Un'italiana nota a livello globale si è messa a fare a cazzotti sul ring: è Silvia Dellai, nata nel 1993 a Villamontagna in provincia di Trento, abitante in Repubblica Ceca e con una sorella gemella di nome Eveline che svolge la medesima professione e che è finita sulle cronache pure nell'ambito di un caso politico-mediatico di portata europea. Sia Silvia che Dellai, oltre a essere imparentate con un politico cattolico del Belpaese, sono pornostar internazionali: ritroviamo spesso le due ragazze sui set internazionali a luci rosse di mezza Europa e d’oltreoceano, sia in duo, come "Dellai Twins", che con il rispettivo nome proprio, quando le due attrici interpretano singolarmente i lungometraggi per adulti.
La tatuata Silvia, dopo un anno sabbatico lontano dalle telecamere, ha ricominciato a lavorare nell'intrattenimento a tripla X e, durante lo scorso anno, ha partecipato a una produzione del mitologico "zio" Rocco Siffredi, come lo chiama affettuosamente insieme alla sorella. Sembra che l'interpretazione e soprattutto l'ambientazione legata al ring siano davvero piaciute a Silvia Dellai. Infatti "The Spanish Stallion" celebra il grande regista italiano Joe d'Amato, alias Aristide Massacesi, che nel 1997 diresse l'epico “Rocco, lo stallone italiano”, ambientato nel mondo della boxe e in cui Siffredi eroicamente combatte il match più importante di una carriera coi guantoni.
L'ultima apparizione sulle tv nazionali di Silvia Dellai risale ai tempi delle serate di "Live Non è la D'Urso" su Mediaset, ma ora è in onda e in streaming su www.clashofthestars.tv, un format ispirato alla Mma, le arti marziali miste all’interno di una gabbia ottagonale, combattimenti in cui vale quasi tutto. Silvia ha sfidato xHolakys, una webstar di Onlyfans nota in Repubblica Ceca. Il programma prevede match tra tiktoker, influencer di Instagram, gente che è nota su Twitter o Youtube, oppure personaggi della tv e degli spettacoli. Si acquista il biglietto dell'evento e un accesso allo streaming in Full Hd, forse per vedere bene i dettagli come nei porno, ma in contemporanea si può anche scommettere sull’evento.
La battaglia di Silvia è stata dura e senza esclusione di colpi, come si vede nel video esclusivo che l’attrice hard ha inviato a MOW.
Un vero duello femminile, in cui nessuna ha regalato nulla all'altra, come evidenzia l’ematoma sullo zigomo di Silvia Dellai.
Per orgoglio nazionale, si segnala che putroppo non è l'ennesimo risultato sportivo tricolore: ai punti l'ha spuntata la bionda adult content creator, che al secolo si chiama Holakova. I giudici hanno motivato la vittoria per i colpi inferti con gambe e minacciosi calci. "Dopo il primo round, lei quasi non voleva continuare a combattere - ci racconta al telefono Silvia Dellai - ma solo dopo. durante il secondo round, ho scoperto che lei ha fatto taekwondo per 10 anni!" La vittoria strappata ai punti dall'avversaria non ha comunque scalfitto l'entusiasmo della giovane attrice hard italiana: "Mi sento comunque di aver fatto bene. Mi sento, come si dice: la vincitrice morale ecco: mi sento nel giusto. Ed è ottimo perché tra qualche mese ho un altro incontro", conclude salutandoci con un invito in presenza e a bordo ring, per il suo prossimo incontro di botte da orbi tra celebrità.
Il costante dejavu mediatico è presto svelato: il format contemporaneo prende verosimilmente ispirazione dalla scorrettissima serie televisiva "Celebrity Deathmatch", trasmessa su MTV dal 1999 al 2007. La parodia del wrestling con i pupazzetti e utilizzando la tecnica "passo uno" di animazione, detta in inglese stop motion animation. Chi aveva vent'anni allora e guardava il canale con cui il "video killed the radio star" si ricorderà un grande uso di violenza all'interno del cartone animato: le stelle Usa anni '90, da Axel Rose a Michael Jackson, da Pamela Anderson alla Gillian (sempre Anderson) Scully di X-files, combattevano producendosi danni permanenti e spesso una morte splatter in diretta. Una creatività oggi purtroppo impensabile, che si riscontra solo negli spezzoni di "Grattachecca e Fichetto" dei Simpson, anch'esso non a caso un prodotto d'intrattenimento del secolo scorso.