Dal 14 dicembre entra ufficialmente in vigore il Nuovo Codice della strada voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Un nome, una garanzia... ma per quanto riguarda i pasticci. Respinti tutti gli oltre 350 emendamenti presentati dalle opposizioni. Così abbiamo deciso di stilare una top 3 delle supercazzole contenute in questa riforma. E no, non è stato facile scegliere….
1 Guida e stupefacenti
Il primo posto è vinto a mani basse dalla nuova disposizione sulla guida sotto effetto di stupefacenti. Salvini, noto per il suo accanimento contro le droghe leggere, ha deciso che non è più necessario provare l’alterazione psicofisica del conducente, come era invece previsto nel vecchio articolo 187. Risulti positivo al test antidroga? Patente revocata e sospensione per tre anni. Non importa se hai fumato uno spinello due giorni prima sul divano, in santa pace, prima di andare a dormire. Fermato dai carabinieri? A piedi. Come vai a lavoro? Non è affar loro. Caro Salvini, vogliamo davvero credere che i tuoi “esperti veri” non sappiano che gli effetti di un paio di tiri di spinello non durano più di qualche ora? O che ignorino i rischi di falsi positivi causati da alcuni alimenti o farmaci (antidepressivi triciclici, ibuprofene, antistaminici, dibenzotiazepine)? No, meglio colpire chi fuma in casa sua, perché demonizzare è più facile che legiferare. E vogliamo parlare di chi usa cannabis terapeutica? Per loro va bene, possono guidare sotto oppiacei, ma un normale cittadino no. La coerenza questa sconosciuta. Ah, già, dimenticavo: il referendum per legalizzare la cannabis firmato da oltre 100mila cittadini è stato bocciato dalla Corte Costituzionale. Perché lasciare il monopolio alle mafie è sempre una buona idea. Ma cosa potevamo aspettarci da un governo che, con il nuovo Ddl sicurezza, vuole rendere illegale anche la cannabis light, che non ha un briciolo di Thc?
2 Monopattini
Secondo posto alla normativa sui monopattini. Per Salvini, evidentemente, la crisi climatica è una questione marginale. Mentre in tutto il mondo si cerca di incentivare la mobilità sostenibile, noi la rendiamo impossibile. Certo, non peggio del presidente francese Macron, che ha deciso di vietarli a Parigi. Clacson, luci anteriori e posteriori, motore che non superi 500 W, catadiottri, frecce, doppio sistema frenante, marcatura Ce e regolatore di velocità. Tutto questo deve avere un monopattino per essere in regola. Altrimenti, multa da 50 a 250 euro. E non finisce qui: serve un contrassegno, assicurazione e, ovviamente, soldi. Una nuova opportunità per le compagnie assicurative, ma non per i cittadini. Tanto vale comprarsi un motorino. Non è un caso che i servizi di sharing dei monopattini in Italia siano passati da quasi 100 nel 2022 a 53 a inizio 2024. Complimenti, una normativa perfetta per uccidere quel poco di mobilità sostenibile rimasta. E noi paghiamo.
3 Autovelox
Medaglia di bronzo alla gestione degli autovelox. La nuova norma stabilisce che se prendi più di una multa nello stesso tratto di strada nell’arco di un’ora, paghi solo quella più pesante, aumentata di un terzo. Inoltre, niente autovelox fissi nelle Zone 30 o su strade extraurbane con limiti inferiori di oltre 20 km/h rispetto a quelli standard. Tradotto: invece di prendere un monopattino, conviene lanciarsi con un’auto da corsa. E qui arriviamo al cuore del problema: chi ci proteggerà dalla velocità pericolosa in città? Le Zone 30, pensate per aumentare la sicurezza stradale soprattutto per pedoni e ciclisti, diventano di fatto terra di nessuno. E nelle strade extraurbane? Lo stesso. Ad esempio, su una strada con limite di 90 km/h non sarà possibile installare autovelox per chi va a 70 km/h, che magari è una velocità pericolosa in quel contesto. Insomma, più che un incentivo alla sicurezza, sembra una mano tesa a chi vuole premere sull’acceleratore.
Ma c'è di più...
Se non riuscite a staccare le mani dal telefono mentre guidate, preparatevi a pagare fino a 1.400 euro e a restare appiedati per mesi. Sul fronte delle patenti, abbassiamo i limiti d’età per guidare autobus e minibus, forse perché le strade non erano già abbastanza sicure. Per fortuna, almeno, la sosta sulle strisce blu diventa gratuita per i disabili, e chi occupa i loro spazi rischia multe salate. Non manca una nota di colore con l’introduzione delle “safety car” per regolare il traffico sulle arterie principali: una misura che suona bene sulla carta, ma che nella pratica sembra più una toppa su un problema strutturale. E non dimentichiamo le nuove campagne di richiamo dei veicoli, giusto per complicare un po’ la vita ai costruttori. Tra un divieto e un’imposizione, però, spunta anche la possibilità per i maggiorenni di portare le moto 125cc in autostrada: perché se c’è un’idea che funziona, è mettere i meno esperti nei contesti più pericolosi. Un insieme di misure che continua a lasciare una sensazione di caos più che di ordine. Un codice della strada che non sembra fatto per migliorare la sicurezza o la mobilità, ma per confondere e, forse, accontentare qualche lobby di troppo. Però, dai, una cosa buona c’è: revoca o sospensione della patente per chi abbandona animali in strada. Bravo Salvini, la tua anima animalista non ce l’aspettavamo. Peccato che sia l’unica nota positiva in un mare di provvedimenti che sembrano pensati più per compiacere i propri pregiudizi che per migliorare davvero la vita dei cittadini.