"Scoppieranno guerre per gli occhi delle donne". Questa frase è attribuita a Jack Kerouac, ma non ricordo da quale opera provenisse, anche perché Kerouac è tra i ragazzi della beat generation quello - almeno per me - meno interessante in assoluto. Il rapporto con sua madre e i coltelli che volavano tra di loro, uno stralcio di vita ben più coinvolgente di qualsiasi flusso di coscienza o spirito autentico lo animasse inizialmente. Non sono mai scoppiate guerre per gli occhi delle donne, a meno che per occhi non intendiate tette, e per tette protuberanze di tutti i tipi da quelle rifatte a quelle dallo spirito analogico e amatoriale (con smagliature e forza di gravità al seguito). Da un paio di giorni il mondo erotico/pornografico di Onlyfans e di Pornhub ha creato (non credo si siano messi d’accordo) una duplice alleanza contro l’invasione russa ai danni dell’Ucraina.
Se siete geolocalizzati in Russia potreste scoprire, tristemente, di essere stati bloccati con una bella bandiera Ucraina sbattutavi in faccia in pieno stile bukkake. E oltre la bandiera troverete pure un messaggio di supporto al paese invaso. Che meraviglia, vero?
Onlyfans, invece (ma siamo in attesa di aggiornamenti), sembra avere impedito agli account provenienti dalla Russia il prelievo di soldi dai conti di alcune banche che, al momento, risultano bloccate (e in questo c’è la mano di Anonymous, ma anche delle sanzioni in corso).
Durante la pandemia Pornhub offrì molti dei servizi gratuitamente (un abbonamento premium per un mese), con l’intento di alleggerire ai cittadini l’isolamento forzato.
Pornhub ha sempre avuto, al di là di certe polemiche che la coinvolgono, una posizione molto forte in ambito sociale e questa non è che l’ennesima dimostrazione. Nel caso della Russia, però, sembra una dimostrazione di forza, considerati i rapporti tesi con Putin da quando (nel 2016) quest’ultimo tentò, inutilmente di offuscare la piattaforma canadese e Youporn.
Una utente di nome Kamala, la sua foto sta facendo il giro del web, sta offrendo uno sconto del 50% per tutti gli abbonati ucraini. Se c’è un elemento commovente sono gli hashtag usati come #FreeUkraine o #PrayingforUkraine. Incredibile l’epoca della accelerazione capitalistica, benché ci sia molto più sostegno (seppure ego-riferito) nelle offerte di questo tipo che nell’issare la bandiera ucraina a Downing Street (o colorare, male, il Colosseo, col giallo e il blu ucraino). Benché la Russia non sia tra i più grandi fruitori di porno (non sulle classiche piattaforme), rimane una bella dichiarazione di guerra che si accoda a tutte le altre sanzioni che, ahinoi, sortiranno pochissimo effetto.
Già me li immagino grappoli di uomini (le donne non ammettono mai di essere fruitrici di materiale pornografico), pronti a marciare come i decabristi verso il Cremlino col cazzo barzotto, incapaci di relazionarsi con le compagne - quando ne hanno una -, con la fantasia totalmente annullata dal carosello di video di imbuti di sperma e prolassi anali. O quelli che sdraiati sul divano dopo una dura giornata di lavoro, con una canna rollata in una mano e il lubrificante dall’altra, pronti a godersi dei secondi di puro piacere guardando i video di Skye Blue, si trovano i colori giallo e blu dell’Ucraina. Se le manifestazioni in 50 città russe non bastano a fare desistere lo zar, forse ci riusciranno gli ‘occhi’ delle donne.
Insomma, finché si tocca l’Eurovision, la finale di Champions League, Facebook che rallenta i media russi, il mondo della F1 va bene, ma giù le mani dal porno. Parafrasando i futuristi: Il porno, sola igiene del mondo.