Una sera di ottobre 2023, Rimini. Pierina Paganelli, 78 anni, viene trovata senza vita davanti al garage di casa, colpita da oltre 30 coltellate. Il caso, trattato come omicidio fin dal primo momento, si arricchisce ogni giorno di dettagli inquietanti e incongruenze inspiegabili. L’amica e vicina di casa Rossella, che era con Pierina a una riunione dei Testimoni di Geova, racconta a Storie Italiane su Rai 1 quel terribile ritorno a casa: “C’era ansia nell’aria e l’ascensore era fermo. Ho fatto le scale tremando, e solo ora penso che potevo incontrare l’assassino”. Rossella, inquilina al primo piano, racconta che l’ascensore bloccato e il buio inusuale l’avevano messa in allarme, senza immaginare che Pierina fosse già vittima di un’aggressione brutale, pochi piani sotto. Davide Barzan, consulente dei familiari della vittima, mette in dubbio la ricostruzione ufficiale dell’accaduto. “Alle 22.18 la signora è davanti all’ascensore al piano terra, ma la telecamera della Cam 3 riprende una figura che si dirige verso il civico 31 e poi nei garage. Perché non l’ha vista? Potrebbe essere arrivata proprio mentre l’omicidio era in corso”. Secondo Barzan, il malfunzionamento dell’ascensore potrebbe essere stato orchestrato per rallentare l’accesso al piano della vittima. Un sospetto di premeditazione respinto dalla stessa consulente di parte, ma che solleva dubbi angoscianti. Le telecamere di sorveglianza documentano le ultime urla di Pierina, otto grida che risuonano nei garage mentre l’assassino infierisce. La prova principale dell’accusa contro Louis Dassilva, il 30enne arrestato e principale sospettato, è un video che, secondo la difesa, presenta discrepanze. Un condomino avrebbe dichiarato inizialmente di riconoscersi nel filmato, per poi ritrattare durante le indagini ufficiali.
In un’intervista, Manuela Bianchi, nuora della vittima, esprime le sue preoccupazioni: “Non mi sono mai spiegata perché mio marito, poco prima della morte di sua madre, ebbe un incidente sospetto. Gli inquirenti parlarono di un malore, ma a me non bastava. Forse era stato aggredito?” La donna insiste sulla necessità di verità: “Non riesco a credere che Louis possa essere colpevole, e che qualcuno possa pensare che io abbia qualcosa a che fare con la morte di mia suocera. Spero che l’intera verità venga fuori.” La vicina di casa, ritratta nella sua angoscia da Storie Italiane, è apparsa insolitamente nervosa: “Ero terrorizzata, ho pensato che ci fosse qualcuno lì per farmi del male. Non potevo credere che non ci fosse nessuno dietro di me”. Questo dettaglio ha portato alla teoria che l’assassino possa aver avuto complici, o "sentinelle", ma il collegamento non ha trovato ancora basi concrete. La tensione è palpabile anche per la perizia scientifica, che ora rischia di essere compromessa. Barzan denuncia la presenza di muffa sulla prova conservata per mesi, e la perdita di una testimonianza essenziale: “È inaccettabile. Avevamo una prova decisiva, ora rischiamo che resti un cold case". Rimini attende l’incidente probatorio, un test che potrebbe risolvere il dilemma delle immagini della Cam 3 e decidere il destino di Dassilva. Mentre i dettagli emergono a ritmo incalzante, una sola certezza resta: la verità sulla morte di Pierina Paganelli è un puzzle ancora senza soluzione.