Il caso di Rimini per ora sembra aver un solo presunto responsabile: Louis Dassilva. Posta la presunzione di innocenza, a mio modo di vedere, ci sono altre anomalie nel giallo relativo alla morte di Pierina. Anomalie che hanno a che fare con i fratelli Bianchi: Manuela, moglie di Giuliano e nuora della Paganelli, e Loris, fratello di Manuela. Giriamo ancora indietro le lancette dell’orologio e torniamo alle ore antecedenti al delitto. Sentita a sommarie informazioni, in un primo momento la figlia di Manuela e Giuliano ha collocato la permanenza dello zio Loris intorno alle 22.05 ed alle 22.10. Per poi precisare che in realtà quest’ultimo si era allontanato dalla loro abitazione dopo essersi scattato quelle cinque fotografie steso a terra che il consulente tecnico nominato dalla Procura ha accertato essere state scattate tra le 22.49.19 e le 22.50.01 del 22 ottobre. Proprio le foto in cui il fratello di Manuela viene immortalato con due vistosi aloni sulla maglietta in prossimità delle ascelle. Un dettaglio molto strano considerato l’orario, il periodo dell’anno e che le temperature a Rimini, stando ai dati dell’aeronautica, si aggiravano tra una minima di 14 gradi ad una massima di 19. Alle 22, dunque, erano più vicine al secondo valore piuttosto che al primo. Possibile che fosse sudato all’interno dell’abitazione? E poi c’è un altro dettaglio che andrebbe capito. Loris è tornato dopo tanto tempo a casa di Manuela. Una casualità? Ma quel che più stride è che possa essere stato con il marsupio addosso tutta la sera dalle 19.30 alle 22.50 quando sono state scattate le foto? Non trovo spiegazione plausibile. È come se una donna stesse con indosso la borsetta per casa. Certamente le analisi sul cellulare di Manuela Bianchi non mentono in termini di orario. Però, se consideriamo il primo orario fornito dalla nipote di Pierina, in quei cinquanta minuti Loris potrebbe anche essersi assentato. E se così fosse?
Ad ogni modo, dato che i tre seguivano l’adunanza dei Testimoni di Geova via zoom, erano perfettamente a conoscenza del momento in cui l’adunanza era finita. Chissà, poi, cosa avesse voluto dire la frase pronunciata da Loris “giustizia è fatta” dopo aver scoperto della morte di Pierina. Una frase che ha giustificato prima affermando di averla pronunciata perché voleva avere un feedback da parte dei condomini, in modo da poter vedere la loro reazione. Per poi, invece, affermare in recenti interviste televisive di essersi rivolto a Louis perché lui era l’unico che conosceva all’interno del palazzo. Informazione che però non corrisponde al vero dato che in via del Ciclamino risiede anche suo padre Duilio. Un punto questo che non può passare inosservato e che senza dubbio deve essere approfondito. Perché se nella stessa frase mettiamo le parole: Pierina, uccisa, “giustizia è fatta”, la conclusione che ne deriva può essere problematica. Anche, ribadisco, in rapporto a come è stata spiegata da Loris che, ci tengo a precisarlo, non risulta essere indagato. Al contrario, per il momento in regime di custodia cautelare si trova Louis Dassilva, che nella giornata di giovedì si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ci sarà un cambio di strategia? Quel che appare evidente è che il giallo di Rimini continua ad essere un rompicapo. Oppure no. Rasoio di Occam. A parità di fattori la soluzione più semplice è quella da preferire.