E se fosse stata semplicemente una festa di compleanno finita male? Una fatalità causata da una violenta burrasca senza chissà quali dietrologie o complotti? Sono diversi gli interrogativi emersi sulla stampa nazionale circa la tragedia di Sesto Calende, in provincia di Varese, dove la sera del 28 maggio un’imbarcazione turistica lunga 16 metri - la «Goduria» - è colata a picco a causa di un violento nubifragio. A incuriosire - e ad alimentare ogni tipo di speculazione - è la presenza, a bordo, di 13 esponenti dell' intelligence israeliana, e di alcuni ex dipendenti dell’intelligence italiana, oltre a Anja Bozhkova, cittadina russa, e suo marito, l’armatore e comandante 53enne Carlo Carminati.
Cos'è successo davvero?
21 passeggeri in totale, su una barca che ne poteva ospitare al massino 15, dove si sarebbe dovuto festeggiare il compleanno di uno degli uomini del Mossad sopravvissuti. Quattro le vittime: oltre ad Anja Bozhkova, sono state recuperate dai sommozzatori le salme di Claudio Alonzi, originario di Alatri (Frosinone), 62enne alle dipendenze dei servizi segreti italiani, Tiziana Barnobi, 53 enne, triestina, anche lei dipendente dell’intelligence italiana, e Shimoni Erez, 60 enne, ex appartenente alle forze di sicurezza israeliane e ora in pensione. Alle 19 di domenica 28 maggio la situazione è velocemente precipitata quando il Lago Maggiore è stato interessato da un violentissimo temporale: travolta dall’improvviso maltempo, l’imbarcazione si è capovolta nei pressi di Lisanza, frazione di Sesto Calende, scaraventando le «spie» a bordo della nave in acqua. La moglie di Carminati, Anya, spaventata dalla violenta della burrasca, sarebbe scesa sotto coperta con il suo cane: decisione che l’è costata la vita poiché la donna sarebbe rimasta incastrata nell’imbarcazione nel momento in cui si sarebbe rovesciata. Gli altri passeggeri sarebbero stati tratti in salvo da uno skipper arrivato sul posto per aiutarli. L’Ansa riferisce di alcune testimonianze dei residenti che hanno assistito a tutta la scena: «Abbiamo sentito delle urla e siamo usciti», ha raccontato una donna all’agenzia, «poco dopo abbiamo sentito le sirene e visto gli elicotteri», ha aggiunto. «Ho visto arrivare un ragazzo, credo il primo superstite, ha nuotato fino a qui e ha dato l’allarme» ha spiegato un altro testimone. Che si sia trattato di un incidente ne è convinto anche Bruno Besozzi, residente intervistato da Varese News: «Una fatalità legata al maltempo improvviso. È stata una tragedia per Sesto Calende e il Lago Maggiore».
Il contesto geografico e (geo)politico
Sul Corriere della Sera Guido Olimpio racconta il contesto - indubbiamente curioso - nel quale si è consumata quella che, ad oggi, appare come una disgrazia e nulla di più. Una tragedia, osserva Olimpio, «in un teatro geografico allargato che forma quasi un “triangolo” spionistico. La Svizzera non è poi così lontana, un paese usato come punto di transito da molte intelligence». E ancora: «I russi avevano creato case sicure in alcuni comuni dell’Alta Savoia, località turistiche diventate retrovia logistica per un’unità del GRU – nota come 29155 - operante in Europa. Era facile per loro farsi passare per vacanzieri in cerca di aria buona e relax».
Le indagini
«Siamo diventati il crocevia dello spionaggio internazionale?» si chiede a questo punto la giunta comunale di Sesto Calende e il suo sindaco, Giovanni Buzzi. L'interesse dei magistrati e dei carabinieri di Busto Arsizio, sottolinea tuttavia l’agenzia Agi, sembra essere focalizzato solo a capire come e perché sia affondata la Goduria. «Il resto non è affar nostro» fanno sapere all’Agi gli investigatori sottolineando che nel loro orizzonte ci sono solo accertamenti su quelli che possono essere eventuali reati. Da quanto si apprende, la procura di Busto Arsizio ha iscritto nel registro degli indagati l’armatore Carlo Carminati, 53enne proprietario della Goduria e compagno di Anya Bozhkova: ora lo skipper dovrà dimostrare di aver rispettato tutte le norme di navigazione e che la sicurezza dei passeggeri a bordo fosse garantita (ad esempio, cosa ci facevano 21 persone su un’imbarcazione che ne poteva ospitare al massimo 15?). Sentiti dagli inquirenti, i passeggeri sarebbero già tornati a casa, compresi i tredici dipendenti dei servizi governativi israeliani che sarebbero rientrati con un jet privato messo a disposizione dal governo israeliano.
L’immagino mitico degli «007»
A furia di film e serie tv dedicati al mondo delle spie, immaginiamo gli agenti dell’intelligence come dei novelli James Bond: trattasi appunto di un «mito» ben lontano dalla realtà. Gli agenti con compiti «operativi», infatti, rappresentano solo una piccola parte di questo mondo e non sarebbe comunque questo il caso, almeno da ciò che sappiamo, degli agenti coinvolti nel naufragio del Lago Maggiore. La maggior parte degli impiegati nel mondo dell’intelligence si occupa di analizzare, gestire e raccogliere informazioni (per approfondire: "Come funzionano i servizi segreti. Dalla tradizione dello spionaggio alle guerre non convenzionali del prossimo futuro" di Aldo Giannuli). Analizzando dunque ciò che è successo, e secondo i fatti che abbiamo a disposizione, di «misterioso» in questo caso c’è poco o nulla e c’è da prendere in seria considerazione l’ipotesi che si sia trattata di una tragedia che non ha nulla a che fare con il lavoro delle persone coinvolte. Che non sono James Bond, appunto, ma persone comuni, incappate nella furia della natura e nulla di più.