L’annuncio di Vladimir Putin – che ha messo in stato di allerta la forza di dissuasione russa, che comprende anche le forze nucleari – sta facendo ripiombare il mondo nell’atmosfera di paura atomica di trent’anni fa. Di per sé l’ordine implica poco dal punto di vista concreto, perché gli armamenti sono sempre pronti in caso di necessità, ma manda un messaggio preoccupante non tanto in riferimento all’Ucraina, ma in termini globali.
La mossa di Putin rievoca i periodi più bui e paranoici della Guerra Fredda, dalla crisi dei missili a Cuba nel 1962 a quella seguita all’abbattimento del Boeing coreano da parte dei sovietici nel 1983, quando in diverse circostanze l’apparato di dissuasione nucleare sovietico e quello nemico americano arrivarono in stato di massima allerta.
Ma come si attivano i missili con testata atomica controllati dai russi?
“La catena di comando del sistema nucleare russo – riferisce Paolo Valentino sul Corriere – è modellata su quella sovietica e si basa su una concatenazione a tre chiavi (che sono in realtà codici di lancio). Una è nelle mani del presidente, una in quelle del ministro della Difesa e la terza in quella del capo di Stato maggiore interforze. Se anche uno solo di quei codici viene annullato, la procedura si blocca”.
Da parte loro un funzionario del Pentagono ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno “fiducia nel fatto che possono difendersi e difendere gli alleati”, mentre il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha condannato come “irresponsabile” e “pericoloso” il comportamento di Putin. Probabilmente non c’era bisogno di specificarlo.