“Pagano la loro arroganza”. Gianluigi Paragone è convinto che per la dirigenza politica e tecnica dell’Italia travolta dalla pandemia di coronavirus nel febbraio e marzo 2020 potrebbe essere giunto il momento del redde rationem. Secondo la Procura di Bergamo, i 17 indagati per epidemia colposa e altri gravissimi reati sulla gestione del Covid nel 2020, fra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro Roberto Speranza, il riconfermato presidente della Lombardia Attilio Fontana e il suo ex assessore alla sanità, Giulio Gallera, assieme a praticamente tutta prima linea dei tecnici di allora, come l’allora capo del Cts Agostino Miozzo e l’ex responsabile della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nonchè i presidenti in carica dell’Iss, Silvio Brusaferro, e del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, hanno non solo sottovalutato i rischi, specialmente per non aver chiuso la Val Seriana, la “Wuhan italiana” fin dal 27 marzo di quell’anno, ma hanno anche omesso di applicare il Piano nazionale anti-pandemico, benché vecchio di quattordici anni. Secondo Paragone, leader di Italexit, che ha rappresentato parte del mondo del dissenso verso il Greenpass e l’obbligo vaccinale candidandone alcuni esponenti (come l’endocrinologo Giovanni Frajese), politicamente la sentenza è già chiara: condanna. Diverso, naturalmente, il piano giudiziario. “Lo stadio dell’inchiesta è ancora delicato: sono indagati, ma ancora non è stato formulato alcun capo d’accusa”.
Secondo i pm, sulla testa di Conte, Speranza, dei tecnici e del vertice politico della Lombardia le ombre sarebbero però pesantissime.
Diciamo che per la prima volta abbiamo dei magistrati che inseriscono in un procedimento penale grave un Presidente del Consiglio, un ministro, un Presidente di Regione e il suo assessore regionale alla salute e in più tutti i vertici delle organizzazioni che in quel periodo andavano tutti i giorni in televisione a dire che di più non si poteva fare, che avevano tutto quel che era nelle loro possibilità e si poteva fare così e solo così. Aggiungo che in quel tempo il parlamento fu svuotato di competenze: comandavano Conte, Speranza, il Cts e l’Istituto Superiore di Sanità. Addirittura secondo me il governo ha avuto più responsabilità delle Regioni.
Ma sono le Regioni a essere responsabili dirette della sanità.
Sì, però in quella fase il governo avrebbe dovuto subito in quella area dare l’ordine di circoscrivere con la zona rossa e far capire che il piano pandemico che era aggiornato e nell’aggiornamento avevano una visione. Loro si sono semplicemente cibati della propria arroganza. Il piano pandemico non è nelle competenze delle Regioni, ma dello Stato.
Bisogna tener conto, tuttavia, che in quei giorni nessuno aveva la reale contezza del fenomeno pandemico.
Io non voglio dire che dovessero essere dei Superman, ma il problema è che non solo si sono arrogati un potere superiore, ma hanno anche costruito su quest’arroganza un castello di potere finalizzato da una parte a creare una filiera di potere sotto la Presidenza del Consiglio e di Speranza, cioè il Cts, i supersaggi eccetera, e dall’altra Conte ha costruito la sua immagine andando in televisione tutti i giorni. Conte e Speranza hanno approfittato in termini politici della situazione per accentrare tutti i poteri e tutte e le responsabilità, perché a loro conveniva.
In emergenza la situazione può facilmente precipitare.
Tutto quello che vuoi, ma a maggior ragione se non sai, cerchi di coinvolgere. Sulla base dell’emergenza Conte è volato, con le conferenza stampa ogni giorno. Adesso devono risponderne. E io vorrei capire a che punto sono le inchieste che riguardano Arcuri, che è scomparso, non se ne parla più.
Sembra che il governo Meloni stia per dare semaforo verde alla commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid. Sarebbe un’indagine parallela a quella di Bergamo, e Speranza attacca dicendo che la maggioranza vuole creare “un tribunale contro l’opposizione”. Non c’è questo rischio, effettivamente?
Speranza ha paura chiaramente di una commissione che per ora è solo sulla carta, è un impegno della nuova maggioranza. Voglio vedere però a che velocità vogliono farla procedere e come intendono farla viaggiare. Se deve essere una commissione che regola i conti all’interno del centrosinistra con il centrodestra spettatore, non serve a niente. Io gradirei una commissione in cui medici che sono stati silenziati durante il periodo dell’emergenza avessero un ruolo. Lì mi aspetto il coraggio. Fra l’altro non capisco il motivo per cui la presidenza della commissione debba andare all’opposizione. Non è una commissione di vigilanza. La maggioranza dovrebbe esprimere il presidente di un suo partito e dovrebbe dirci se ha paura di medici come Frajese, come Bizzarri e altri.
Una commissione sulla pandemia segna una discontinuità con il passato, per la destra di Meloni che su altri campi invece è continuista, non trovi?
La discontinuità su questo è avviata. Non posso non riconoscere che il ministro della salute Schillaci ha accelerato il reintegro dei medici sospesi e si sta andando verso la normalizzazione, procrastinando le multe ai cinquantenni non vaccinati. Devono controllare l’Agenzia delle Entrate che ancora mandano delle lettere. Al presidente Ruffini devono far presente della norma di procrastinamento delle multe. Io mi auguro che a questo rinvio ne segua un altro e così possono capitalizzare un risultato politico. Detto questo, l’altra discontinuità non la vedo.
Pensi che la Meloni sia una Draghi in gonnella?
No, ma vedo che quel tipo di politica continua a essere declinata. Il Superbonus è stato di fatto cancellato perché l’ha ordinato l’Europa, però in campagna elettorale ricordo altre dichiarazioni. Così come sull’invio delle armi in Ucraina sono tutti in continuità non solo con il governo Draghi ma con quello che avevano votato nella passata legislatura. Va ammesso che Berlusconi è l’unico che ha una visione politica autonoma. Mi dispiace che Berlusconi oggi non riesca a far sentire abbastanza la propria voce.
Un bel paradosso, per l’ex Sua Emittenza.
Sì, ora quelli della sinistra si accorgono che Berlusconi era anche un politico. Forse capiscono che politicamente è stato molto più valido di Prodi e di tutti gli altri. Se oggi chi dice che Berlusconi ha ragione a tenere l’equidistanza sulla vicenda ucraina gli sta riconoscendo che le sue antiche relazioni con Putin hanno un valore anche politico, allora per analogia deve ammettere che quando parlava con Putin parlava con un capo di Stato che era un partner economico ed energetico di primaria importanza. Il punto non era il “lettone di Putin”. Erano due statisti che parlavano per il bene dei propri Stati. Putin ci ha dato tanto gas a costi contenuti con cui abbiamo mandati avanti un’economia e la Russia era un mercato importante per le nostre esportazioni, tanto che nonostante le sanzioni molti imprenditori triangolano per far arrivare il prodotto in Russia.
Berlusconi unica opposizione?
No, opposizione no, perché poi Forza Italia vota come vota. Ma è l’unico che ha una strategia politica e non ha paura di rivendicarla. E per dire quello che sta dicendo sta rischiando grosso. E secondo me non è la prima volta che rischia di suo, perché secondo me lo scherzo della caduta del suo governo è degli Americani preoccupati per la sua troppa vicinanza a Putin e dell’Italia alla Russia.
Tu continuerai con Italexit?
Io continuo a portare avanti il mio percorso politico, dentro ci metto la mia lettura giornalistica. Adesso sto scrivendo un libro contro questa modernità, la pseudo-modernità. Italexit c’è, naturalmente non è facile strutturare la classe dirigente di un partito, ma c’è, con la sua visione.
Ora c’è anche Elly Schlein, la novità, o presunta tale, di un Pd oggi più a sinistra. O no?
La segreteria della Schlein non durerà a lungo perché lei non è strutturata per reggere un partito che invece è strutturato. Lei è l’ennesima statuina di quel presepe globalista che si inventa figurine con quella visione green che non è nient’altro che il modo per creare un campo vergine per la finanza. Non è un mistero che l’auto elettrica è una non-esigenza che diventa un’esigenza nel momento in cui una norma impone la fine delle auto con motore a benzina e diesel, il che vuol dire che se una filiera industriale si mette in moto è perché c’è una finanza che ha scommesso su quello. Così come il coefficientamento delle case che vuole imporre l’Europa è un danno per gli italiani perché è un modo deprezzare gli immobili così da indurre a svenderli ai fondi. È su questo che la politica deve parlare e invece non capisce un tubo, perché è fatta da pezzenti che non sanno cosa stanno facendo. Il Superbonus dovevano mantenerlo e tenerlo lungo, giocando sulla moneta fiscale. Aumenta il deficit? Ma che cosa te ne frega, lo fai aumentare ma di contro aumenta il Pil. Se il Pil aumenta, tutto sta in un equilibrio compatibile. Se faccio lavorare l’edilizia, il Pil sale subito, e infatti il Superbonus ha performato in un anno. Ed è lavoro vero. Adesso bisogna fare politica espansiva. E Berlusconi, che parte dall’edilizia, lo ha capito, perché non è stupido, è il più intelligente di tutti. L’edilizia ha una ricaduta immediata. Invece ora cosa facciamo, lasciamo i palazzi incellofanati?
A essere in difficoltà ora è Giuseppe Conte, che ha comunque nella Schlein una rivale a sinistra.
Ma la differenza è che il M5S è il partito di Conte, mentre la Schlein ha un partito che non la segue. Ha vinto le primarie, ma non ha vinto nei circoli. O tu conquisti la struttura, o rincorri il partito liquido, ma il partito liquido oggi si innamora della Schlein e domani di qualcun altro.