Con il suo accento marcato e il piglio da "zio di tutti", Jean-Philippe Imparato, 58 anni, è il manager che vuole ricucire gli strappi lasciati dalla gestione spigolosa di Carlos Tavares. "Sono un terrone di Francia, il mio bisnonno era di Gaeta", scherza. Ma c’è poco di scherzoso nella sua missione: riportare Stellantis e l’Italia a parlarsi con rispetto reciproco. Imparato, come scrive oggi il Corriere della sera, non stravolge il piano industriale disegnato dal suo predecessore, ma cambia la narrazione. Dove Tavares era tutto efficienza e performance, Imparato parla di "fatti concreti" senza promesse altisonanti. "Odio le false promesse" dichiara, marcando la distanza col passato. Niente più "Mirafiori Automotive Park", ma un futuro chiaro per la Fiat 500 e le sue declinazioni.
Nato e cresciuto in Peugeot, ma amante della cultura umanistica, Imparato non è solo un “car guy”. "Mi immergo in letture che aiutano a riflettere e a cambiare idea: Sartre, Nietzsche", racconta. Un approccio che si riflette nei suoi modi di fare più inclusivi e nel suo stile manageriale più umano. L’Italia Può Tornare a Crederci? Mentre Tavares era ossessionato dai costi, Imparato dice di essere ossessionato dal cliente e dal prodotto. Basterà per far innamorare di nuovo l'Italia dell'ex Fiat? Per ora, la politica e i sindacati sembrano apprezzare. La strada è lunga, ma il viaggio è iniziato.