sociale, colui che offre prestazioni sessuali agli altri detenuti, sempre per dirla con parole sue “un frocio”. Di lui, ci fa sapere Sasha, hanno usufruito in tanti, lui compresi, partendo poi con le specifiche del caso, dando così alle dichiarazioni di Prigozhin riguardo una specifica divisione della Wagner dedicata agli ex carcerati, quasi tutti i mercenari arrivano da lì, che sono stati “penetrati nell’ano” una chiave di lettura decisamente nuova. Per altro, ma chiunque abbia anche solo letto Edvuard Limonov ben lo può immaginare, la lettura di Sasha Kurara dell’essere froci è quantomeno originale, non esattamente in linea con l’idea di fluidità che si respira, a ragione, nelle nuove generazioni, anche se meno di quanto si potrebbe sospettare, seppur le conclusioni sono alla fin fine quelle che ci si aspetta da uno che per rivendicare credibilità non può che esibire tatuaggi fatti in carcere come fossero trofei: chi combatte nella Wagner è peggio di un froc*o, dice, perché ha un frocio come capo. Due multimiliardari che se le danno di santa ragione dentro una gabbia a Las Vegas, in mezzo a palazzi che irradiano luci stroboscopiche, esibendo architetture provenienti da mezzo mondo, due galli che si azzuffano per capire chi è il più forte di quel pollaio che è il mondo. Un ex carcerato russo che dalla Turchia prova a spostare le sorti di un colpo di stato che è legittimante oggetto di grandi attenzioni da parte dei politologi di mezzo mondo, parlando di galli e di gerarchie e di “scopate in bocca”, in video fatti mentre se ne sta steso su una branda, parlando un codice che Orange is the New Black levate. Certo, da qualche parte il nerd di cui sopra starà appuntando dettagliatamente qualche stramberia scritta da uno scrittore di fantascienza thailandese che avrà ipotizzato di come sia possibile ribaltare la fine imminente del mondo dovuta al riscaldamento climatico, se solo qualcuno avesse prestato più attenzione alla visione di Contagion di Soderbergh magari con il Covid19 ce la saremmo cavata meglio, al momento, però, in questa calda estate del 2023, quel che è certo è che la fantasia sta scopando in bocca la realtà come un gallo qualsiasi.