Certe cose possono succedere solo a Roma, che più di ogni altra città d’Italia (o forse del mondo) riesce a trasformare situazioni totalmente anonime in dei veri e propri set sociali densi di umanità e tanta ironia. Non luoghi dove “nessuno” improvvisamente diventa “qualcuno” e dove quel tempo che sembrava annoiato diventa di qualità. Roma, in poche parole, è l’amico che non vedevi da una vita, che incontri la mattina di ferragosto al bar di quartiere e che ti svolta la giornata quando pensavi che avresti soltanto poltrito. Nello specifico il bar di quartiere è un grande magazzino cinese e l’amico in questione si chiama Angela. Da qualche tempo a questa parte su TikTok e Instagram spopolano gli spot (sono mini pillole di pochissimi secondi prodotti da un'agenzia pubblicitaria) di An Megastore, il grande magazzino “cinese” che a Roma (si trova in zona Ostiense, ndr) si vanta di avere tutto, ma davvero tutto. E a ben guardare gli spot… forse è proprio così. In un mix che si muove tra il virale, il trash e la pubblica futilità (a chi non serve sapere che a Roma a pochi passi dal Gazometro puoi trovare dei calzini per le scarpe col tacco?) Angela e Ale (madre e figlio, colleghi, soci e protagonisti degli spot) ascoltano le richieste più disparate della loro clientela per poi arrivare sempre alla solita conclusione: nel loro negozio c’è davvero, ma davvero tutto. Anche quello che non solo non pensavi ti potesse servire, ma anche soltanto che potesse esistere.
Per chi è nato e cresciuto a Roma tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila il format non è del tutto nuovo. Parla il linguaggio dei nuovi media, ma le sensazioni che arrivano sono sempre le stesse. Chi vi sta scrivendo ha come riferimento culturale gli spot dei grandi Magazzini MAS che spopolavano sulle televisioni private romane. A fare la differenza in queste situazioni sono l’unicità del luogo e delle persone. E Angela, Ale, il negozio e i loro clienti riescono a costruire benissimo questo set di unicità. Dopo qualche tentativo il format vincente è ormai sempre il solito: una ragazza o un ragazzo le cui caratteristiche si muovono tra l’ingenuità e la furbizia borgatara (un po’ come se i The pills incontrassero il Piotta) entrano in negozio, guardano Angela negli occhi e poi le espongono il problema: Angela ho caldo, Angela voglio sentirmi più sexy, Angela ci sono le zanzare, Angela cambiami il look, Angela nel mio quartiere girano i ladri. Angela ascolta con attenzione, annuisce e poi sorridente dice semplicemente "Ci penso io" e nella scena seguente ha già la soluzione al problema.
Uno dei video meglio riusciti ha come special guest una firma di Mow che molti di voi conosceranno già. In questo spot il nostro Alessandro Mannucci chiede ad Angela di aiutarlo a esaudire tre desideri. Inutile dirvi come andrà a finire e che ovviamente ci penserà Angela! L’elemento interessante di questo video - che se paragonato ad altri (per la lunghezza) è quasi un lungometraggio – è che l’esperienza social “Sono stato da Angela” potrebbe presto divenire un format di successo replicabile dove sia normali follower desiderosi di far parte del gioco, sia personaggi più o meno noti proveranno l’inebriante esperienza di chiedere aiuto ad Angela, riprendere tutto con il telefono e poi tornarsene a casa con qualche oggetto di dubbio gusto o dalla dubbia utilità. Ma vuoi mettere la ricaduta social di aver avuto per qualche minuto Angela come chinese personal shopper?
Ai titolari del negozio e a chi ha deciso di impostare in questo modo la campagna di comunicazione va il merito di aver trasformato il caos da bazar di certi luoghi in un’opportunità infinita di prodotti e di gag. Nei negozi cinesi che spesso fanno del prezzo basso il proprio punto di forza è davvero possibile trovare tutto, ma nessuno lo aveva mai detto in questo modo. Nessuno lo aveva fatto dire alla ragazza bona - o bella fisica come direbbe Angela - o al ragazzino ingenuo o a quello che deve correre ai ripari per non far arrabbiare la propria dolce metà.
Una volta dentro il flusso dei video di Angela difficilmente potrete uscirne. Danno dipendenza e anche se sapete già come andrà a finire o sapete già che Angela non vi proporrà mai un prodotto che state realmente cercando… non potrete più farne a meno. Anzi fate attenzione, perché l’ennesimo video riguardato vi avrà alterato tutti gli algoritmi dei vostri social, ma questo in fondo potrebbe non essere un male. Anche a questo, in fondo, ha pensato Angela!