La puntata di ieri di Fuori da Coro, condotto da Mario Giordano, inizia con un’intervista al generale Roberto Vannacci riguardo il suo chiacchieratissimo libro "Il mondo al contrario", che è stato capace di alzare un polverone nazionale a causa dei suoi contenuti, per molti ma non per tutti, poco consoni al ruolo ricoperto. Al centro della serata, Giordano ha lanciato un reportage, realizzato nei luoghi in cui regna l’illegalità, tra immigrazione incontrollata e mancanza di sicurezza per i cittadini. Ampio spazio poi al cambiamento climatico e ai gravi danni provocati dall’uomo per una serie di opere programmate e rimaste irrealizzate. Altro tema affrontato è quello del caro affitti: ci si addentra nella costosissima Milano. Un importante reportage è invece incentrato sulle baby gang di Bari, che urlano ai quattro venti le loro azioni mediante i social. Continua, in conclusione, un must della trasmissione dedicato ai “Ladri di case”. In questa puntata, tanto torna ma molto stona. Seppur sia oggettivamente un programma che strizza l’occhio al centrodestra, Mario Giordano non guarda in faccia nessuno e tira dritto con inchieste e reportage, allo stesso modo se al governo ci fosse Elly Shlein. Fa bene, poiché questo si chiama semplicemente giornalismo. Mario Giordano piace perché è vero seppur esagerato, dritto seppur a tratti familiare, un giornalista che Mediaset difficilmente farà scappar via. Il conduttore, insieme alla sua squadra di autori e inviati, ormai sa bene cosa vuole il pubblico e l’ugola di Cologno cerca di parlare proprio alla sua pancia. Però i piagnistei gratuiti contro l’illegalità e l’immigrazione sono esagerati. Se è pur vero che questi tipi di problemi esistono da decine di anni e con la sinistra non sono certo migliorati, con il centrodestra al potere non pare abbiano subito una calmierazione, anzi. Se Giorgia Meloni e il suo team di lavoro stanno cercando di tenere il pugno duro sull’illegalità e la malavita, e certamente i rafforzamenti alle forze dell’ordine e il “caso Caivano ne sono un esempio, non si può certo dire lo stesso degli sbarchi.
Giorgia Meloni è andata due volte in Tunisia, ha chiesto l’aiuto dell’Europa attraverso Ursula Von Der Leyen, ha tentato di fare mediazioni con il centro Africa: tutti gesti apprezzabili ma l’immigrazione è più attiva e preoccupante che mai, visto che l’Italia è la sola ad accogliere e i flussi sono destinati ad aumentare per i problemi economici e sociali dell'intero continente. Se fossimo in Mario Giordano, faremmo presente il problema con altri toni, dato che se gli sbarchi non sono diminuiti con le innumerevoli azioni della Premier, non crediamo che un conduttore televisivo possa aprire un vaso di pandora già spalancato, a meno che non dia soluzioni miracolose. Battere il chiodo finchè è caldo e fare sensazionalismo alzano gli ascolti, e queste azioni sono due delle tante cifre del programma, ma Mario Giordano più che parlare di mmigrazione con gli inviati negli hot spot e dando giustamente voce ai disagi e all’insicurezza dei cittadini italiani, dovrebbe ricercare nella sua redazione qualche coraggioso e spedirlo in quei paesi da dove partono, legittimamente o illegittimamente, uomini, donne e bambini, per comprendere bene la situazione e per trasparenza di cronaca. Certamente, vedere gli immigrati con cellulari nuovi che dichiarano di aver pagato migliaia di euro per venire in Italia non sensibilizza certo l’opinione pubblica, che anzi s’incattivisce. Dall’altra, non si può non pensare che in mezzo a tante persone non ci sia la vera disperazione e la speranza di guardare ad un mondo migliore.