Nel 2009 Michele Foschini ha fondato insieme a Caterina Marietti la Bao Publishing, una delle principali case editrici di fumetto in Italia. Per darvi un’idea di chi è Foschini: anni fa, durante una fiera del libro mi lamentavo con lui di non riuscire a trovare un albo a fumetti e lui mi disse questa frase: se è stato pubblicato in Italia io te lo posso trovare e così fu (si trattava di Ragazzi di Charles M. Schulz).
Del fumetto Foschini sa tanto e sul fumetto spazia a tutto campo: traduce, cura, suggerisce, scrive (tanto e bene) e da undici anni a questa parte pubblica. Alla visione e alla progettualità della casa editrice dobbiamo il boom di Zerocalcare, per esempio. E involontariamente c’è proprio lo zampino di Zero dietro questa intervista che parla di fumetti (anche) e di moto (soprattutto). Foschini mi ha confessato di aver comprato la sua Moto Guzzi V7 III Stone S dopo aver finito la stesura della sceneggiatura di Strappare lungo i bordi, la serie Netflix di Zerocalcare e forse, nel nome con cui ha battezzato la sua Guzzi - Billy Idol - si cela anche un mezzo spoiler sulla serie. Ma di questo Foschini mi ha già promesso che ne riparleremo a tempo debito.
Michele, che modello di moto hai e da quanto ce l'hai?
Ho una Moto Guzzi V7 III Stone S e l’ho portata a casa il 14 ottobre 2020.
Come mai proprio una Guzzi?
Nel mio lavoro ho imparato ad apprezzare il valore delle buone idee, quelle che funzionano sempre. Mi affascinava l’idea di possedere una motocicletta inventata cinquant’anni fa, ma che ha ancora molto da dire. E poi era una serie limitata a 750 pezzi (come la cilindrata del motore), e il mio lato collezionistico ne è stato molto compiaciuto.
Hai festeggiato in qualche maniera particolare il centenario della casa produttrice?
Ho mandato un saluto in video, che è assurdamente stato scelto per far parte del video ufficiale di auguri dei fan. Ero (e sono) più che un neofita, quindi trovarmi in quel filmato mi ha fatto sorridere moltissimo.
Che uso fai della moto? È comoda per girare Milano e per raggiungere la redazione?
La V7 è ottima per girare in città, ma io ho la fortuna di abitare a trecento metri dalla redazione, quindi devo deludere la tua immaginazione che già mi vedeva arrivare in ufficio biker per trasformarmi in azzimato editore. Però quando la domenica vado a comprare il pane da Davide Longoni sono il massaio più cool del quartiere, questo sì. Lo vedo come un dovere morale: equilibrare la quota di Triumph comprate dagli hipster milanesi con la mia aquila di Mandello.
Tempo fa mi hai detto che avevi fatto una sorta di “fioretto laico” durante un lungo lavoro con Zerocalcare. Se fosse andato bene ti saresti regalato la moto. È passato quasi un anno, mi racconti di più?
L’estate dell’anno scorso, stavo scrivendo le prime stesure delle sceneggiature della serie animata di Zerocalcare per Netflix, dando forma di copione ai testi scritti da Michele. Un giorno, mentre lavoravo, ho visto un post del mio illustratore per l’infanzia preferito al mondo, Oliver Jeffers, in cui raccontava di essersi regalato una Royal Enfield Interceptor per girare le coste della Scozia, dove vive. L’ho molto invidiato, e ho cominciato a pensare che sarebbe piaciuto anche a me. Quando ho terminato la scrittura dell’ultimo episodio, avevo deciso per la Guzzi, pur senza averla mai provata. Ora dovrai aspettare l’uscita della serie per chiedermi perché la mia moto si chiami Billy Idol, però.
Ti propongo un gioco, troviamo personaggi dei fumetti che vanno in motocicletta. Inizio io: Batman e ovviamente la sua Bat-moto. Poi cito Diabolik che usa spesso la moto e ricordo pure parecchie copertine e poi non so se vale… ma c'è Valentino Rossi che è diventato proprio un fumetto di Manara… Tocca a te!
Per mille carburatori a farfalla, Federico! Lo so che gli omonimi film con Nicolas Cage erano bruttissimi, ma come fai a dimenticarti di Ghost Rider, il personaggio della Marvel con la moto dalle ruote fiammeggianti? E mi riferisco tanto alla versione degli anni Settanta, Johnny Blaze, motociclista acrobatico (chiaramente ispirato alla figura leggendaria dello stuntman Evel Knievel) quando al revamp degli anni Novanta, Danny Ketch, che ricordo in un crossover di gran classe con Wolverine e il Punitore intitolato “Cuori di tenebra”, disegnato da John Romita Jr con le chine di Klaus Janson che resta, per me, un classico della mia adolescenza di lettore.
Dovessi sceneggiare un fumetto sulle moto come lo struttureresti?
La moto o la ami o non la capisci. Forse, quindi, per prima cosa toccherebbe capirla. Probabilmente, quindi, partirei dall’adattamento di un libro che ho amato da ragazzo, “Ti porterò a Bray Hill” di Roberto Patrignani, corridore e giornalista che racconta di come l’autore, a mezza età inoltrata, compri una Honda decisamente ribelle per partecipare, da solo, al Tourist Trophy all’Isola di Man. Uno dei miei libri della vita.
Nei fumetti Bao c'è qualche ambientazione motociclistica?
Ti basta una moto che sfonda, in volo, la piramide del Louvre? Succede in “La grande odalisca”, di Ruppert, Mulot e Bastien Vivès. Lo abbiamo pubblicato qualche anno fa.
Parliamo un po’ del tuo lavoro. Come sono andati i primi mesi del 2021?
L’editoria, settore tradizionalmente in crisi perenne, ha retto bene all’annus horribilis di inizio pandemia, e il 2021 è iniziato in modo molto promettente. Stiamo portando sugli scaffali delle librerie una delle annate di cui sono più fiero in assoluto, in termini di titoli.
La sensazione – parlando con altri tuoi colleghi – è che le vendite abbiano retto (in alcuni casi sono anche aumentate) però manca il contatto con le persone fondamentale per gli editori e maggiormente per quelli di fumetto.
Verissimo. È una componente più umana che commerciale, che questo periodo ha evidenziato come una di quelle fondamentali per fare bene il nostro lavoro. Tra libri di cui siamo molto fieri e l’espansione in altri media, direi che ci manca solo di ricominciare a incontrare il pubblico a fiere e presentazioni per essere decisamente felici.
Guidare una moto e guidare con Caterina Marietti una casa editrice. Ci sono analogie?
Le due guide hanno in comune che se ti distrai, la corsa finisce di colpo, in modo disastroso. La differenza principale invece è che in moto le conseguenze delle tue azioni sono immediate, mentre in editoria spesso le decisioni prese oggi hanno effetti riscontrabili dopo un paio d’anni. Come mi fai giustamente notare, però, la moto la guido da solo, la Casa editrice invece con Caterina. Quando uno riposa, l’altro resta vigile. Il segreto è questo.
Il prossimo libro che pubblicherai e la prossima gita in moto che farai?
La settimana prossima inizio a lavorare a un progetto molto importante con Zerocalcare. Troppo presto per parlarne, ma mi esalta molto, questa sua nuova idea. In moto, invece, il triangolo lariano. Bellagio, Zelbio, Sormano, così tante curve salendo di quota da tornare a casa con il sorriso stampato in faccia. Che poi, considerando dove fabbricano la Guzzi, è come riportarla a casa.
Parti per un viaggio on the road. Come passeggero puoi portare un autore di fumetti (del presente o del passato) chi scegli e dove andate?
Che domanda difficile. Paul Pope perché ama l’avventura. Cliff Chiang perché non è molto alto ed è paziente. Alberto Madrigal perché farebbe un bellissimo quaderno illustrato del viaggio. Leo Ortolani se il viaggio avesse come tema “la ricerca del tiramisù perfetto”.