“Volete la verità sulla morte di una povera donna, di Pierina, ho volute andare a scavare nella vita privata della gente?” A dirlo e Louis Dassilva, ma per molti giornali e per gli inquirenti le due cose non sarebbero poi così separate. A ricostruire tutta la storia è il giornalista Gaston Zama, che dedica un servizio de Le Iene a una vicenda apparentemente parallela al caso di omicidio: quella che coinvolge Louis Dassilva, Valeria Bartolucci (sua moglie) e Manuela Bianchi (la sua amante), ma soprattutto Davide Barzan, un “criminalista”, denunciato da Valeria Bartolucci per esercizio abusivo della professione, querela che chiaramente è stata attenzionata anche dall’Ordine degli avvocati.
La storia è questa. Una delle ipotesi principali contro Dassilva è che la morte di Pierina sia stata provocata dalla paura che la donna potesse raccontare del tradimento dell’uomo a sua moglie, la vicina di casa Valeria Bartolucci. Per evitarlo, rischiando così di perdere, secondo le parole di Bartolucci, anche una certa stabilità economica dovuta alla moglie, Dassilva avrebbe scelto di assassinare la donna. Questa ricostruzione del movente è stata rifiutata sia dall’imputato che da sua moglie, che tuttavia non hanno potuto evitare la sovraesposizione mediatica, anzi, aumentata nel corso del tempo, nonostante la coppia avesse scelto di affidarsi a uno studio di avvocati, lo studio Barzan, chiedendo specificatamente di lavorare affinché si potesse mantenere un profilo basso dal punto di vista giornalistico e televisivo. Tutto il contrario di ciò che è accaduto.

A raccontare la storia a Le Iene è proprio Valeria Bartolucci, che spiega come sia stata avvicinata da Davide Barzan e come si sia inizialmente fidata, tanto che Louis avrebbe firmato un mandato per la sua difesa proprio a nome dell’avvocato Barzan; no, non Davide, ma Nunzia, sua sorella. Non è solo un particolare, ci torniamo fra poco. Secondo Bartolucci, Davide Barzan, la persona con cui ha interagito direttamente, avrebbe fatto di tutto per far sì che della coppia si parlasse ovunque. Lo stesso Barzan sarà spesso presente in tv, nonostante le sue apparizioni siano state criticate anche per i continui errori tecnici fatti dal criminalista. Barzan, che chiese a Bartolucci e Dassilva di essere chiamato in pubblico con l’appellativo di avvocato o dottore, avrebbe anche inserito nel caso un'altra figura, un consulente del suo studio, Ezio Denti, un investigatore privato. Ma, racconta Bartolucci, anche questo uomo avrebbe fatto tutto fuorché tutelare la privacy dei due.
Una volta, in particolare, sarebbe andato in casa loro, suggerendo che ci fossero ovunque delle cimici e che non fosse sicuro parlare in casa. Da qui l’idea di uscire in giardino a discutere: lui, “l’avvocato” Davide Barzan, Louis Dassilva, Valeria Bartolucci e Manuela Bianchi. Sì, perché nel frattempo anche l’amante del marito scelse di appoggiarsi allo stesso studio legale. Ecco spiegate, secondo Valeria Bartolucci, le foto girate ovunque di loro seduti a discutere, mentre Denti, continua a raccontare Bartolucci, fingeva soltanto di voler scacciare i giornalisti, che ovviamente erano appostati fuori casa e potevano riprendere la scena in giardino da ogni angolazione possibile.

Ancora più controverse alcune azioni e proposte raccontate proprio da Bartolucci. Secondo la moglie di Dassilva, infatti, Denti, in accordo con Davide Barzan, avrebbe proposto a Dassilva di confessare perché, dal momento che era straniero, sarebbe stato più facile tirarlo fuori (poiché, comunque, si lasciava intendere che anche loro lo considerassero innocente). E come lo avrebbero tirato fuori? Stando al racconto di Valeria Bartolucci fatto a Le Iene, così: avrebbero dato 5 mila euro a un tossico senza un soldo per confessare l’omicidio e scagionare Dassilva, sostenendo che lo avesse fatto per soldi. Primo problema, tant’è che Bartolucci, continua, avrebbe chiesto: perché non dargliene 10 mila subito, se tanto non vi interessa far incarcereare il vero assassino? Nessuna risposta. Secondo problema: nonostante le continue richieste di sparire da sotto i riflettori televisivi, Barzan continuava a pressare affinché Louis rilasciasse delle interviste. In un caso specifico, racconta Bartolucci, Davide Barzan avrebbe anche sbottato, sostenendo che se non avesse fatto l’intervista lui avrebbe perso 3 mila euro. Terzo problema: in quei giorni iniziarono a uscire in tv anche i verbali delle perquisizioni fatte. Chi li aveva passati ai giornalisti? A domanda Barzan rispose negando categoricamente un suo coinvolgimento e sostenendo, anzi, che in Procura qualcuno, in cambio di qualcosa, avesse scelto di fare uscire dei documenti. Siamo però già a tre problemi.
Se ne aggiunge un quarto. Secondo Valeria Bartolucci, infatti, un giorno Davide Barzan sarebbe andato da loro chiedendo a Louis di ascoltare degli audio dal suo cellulare personale. Sarebbero stati, sempre secondo Bartolucci, che riporta tutto il racconto anche nella denuncia depositata in procura, le registrazioni della deposizione, avvenuta il giorno prima, di Manuela Bianchi, in modo che Dassilva avrebbe potuto allinearsi e confermare quella versione. Uno stratagemma he Bartolucci ha considerato inaccettabile, tanto da scegliere di tagliare qualsiasi rapporto con Barzan.

E qui arriva il quinto problema, già accennato sopra: Bartolucci, dice, si accorge che forse avrebbe dovuto revocare il mandato alla sorella, Nunzia Barzan, a cui era intestato il documento firmato in precedenza da Dassilva. Al tempo Davide Barzan avrebbe detto che si trattava solo di una formalità, tanto lo studio era di entrambi, ma lui si era sempre presentato comunque come avvocato, anzi, ricordiamolo, chiedendo proprio che venisse definito così. Anche nella sua pagina, mostrata da Le Iene, si leggeva avvocato. Ma è davvero così? Pare di no. Barzan sarebbe, semmai, un criminalista, ovvero un “cultore del diritto penale”, specializzatosi con l’ex generale dei Ris Luciano Garofano all’Accademia forense.
Tuttavia, seppur laureato, stando alle sue dichiarazioni, in giurisprudenza, non avrebbe mai conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato e dunque avvocato non sarebbe. Da qui la denuncia e le dichiarazioni di Bartolucci: “Mi sento truffata, mi sento presa in giro”. Secondo Chiara Rinaldi, attuale legale di Valeria Bartolucci, “il signor Barzan si è interfacciato con gli organi di stampa rappresentando una vera e propria strategia difensiva. Una vera e propria assistenza tecnica”, andando dunque ben oltre il suo eventuale ruolo professionale (e legale?).
