La notizia arriva da Montreal, in Canada: il più famoso attore, regista e produttore di intrattenimento internazionale per adulti, l'italiano Rocco Siffredi, ne ha combinata un'altra. Che, ovviamente, è di grosse dimensioni: ha scritto, diretto e prodotto, la prima serie XXX mondiale a episodi, da godersi in stile Netflix. Il titolo in lingua inglese del primo episodio è: “The Spanish Stallion: Field of Sluts” e il tema principale è lo sport: le 8 puntate sono ambientante nel mondo della Boxe. Il primo episodio è appena stato rilasciato e il progetto d'intrattenimento annovera, in termini di produzione e distribuzione, aziende con fatturati superiori al PIL di parecchie nazioni del pianeta: Evil Angel e Adult Time, due colossi del Porno globale. Oltre ovviamente al leggendario Rocco nazionale e a suo figlio: il 25enne Lorenzo Tano, che negli ultimi anni contribuisce al lavoro cinematografico del padre.
Ciao Rocco, ci racconti come è nata l'idea di creare un'intera serie di 8 episodi a luci rosse?
«Il progetto è uno dei più grandi e ambiziosi degli ultimi 10 anni, non solo per ciò che riguarda la produzione, ma intendo proprio l'intero concept. L'idea di fare una serie mi è venuta mentre facevo le prime due puntate, mentre lavoravo ai primi episodi. Mi spiego: è iniziata come una produzione normale, ma poi, scrivendo i primi due, ho capito che potevo andare avanti e farne una serie intera a episodi. Ho detto: "ragazzi, ma che figata, perché fermarci?" E quindi l'idea di creare l'intera serie è nata dopo. Tra ogni periodo di riprese, scrivevo i successivi due o tre episodi per alcune settimane. Mi sono divertito, perché è stato un modo interessante e nuovo di fare film, per me.»
Come si scarica la prima stagione di "The Spanish Stallion": si può fare il download degli otto episodi insieme o un episodio alla volta?
«Gli episodi della serie sono dilazionati nel tempo: i primi due episodi escono ora, diciamo per l'estate, fino ad agosto. Poi da settembre si inizia con gli altri, sempre due a due: il 3 e 4, verso ottobre il 5 e il 6, da novembre e fino all'inverno 7 e 8. Il calendario del progetto più o meno è questo.»
Quanto dura ogni episodio e come è composto: quanto è la performance sessuale e quanta la porzione per la storia, nuda e cruda?
«Ogni episodio ha una durata di circa 2 ore. Ma dipende, perché un episodio non è uguale a un altro. Ad esempio nel primo: la storia si svolge e, prima che lo spettatore arriva all'azione vera e propria, alla scena propriamente "hard", passano circa 8-10 minuti. Poi nelle altre puntate lo svolgimento è, in parte, più veloce. Ma ripeto: dipende dal singolo episodio. L'azione non è uguale in tutti. Nel secondo episodio, come hai visto, ci sono circa sei minuti di combattimento: puro fight, sul ring. In generale c'è un bel po' di più di storytelling, rispetto a ciò a cui è abituato oggi il normale spettatore di Porno. Più storytelling, che era uno degli obiettivi ed è uno dei risultati.»
Quindi più storytelling e più scrittura, rispetto alla consueta e contemporanea produzione cinematografica a luci rosse?
«Man, la realtà è che la mancanza di mio cugino, mi ha portato a fare tutto da solo e a dedicarmi molto di più alla scrittura. Cosa che prima ho fatto pochissimo. Gabriele aveva una base di idee di partenza e, su quella base, noi due andavamo molto a interpretazione, con il contributo di tutti e due, durante lo svolgimento. Da quando non c'è più lui, mi sono accorto e mi sono reso conto che, dovendo fare tutto da solo, per me è molto meglio arrivare un pelino più preparato. E, da lì, ho cominciato a scrivere tanto.»
Gabriele Galetta, cugino, amico e metà creativa dell'attività di Rocco Siffredi, è inaspettatamente venuto a mancare all'affetto dei suoi cari all'inizio di marzo 2020. La metà della coppia italiana che ha coniato i generi e i termini della cinematografia per adulti, in oltre trent'anni di carriera internazionale. Pochi mesi prima Gabriele Galletta era salito sul palco, insieme al pornodivo abruzzese, per ritirare il prestigioso premio per la “migliore regia europea”durante una nota kermesse di settore, a Berlino.
Tu sei un grande appassionato delle due ruote e hai anche partecipato al Motofestival di moto.it a novembre. Da ciò che ho visto ci sono alcune scene con le motociclette, ma chi è il pilota?
«Le scene a cavallo della moto sono un paio. Come hai visto nell'intro, sembra che è una delle due attrici a pilotare. Ma in realtà sono tutte fatte da Lorenzo. In tutta la serie è sempre Lorenzo che porta la moto. Al posto del protagonista, Maximo, che non sa nemmeno tirare fuori il cavalletto.» (ride)
Lorenzo Tano è il primogenito di Rocco Siffredi e dell'ex modella ungherese Rosa Tazsi: da qualche anno segue il lavoro paterno sui set e a primavera 2020 ha debuttato nella regia con la pellicola, lesbo only, “Pure Neon”. A ottobre sempre nel 2020 ha anche partecipato, insieme al padre, a un incontro sulle innovazioni e l'evoluzione tecnologica nel Cinema per adulti: “Un'impresa a conduzione familiare”, evento organizzato dal Wired Next Fest 2020, il festival dell'innovazione organizzato dal magazine Wired e in cui i due Siffredi erano in videoconferenza da Budapest, nonché in streaming sugli schermi di piazza Gae Aulenti a Milano.
Ma oltre a tuo figlio Lorenzo ho visto che c'è anche tua moglie Rosa, che ha un piccolo cameo. Come nel titolo a cui si ispira la serie, il film del regista superkult Joe D'Amato, "Rocco, lo stallone italiano"?
«Bravo. Precisamente: la mia nuova serie si ispira, in parte, proprio a "the italian stallion" e Rosa ha anche nella serie una piccola parte (no sex, ndr) proprio come 25 anni fa.»
Joe d'Amato, alias Aristide Massacesi, è stato uno dei più prolifici, ingordi e bulimici registi del Cinema Italiano del secolo scorso: ha utilizzato e fuso tra loro i più disparati generi cinematografici, passando dal mainstream alla sperimentazione. Dall'horror all'erotismo, dalla pornografia agli spaghetti western, fino a creare il filone erotico-esotico, con la celebre protagonista femminile “Emanuelle Nera”. La pellicola del 1997, con Rocco Siffredi protagonista, consta in due distinti capitoli:“Rocco, lo stallone italiano” e “Rocco, lo stallone italiano 2 - La sfida”, titolo internazionale “Boxer” e “Boxer 2”, di cui riportiamo testualmente l'intro dal retrocopertina del DVD originale: "Rocco, lo stallone italiano, ha conquistato l'ambito titolo. Ma ora deve affrontare l'incontro della sua vita, il match che vale tutta una carriera. Avvincente, spettacolare, unico. Joe d'Amato e Rocco Siffredi di nuovo insieme per una storia epica tra boxe ed eroismo".
Ma è vero che quella volta sei andato in "Knock Out" sul set, a causa di un pugno nelle realistiche e vive scene che richiedeva d'Amato come regista: Rocco ko tecnico sul ring?
«Certo. Anzi, guarda la foto: Ko completo.»
Ma torniamo al cast: mi hai parlato dell'attore protagonista, lo spagnolo Maximo Garcia e ho dato una sbirciata ai nomi degli altri membri dei vari episodi. Ci sono un sacco di nazionalità ed età differenti: dal Kenya, alla Colombia, dall'Ucraina, all'Italia. E anche le età spaziano parecchio: dal francesce joss lescaff che è nato 46 anni fa, all'attrice russa Lia Silver che è del 1999. «Quando ho incontrato Maximo Garcia, mi sono subito detto: 'Questo è il ragazzo perfetto per fare un film di boxe' e stavo cercando di mettergli intorno il miglior cast possibile. Nel film c'è un'enorme varietà di ragazze. E intendo le migliori attrici hard che avrei potuto avere, tutte insieme e in un unico progetto. L'attore principale, che ha fatto davvero la differenza, insieme a Maximo, è stato Kai Taylor, un attore di talento. Davvero: non credo che avrei potuto filmare la boxe senza di lui. È stato un vero pugile in UK per 15 anni e ha davvero contribuito a fare la differenza, nei contenuti della serie»
Nota per il lettore. Nel cast del primo episodio di "The Spanish Stallion" sono presenti anche due famose pornoattrici italiane: le sorelle, gemelle, Dellai. Le conturbanti Eveline e Silvia, nate a Villamontagna (Trento) nel 1993 e volti conosciuti anche dal pubblico della TV di Barbara d'Urso. Il duo del Porno, noto come le “Dellai Twins”. Ci ha raccontato l'affascinante Eveline Dellai alcuni mesi fa un sacco di cose, però nel la sorella Silvia Dellai, è salita all'onor delle cronache sui media italiani per la sua decisione di abbandonare il settore dell'intrattenimento per adulti, per dedicarsi ai dj set nei club dell'Est Europa. Però, dopo aver appeso il Porno al chiodo, nel 2020 ha ricominciato a girare scene XXX e film hard, sui set del cinema a luci rosse d'Europa. La nuova serie "The Spanish Stallion" di Rocco Siffredi, segna dunque un welcum back per il duo di pornoattrici italoceche.
Rocco terminiamo con un commento sulla tua personale esperienza con questa innovazione: come è stato creare la prima serie pornografica a episodi, facile o complesso?
«Devo dire che fare una serie è molto complicato, nel Porno. Di attori bravi, ce ne sono. Ma, in linea generale, il Porno è un settore dove sono tutti poco affidabili: ti potrebbero mollare da un momento all'altro. Ad esempio per un ripensamento o per impegni o per altri motivi. E non è mica facile. Diciamo che devi trovare i personaggi e, tra virgolette, devi sperare che non ti mollino. Perché ci vuole costanza e non è come fare un paio di giorni di riprese, nudi e a letto. Da quello che ho capito è che devi essere molto bravo a trovare sempre una via d'uscita, diciamo che è questa è la base, su cui partire. Poi per il resto, man... si scopa, si scopa, si scopa. Sempre.»