Alla sesta giornata di guerra in Ucraina c’è stato uno sviluppo preoccupante è sinistro: è stata colpita dai russi la torre della televisione ucraina a Kiev. Un atto che potrebbe aver segnato, assieme all’attacco della mattinata a Karkhiv, una svolta in negativo nel conflitto. Perché, per quanto terribile sia stata la situazione finora, va detto che da parte russa non c’è stato un vero utilizzo della forza, se così si può dire, perché Putin e i suoi potrebbero fare molto peggio anche senza l’utilizzo delle armi nucleari, come conferma anche il giornalista e conduttore di Atlantide Andrea Purgatori.
“La resistenza ucraina c’è stata, ma la Russia non ha ancora usato l’aviazione, solo gli elicotteri, e ha centinaia di aerei schierati al confine”. Non è detto che continui così, però, anzi: “Continuo a pensare – le parole di Purgatori su La7 – che tra il primo round di negoziati e quello che ci sarà domani al momento l’unico punto d’incontro è il cessate il fuoco. E come sempre accade in vista di un cessate il fuoco si cercano di acquisire più posizioni possibili perché poi se le bocce si fermano non puoi andare avanti. Il punto critico è non gettare benzina sul fuoco. L’annessione dell’Ucraina dell’Unione Europea, questo insistere nel volere dare le armi agli ucraini… tutto questo può rappresentare un ostacolo. Io penso che le prossime ore saranno estremamente cruciali da questo punto di vista”. E ancora: “La situazione sta peggiorando. C’è stata una gradualità nella ferocia con cui i russi si sono mossi. Perché fino a oggi e ancora in parte adesso, al contrario di quanto succede normalmente in una guerra hanno consentito a tutti di poter comunicare con i cellulari. Questo, se ricordate cosa succedeva a Baghdad, al primo attacco la città era al buio. Per cui secondo me si sta preparando una pessima nottata, lo dico purtroppo e sperando che non sia così”.
Ma perché una gradualità? Secondo Purgatori perché “l’obiettivo principale di Putin era di far cadere Zelensky e il suo Governo, ma non c’è riuscito”.
Una tesi condivisa da Roberto Arditti, già direttore del Tempo: “Anche secondo me siamo alla vigilia dei momenti peggiori di questa storia e questo si spiega anche con il fatto che il colpo iniziale che i russi hanno provato a dare al sistema ucraino nel suo complesso è stato, mi si passi l’espressione, non è stato spaventoso sin dall’inizio, perché è stato a mio avviso un colpo che aveva l’obiettivo di vedere se il sistema di potere ucraino reggeva e sperando con informazioni al riguardo (perché qui non stiamo parlando di dilettanti) che avrebbe potuto sostituire l’attuale aspetto, tant’è vero che dal Cremlino è giunto un esplicito appello alle forze armate ucraine perché passassero dall’altra parte. Per arrivare a una sostituzione degli assetti di potere senza sgretolare le infrastrutture della nazione”.