Mentre si continua a combattere nelle due principali città dell’Ucraina (la capitale Kiev e Kharkiv, con quest’ultima che sarebbe stata prima occupata dai russi e poi riconquistata dagli ucraini) e in altre zone del Paese, a quattro giorni dall’inizio dell’invasione è stato annunciato (e confermato dal presidente Zelensky che ha detto di non credere molto al negoziato ma non di non voler lasciare nulla di intentato) che una delegazione ucraina e una russa si incontreranno al confine tra lo Stato invaso e la Bielorussia guidata da Lukashenko, alleato di Putin. L’incontro è previsto per lunedì mattina. Questa sembra una buona notizia (anche se significa che non c’è ancora un cessate il fuoco e le conseguenze si potrebbero avere anche nella notte).
Meno buona la quasi contemporanea minaccia dello stesso Putin, che ha detto di aver ordinato la messa in stato d’allerta delle forze di deterrenza del Paese: in sostanza ha fatto sapere di essere pronto a far ricorso anche alle armi nucleari, in pieno stile guerra fredda.
In vista del negoziato, il ministro degli esteri di Kiev ha dichiarato che l’Ucraina non capitolerà e non cederà neppure un centimetro di territorio.
La capitale è sotto coprifuoco e il sindaco ha comunicato che la città è circondata e non è possibile procedere all'evacuazione di civili.
Nel frattempo ci sono i primi effetti visibili delle sanzioni contro la Russia: gli sportelli automatici delle banche di Mosca sono stati presi d’assalto da russi che fanno ore di coda per prelevare, alla ricerca anche di valuta straniera: il timore diffuso è quello di un crollo del rublo, a maggior ragione dopo la decisione delle principali potenze internazionali di escludere alcune banche russe dal sistema Swift, quello sul quale si appoggiano i pagamenti internazionali, ma c’è anche preoccupazione per l’effettiva fruibilità del denaro sul conto e sul funzionamento di alternative quali le carte di credito.
Il presidente Zelensky ha parlato di “importante vittoria. Significa miliardi e miliardi di perdite per la Russia. Ecco il costo della vigliacca invasione”.
Da parte sua l’Italia, come molte altri Paesi europei fra cui Germania, Belgio e Danimarca, ha chiuso il proprio spazio aereo alle compagnie russe. Palazzo Chigi ha poi riferito che cederà mezzi ed equipaggiamenti militari all’Ucraina.
Col senno di poi impressiona la scena di “Servant of the people” in cui Zelensky, allora solo attore comico, interpreta il presidente ucraino, a un certo punto impugna due mitragliatrici e fa fuori tutti con alle spalle la bandiera del suo Paese.
Nel mondo reale il presidente ha declinato l’offerta di “evacuazione” da parte degli Stati Uniti: “La battaglia è qui. Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio”, la risposta di Zelensky.