Un giovane poliziotto di 28 anni ha investito e ucciso Davide Pavan, 17enne che stava rientrando a casa in scooter. L'agente, Samuel Seno, si è messo al volante dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, tanto da aver registrato un tasso alcolemico pari a 1,10, più del doppio del limite massimo consentito. I mezzi viaggiavano in direzioni opposte, quando l'auto ha invaso l'altra corsia, travolgendo il motociclo su cui si trovava Davide, scaraventandolo a decine di metri di distanza dal luogo dell'impatto. Il poliziotto, accusato di omicidio stradale, ha riportato ferite lievi e si trova ora agli arresti domiciliari. Ancora diverisi i punti della vicenda su cui far luce.
Claudio Pavan, padre della vittima, distrutto dal dolore non si dà pace per quanto accaduto: "Spero che almeno tutto questo dolore possa spingere altre persone a riflettere: non ci si mette alla guida dopo aver bevuto. Un dubbio che mi è entrato nella testa: e se le cose ora non andassero come dovrebbero? E se alla fine di tutto, non ci fosse giustizia? Ci fa stare ancora più male l'idea che ad ammazzare nostro figlio sia stato un agente, uno che per lavoro gli incidenti di questo tipo dovrebbe contrastarli". Queste le parole dell'uomo riferite dal Corriere.
"Da circa un anno Davide aveva una fidanzatina - racconta la mamma Barbara Vedelago-. Era partito da casa sua per tornare qui, e lei dopo un pò aveva provato a telefonargli ma non le rispondeva. Allora, con il telefonino, l'ha geolocalizzato e ha notato che il segnale rimaneva fermo lungo la strada. S'è preoccupata e ha chiesto ai genitori di accompagnarla. Quando siamo arrivati era sdraiata sopra di lui, lo abbracciava. Ci ha detto: 'Lo sto riscaldando con il mio corpo'. Credeva davvero di poterlo salvare, ma era già morto. È rimasta stretta al suo fidanzatino per un tempo interminabile".
La gravità dell'impatto ha reso nulli gli sforzi degli operatori del 118 giunti a prestare soccorso, per il ragazzo non c'era più nulla da fare. I genitori hanno autorizzato la donazione di cornee e tessuti: "Abbiamo donato quello che si poteva donare. Non possiamo sapere se Davide sarebbe stato d'accordo. È mancato a 17 anni, un'età nella quale non avevamo ancora parlato di morte. Ma non era affatto contrario al donare. Anzi, aiutava sempre tutti. Non è stata una scelta egoistica. E se anche avessimo sbagliato, credo che ci perdonerà".
Il sindaco di Paese, Katia Uberti, ha scritto su Facebook: “Da mamma, a nome di tutta la cittadinanza, mi stringo forte alla mamma del ragazzo che ieri sera ha avuto solo la colpa di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato. Una tragedia immane dovuta all’imprudenza, al mancato rispetto delle regole e mi fermo qui perché le autorità competenti accerteranno tutte le dinamiche dell’incidente, e perché anche la famiglia di chi è stato responsabile sarà distrutta dal dolore”.