Era il 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi, una ragazza di 26 anni, veniva trovata brutalmente uccisa nella sua villetta a Garlasco, un delitto che ha scosso l'Italia e che ancora oggi continua a suscitare domande senza risposta. A quasi 20 anni dal delitto, l'inchiesta è tornata a riaccendersi, con un protagonista che non se n'è mai andato dalla scena: Andrea Sempio, l'amico di lunga data della famiglia Poggi, di nuovo indagato per l'omicidio. Nel 2007, quando Chiara fu uccisa, Sempio aveva 19 anni, e la sua posizione era stata più volte esaminata senza che venisse mai formalmente incriminato. Tuttavia, nuove prove, e in particolare la recente comparazione del suo Dna con tracce rinvenute sulla vittima, stanno riportando sotto i riflettori la sua figura. Il 37enne è stato sottoposto a un test del Dna il 14 marzo, un atto che potrebbe finalmente portare a risposte concrete dopo anni di incertezze. I risultati saranno disponibili tra un mese, ma già si fanno ipotesi su ciò che potrebbe emergere. La difesa di Andrea Sempio si fa sentire. L'avvocata Angela Taccia, che lo assiste insieme a Massimo Lovati, descrive il suo assistito come “sconvolto”, non tanto per l'interrogatorio e il prelievo di Dna, quanto per le possibili ripercussioni sulla sua famiglia e su quella di Chiara. Sempio, infatti, è profondamente turbato dalla sofferenza che tutto questo potrebbe causare ai suoi genitori e, soprattutto, a Marco Poggi, il fratello della vittima. Un legame che, nonostante i vent'anni trascorsi, resta intatto. Marco, oggi 37enne e residente in Veneto, continua a chiamare Andrea ogni giorno, e la sua sofferenza è palpabile, divisa tra la difesa dell'amico e il dolore per la morte della sorella: “Andrea l'ho conosciuto alle medie, eravamo in classe insieme e lì siamo diventati amici. Ci frequentiamo tuttora. A volte uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte soprattutto in settimana, di pomeriggio, veniva a casa mia. Preciso che nel pomeriggio Chiara non era mai in casa, perché ha iniziato a lavorare a gennaio 2006”.


In un contesto che continua a essere pervaso dal mistero, è inevitabile ripercorrere le parole che Marco Poggi aveva pronunciato già otto anni fa durante un interrogatorio. All'epoca, gli inquirenti gli chiesero del rapporto che aveva con Sempio, e lui rispose di averlo conosciuto alle scuole medie, di essere stati amici stretti e di continuare a frequentarlo. Nonostante questo, le sue dichiarazioni non avevano mai scalfito l'inchiesta. Dopo tanti anni, però, le cose sono cambiate. La perizia del 2009, che aveva certificato che il computer di Chiara fosse spento tre giorni prima dell'omicidio, solleva nuove questioni. Come è possibile che il Dna di Sempio possa essere finito sulle unghie di Chiara, se il contatto tra i due risaliva a giorni prima del delitto? La spiegazione che il Dna possa essere stato trasferito tramite l’uso del computer familiare, dove Andrea avrebbe giocato con la tastiera e il mouse, non convince più completamente. Perché, secondo gli esperti, il computer sarebbe stato spento molto prima del delitto. C’è anche la questione delle tracce di Dna, che sono state trovate sia sulle unghie di Chiara che su altri oggetti, come il computer e, recentemente, su un guanto da giardinaggio trovato vicino al corpo della vittima. Le parole del fratello Marco: “Ci eravamo appena diplomati, avevamo avuto l'esame di Stato nel mese di luglio. Io il 5 agosto sono partito in montagna, non sono in grado di ricordare se nel periodo antecedente Andrea è venuto a casa mia. È molto probabile, ma non posso affermarlo con certezza. Quando Andrea veniva da me passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer che era in camera di Chiara, non il suo personale ma quello in uso a tutta la famiglia. Non ricordo esattamente le modalità, ma sono sicuro che Andrea abbia giocato usando tastiera e mouse del computer”. Ma questi dettagli non sono sufficienti a risolvere il caso. È la scienza, adesso, a cercare di colmare quel vuoto lasciato dalle tante domande senza risposta. La posizione di Sempio, sospettato di aver avuto un ruolo nell'omicidio, resta tutta da chiarire. La sua difesa punta su un esame del Dna che possa chiarire una volta per tutte la sua posizione, ma la strada appare ancora lunga e tortuosa. La domanda rimane la stessa: chi ha ucciso Chiara Poggi? È Sempio, come sospettano gli inquirenti, o ci sono altre ombre in agguato, pronte a emergere? Il caso si tinge sempre più di giallo, con il peso di un passato che non vuole lasciarci. La verità è ancora nascosta, forse dietro un dettaglio, forse dietro un'altra perizia. Ma il tempo, per i familiari di Chiara, sta per scadere.

