image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Strage di Ustica, vi raccontiamo 45 anni di bugie, depistaggi e una verità mai rivelata. Ma per le 81 vittime e i loro familiari non sarebbe ora di dare risposte?

  • di Serena Marotta Serena Marotta

27 giugno 2025

Strage di Ustica, vi raccontiamo 45 anni di bugie, depistaggi e una verità mai rivelata. Ma per le 81 vittime e i loro familiari non sarebbe ora di dare risposte?
45 anni dopo la strage di Ustica, la verità sull'abbattimento del DC-9 rimane nascosta tra silenzi e depistaggi internazionali. Tra aerei militari, missili e cospirazioni, la morte di 81 persone sembra essere solo il tragico frutto di una guerra segreta. La richiesta dei familiari? Una verità mai rivelata, sepolta sotto montagne di bugie. Ecco perché

di Serena Marotta Serena Marotta

Ottantuno persone a bordo: 77 passeggeri (64 adulti, 11 ragazzini tra i due e i dodici anni, due bimbi di 24 mesi) e 4 uomini dell’equipaggio. Nessuno si è salvato nei cieli tra Ponza e Ustica a bordo dell’aereo DC-9 dell’Itavia, volo IH870, partito alle 20.08 da Bologna e diretto a Palermo e precipitato nel mar Tirreno. Sono passati 45 anni dalla strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980: “L’aereo è stato abbattuto. Adesso diteci chi è stato”, così chiedono i familiari delle vittime. Una richiesta che pare resterà inascoltata dal momento che la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’ultima inchiesta che riguarda l’abbattimento del DC-9 Itavia. Eppure il 18 luglio 1980, tre settimane dopo la strage di Ustica, viene ufficializzato il ritrovamento, sui monti della Sila, dei resti di un Mig-23 libico, come riporta un’inchiesta de L’Espresso. E il cadavere del pilota, come scrivono i medici legali, è in avanzato stato di decomposizione. Segno che il caccia, come confermato da testimoni, era precipitato già alla fine di giugno. Rappresenterebbe quindi l’aereo che si nascondeva sotto il DC-9. «Le lamiere sono perforate da colpi di cannoncini aeronautici da 20 millimetri: quelli in dotazione agli aerei americani, in particolare agli F-15 partiti dalla Sardegna», spiega l'ingegnere aeronautico Ramon Cipressi a L’Espresso. «Quelli francesi sono da 30 millimetri, anche i russi e i libici non hanno calibri così piccoli. Sulle lamiere ci sono anche schegge di missili», aggiunge il suo collega Marco De Montis». È evidente: il caccia libico è stato abbattuto in una seconda battaglia aerea. La prima battaglia, cioè quella che riguarda il DC-9, secondo gli esperti, “fu combattuta da due caccia americani "A-7E Corsair II", arrivati per primi perché erano i più vicini: «Sono velivoli mono-motore, armati di missili e cannoncini, ma meno veloci del Mig», precisa De Montis. Dopo il disastro, l'inseguimento dell'aereo libico viene proseguito dagli F-15, che sono «caccia supersonici, armati pesantemente»: i più adatti a raggiungere e abbattere l'intruso”. E ci sarebbero almeno cinque testimoni italiani che hanno assistito a quella scena di guerra. 27 giugno 1980: sono le 20.59 e 45 secondi quando l’aereo scompare dagli schermi radar del centro di controllo di Roma Ciampino. Il DC -9 è partito dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna con due ore di ritardo alle 20.08 e sarebbe dovuto atterrare allo scalo siciliano di Palermo di Punta Raisi – oggi Falcone -Borsellino – alle 21.13.

Quel che rimane del DC-9 dell’Itavia dopo la strage di Ustica
Quel che rimane del DC-9 dell’Itavia dopo la strage di Ustica

L’aereo si inabissa, 81 persone muoiono. Il comandante Domenico Gatti, seduto al cockpit accanto al primo ufficiale Enzo Fontana, prima comunica via radio la sua ultima posizione al Centro di controllo di Ciampino, poi si rivolge ai passeggeri, tutto sembra procedere in modo tranquillo, quando all’improvviso avviene l’abbattimento, come risulta dalla registrazione audio recuperata nella scatola nera: “Signore e signori buonasera, brevi informazioni sul volo dalla cabina di pilotaggio. Stiamo procedendo a una quota di 7500 metri e circa due minuti fa abbiamo lasciato l’Isola di Ponza per volare in linea retta su Palermo dove stimiamo di atterrare tra circa mezzora. Il tempo, procedendo verso sud è in miglioramento per cui a Palermo è previsto tempo buono e visibilità ottima, temperatura di 22° e leggero vento. La nostra rotta dopo il decollo è stata, da Bologna poi Firenze, abbiamo lasciato Roma alla nostra destra, poi la cittadina di Latina verso Ponza. La nostra velocità al suolo è di circa 800 Km/h. Grazie. Poi l’ultima comunicazione del pilota, che dice la frase: “Guarda cos’è”. Dal 27 giugno 1980 al 1986 della strage di Ustica non si parlerà più. Le indagini proseguono, ma molto lentamente: il relitto del Dc9 fu recuperato solo fra il 1987 e il 1988. Lo scheletro del relitto si può osservare nel museo della Memoria di Ustica a Bologna. Nel frattempo viene fondata l’associazione dei familiari delle vittime. Solo nel 1990 con l’arrivo di Priore si ha una svolta nelle indagini, il quale immediatamente mette in relazione le implicazioni internazionali. La sera in cui avviene la strage di Ustica, ventuno aerei militari di differenti nazionalità volano nei cieli italiani “in una guerra non dichiarata”. Espressione usata dal giudice Rosario Priore che per anni ha indagato sull’abbattimento del Dc9. Dunque non un “cedimento strutturale” dell’aereo, come si è tentato a lungo di far credere, azione che ha comportato anche il fallimento della già fragile compagnia aerea, ma “una guerra non dichiarata”. Nell’area del Mediterraneo gravitano infatti molte tensioni. Da una parte c’è la Francia di Giscard d’Estaing e gli Stati Uniti di Carter (poi sotto Reagan), dall’altra la Libia di Gheddafi. Qui il Governo italiano si trova a gestire una complicata mediazione: in primis, continuare a non tradire la fiducia degli alleati che sono insofferenti nei confronti di Gheddafi nonché del suo sostegno alle numerose azioni terroristiche e, in contemporanea, mantenere buone relazioni con Tripoli, che è fornitrice di petrolio e commesse. E non solo. Infatti il 1980 è l’anno dell’instabilità: si verificano i nuovi assetti in Medio Oriente – dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan – e il potere preso da Khomeini in Iran. In più sopraggiunge la morte di Josip Broz Tito, avvenuta un mese prima della strage di Ustica. Nel mese di novembre del 1984 viene nominato il primo collegio peritale. Il 16 marzo 1989 viene consegnata la relazione. Ecco la dichiarazione dei sei periti che fanno parte del collegio alla stampa: “Tutti gli elementi a disposizione fanno concordemente ritenere che l’incidente occorso al DC9 sia stato causato da un missile esploso in prossimità della zona anteriore dell’aereo. Allo stato odierno mancano elementi sufficienti per precisarne il tipo, la provenienza e l’identità”. Bucarelli assegna ai periti il compito di continuare nelle indagini: c’è da identificare il tipo di missile. Ma uno scontro tra l’onorevole Giuliano Amato (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in quel periodo), e il giudice Bucarelli, comporterà che il giudice abbandonerà l’indagine. Indagine passa al giudice Rosario Priore (1990). Da qui una grande istruttoria che si concluderà con oltre cinquemila pagine, che ricostruiscono uno scenario da guerra. In pratica il DC-9 si è trovato nel mezzo di una battaglia ed è stato abbattuto o da un missile o dall’urto di un caccia che lo ha sfiorato a velocità elevatissima. Il giudice ha incriminato una decina di ufficiali dell’Aeronautica con l’accusa di depistaggi e omissioni. Tutto però senza riuscire ad individuare i colpevoli della strage di Ustica. I dibattimenti penali che si sono susseguiti nel tempo hanno smontato le prove e gli ufficiali sono stati assolti in maniera definitiva. Viene istituita la Commissione Stragi, presieduta da Libero Gualtieri, che nell’aprile del 1992 approva la relazione: “per la Commissione è possibile indicare al Parlamento le responsabilità delle istituzioni militari per avere trasformato una ‘normale’ inchiesta sulla perdita di un aereo civile, con tutti i suoi 81 passeggeri, in un insieme di menzogne, di reticenze, di deviazioni, al termine del quale, alle 81 vittime, se ne è aggiunta un’altra: quell’Aeronautica militare che, per quello che ha rappresentato e che rappresenta, non meritava certo di essere trascinata nella sua interezza in questa avventura”. Dopo la strage di Ustica si verificano una serie di morti sospette, i cosiddetti suicidi in ginocchio. L’elenco di morti sospette si apre con l’incidente stradale in cui muore il colonnello dell’Aeronautica militare Pierangelo Tedoldi, il 3 agosto 1980. Tedoldi, 41 anni, era comandante dell’aeroporto di Grosseto. Tre anni dopo, il 28 gennaio 1993, muore il sindaco di Grosseto, Giovanni Battista Finetti, in un altro incidente stradale. Era stato il sindaco a raccogliere le testimonianze di alcuni ufficiali dell’Aeronautica. Stando alle testimonianze, due caccia italiani si erano alzati in volo dalla base toscana per abbattere un Mig libico. In Germania, a Ramstein, nel corso di un’esibizione aerea delle Frecce Tricolori, il 28 agosto 1988, muoiono due piloti. Si tratta di Mario Naldini, 41 anni, e Ivo Nutarelli, 38 anni. Sono stati loro che la sera del 27 giugno 1980 hanno lanciato segnali di emergenza, decollati da Grosseto. Antonio Muzio, maresciallo dell’Aeronautica, il primo febbraio 1991 viene ucciso con tre colpi di pistola a Vibo Valentia. Era lui nell’anno della strage di Ustica a prestare servizio alla torre di controllo di Lamezia Terme. L’elenco continua: il 2 febbraio 1992, avviene un altro incidente stradale in cui rimane vittima il maresciallo Antonio Pagliara. Pagliara negli anni Ottanta era in servizio a Otranto e svolgeva funzioni di controllo per la Difesa Aerea. Il 12 gennaio 1993 viene ucciso a Bruxelles l’ex generale Roberto Boemio. Boemio era il testimone-chiave. L’alto ufficiale aveva infatti collaborato su Ustica con la magistratura: le modalità dell’omicidio, secondo la magistratura belga, coinvolgono “i servizi segreti internazionali”.

27 giugno 2020: la pista palestinese per la strage di Ustica

40 anni dopo la strage di Ustica rispunta la pista dell’attentato palestinese. Sono stati rivelati i telegrammi che venivano inviati al Sismi dal colonnello Stefano Giovannone che a quel tempo era a capo dei servizi segreti italiani a Beirut. Un telegramma cifrato per decenni coperto da segreto di Stato, parzialmente declassificato solo nel 2014. Lo rivela La Stampa, che scrive, nell’articolo a firma di Francesco Grignetti, “l’allarme del Sismi, arrivato a Roma poche ore prima del disastro aereo, è oggettivamente inquietante. E rilancerebbe la tesi dell’attentato ad opera di una frangia filolibica del terrorismo palestinese.” È in quei mesi che dopo il sequestro di missili palestinesi avvenuto in Abruzzo, a Ortona, i servizi segreti italiani hanno dovuto fare da cuscinetto per impedire attentati da parte dell’Fplp, l’organizzazione palestinese di fede marxista. In pratica, si trattava di un rapporto regolato da un protocollo segreto, il cosiddetto “Lodo Moro”. In particolare, stando a quello che è emerso, dal 1970 avrebbe permesso all’Olp di fare in Italia attività paramilitari sotto copertura offrendo in cambio all’Italia, la rinuncia a eseguire attentati terroristici. Stefano Giannone è morto nel 1985. Sono passati 45 anni, tra menzogne e muro di gomma, e rimangono ancora delle domande senza risposta: chi è il responsabile dell’abbattimento dell’aereo? Intanto come dicevamo ad apertura dell’articolo, i pm Francesco Lo Voi ed Erminio Amelio hanno motivato in circa 400 pagine la richiesta al gip di archiviare l’inchiesta, nonostante la verità sulla causa che ha portato all’abbattimento del Dc9 Itavia sarebbe nota. I responsabili però restano ignoti, perché nessuno a cominciare dai paesi alleati ha permesso ai magistrati la loro identificazione. Come riporta Repubblica, in un articolo recente a firma di Lirio Abbate, è solo nel 2007 che Francesco Cossiga rompe il silenzio, “un silenzio durato decenni. Davanti al pm dice: «Il Dc9 è stato abbattuto da un caccia partito dalla portaerei Clemenceau. L’obiettivo era Gheddafi». Le sue parole trovano eco nella recente intervista a Repubblica di Giuliano Amato, che chiama in causa i francesi. Antonio Maccanico, segretario della presidenza della Repubblica, ricorda anche un Pertini sgomento: «L’aeronautica non controllava lo spazio. Non poteva sapere cosa fosse successo».” Il giornale prosegue: “Alle rogatorie francesi e americane, risposte evasive, incomplete o secretate. I giornali di bordo delle portaerei? Parziali. I tracciati radar? Spariti. Le registrazioni? Distrutte. La Saratoga, dicono gli Usa, aveva spento i radar «per non disturbare le frequenze Tv dei napoletani». E non c’è traccia delle imbarcazioni francesi di cui parlano molti testimoni. Una bugia diplomatica”. L’articolo in questione parla del supertestimone Giovanbattista Sparla. È lui che la sera del 27 giugno 1980 prestava servizio nella sala operativa Shape della Nato a Casteau, in Belgio, come addetto dell’aeronautica militare. Sparla è l’unico a parlare: «Il Dc9 è rimasto coinvolto nella battaglia tra gli aerei americani e libici, uno dei quali avrà sganciato un missile che per errore ha colpito il velivolo civile. Ricordo di aver parlato con alcuni dei miei colleghi che erano in servizio quella sera a Marsala e questi, quando seppero che io lavoravo a Shape, mi dissero “allora tu sai tutto quello che è successo”», dice Sparla. Il supertestimone parla anche di un’esercitazione Nato, nome in codice Exercise South. Sui tabelloni della sala operativa, ha raccontato, comparivano anche aerei francesi e americani. Seppure le sue dichiarazioni siano contenute in due verbali del 2005 e del 2009, le autorità interpellate, cioè quelle francesi, americane e belghe hanno negato tutto, affermando che non ci sarebbe stata alcuna esercitazione. Tuttavia le sue parole hanno trovato delle conferme durante le indagini. Conferme da parte di altri militari, da civili, da tecnici radar, testimoni che, senza conoscersi, hanno affermato la stessa cosa: navi e velivoli militari c’erano. Intanto il gip ha fissato una udienza il 26 novembre per decidere se archiviare il caso. E la verità? Le 81 vittime? I familiari delle vittime?

20250627 060305373 5567

More

Caso Gintoneria Lacerenza, Stefania Nobile libera beve con mamma Wanna Marchi, e Cruciani a La Zanzara gode: “Sempre al tuo fianco contro questa follia”. Ma Davide?

di Jacopo Tona Jacopo Tona

si sboccia

Caso Gintoneria Lacerenza, Stefania Nobile libera beve con mamma Wanna Marchi, e Cruciani a La Zanzara gode: “Sempre al tuo fianco contro questa follia”. Ma Davide?

Chiara Ferragni Fenice dalle ceneri del pandoro? Società in crisi, bilanci in rosso, conti “scomparsi” e l’assemblea… Tra Sisterhood e Tbs-Crew, che succede all’impero di The Blonde Salad?

di Gaia Bonomelli Gaia Bonomelli

Buco milionario

Chiara Ferragni Fenice dalle ceneri del pandoro? Società in crisi, bilanci in rosso, conti “scomparsi” e l’assemblea… Tra Sisterhood e Tbs-Crew, che succede all’impero di The Blonde Salad?

Omicidio Poggi e giallo di Villa Pamphili, le novità di Ore 14 Sera (Rai 2) con Milo Infante. Capello e impronta dimenticati a Garlasco potrebbero portare a una svolta nelle indagini? E sulle dichiarazioni di Kaufmann…

di Angela Russo Angela Russo

cos'è emerso?

Omicidio Poggi e giallo di Villa Pamphili, le novità di Ore 14 Sera (Rai 2) con Milo Infante. Capello e impronta dimenticati a Garlasco potrebbero portare a una svolta nelle indagini? E sulle dichiarazioni di Kaufmann…

Tag

  • Cronaca
  • cronaca giudiziaria
  • Cronaca nera
  • Esteri
  • misteri
  • Notizie
  • Politica
  • strage di Ustica
  • Ustica

Top Stories

  • Omicidio Poggi, OGGI ALBERTO STASI SAREBBE INNOCENTE, perché? La riforma Orlando ha riscritto le regole processuali: due assoluzioni non possono portare a una condanna, non più l’assassino della fidanzata Chiara ma…

    di Giulia Ciriaci

    Omicidio Poggi, OGGI ALBERTO STASI SAREBBE INNOCENTE, perché? La riforma Orlando ha riscritto le regole processuali: due assoluzioni non possono portare a una condanna, non più l’assassino della fidanzata Chiara ma…
  • Wanna Marchi asfalta Casa a prima vista: “Ormai tutti le vendono, ma avranno la licenza? E i nuovi agenti…”. La regina delle televendite contro Real Time?

    di Jacopo Tona

    Wanna Marchi asfalta Casa a prima vista: “Ormai tutti le vendono, ma avranno la licenza? E i nuovi agenti…”. La regina delle televendite contro Real Time?
  • FATTORIA ROBOTICA? Clarkson compra il trattore che guida da solo: “Mi ha restituito una parte della mia vecchia vita”. Ecco com’è l’AgBot T2

    di Ilaria Ferretti

    FATTORIA ROBOTICA? Clarkson compra il trattore che guida da solo: “Mi ha restituito una parte della mia vecchia vita”. Ecco com’è l’AgBot T2
  • Omicidio Resinovich, LILIANA HA SCRITTO UNA LETTERA D’ADDIO? Sentiva che le sarebbe accaduto qualcosa? Spunta la mail dimenticata inviata all’amante Sterpin: “Pensavo che non fosse rilevante”. C’entra anche il marito Sebastiano?

    di Benedetta Minoliti

    Omicidio Resinovich, LILIANA HA SCRITTO UNA LETTERA D’ADDIO? Sentiva che le sarebbe accaduto qualcosa? Spunta la mail dimenticata inviata all’amante Sterpin: “Pensavo che non fosse rilevante”. C’entra anche il marito Sebastiano?
  • ALDO GRASSO CONTRO TUTTI? Da Al Bano fino a 100 minuti di Formigli e Nerazzini su La7 ecco le bordate del giornalista che esalta Romina Power. Poi sui Benetton e la tragedia del ponte Morandi…

    di Giulia Sorrentino

    ALDO GRASSO CONTRO TUTTI? Da Al Bano fino a 100 minuti di Formigli e Nerazzini su La7 ecco le bordate del giornalista che esalta Romina Power. Poi sui Benetton e la tragedia del ponte Morandi…
  • Caso ultras, alla festa degli Irriducibili uno striscione per Boiocchi con la famiglia presente: “Lealtà e amicizia i nostri valori, Vittorio sempre nei nostri cuori”. E dopo il racconto di Beretta si va verso il rito immediato a processo: ecco le novità

    di Domenico Agrizzi

    Caso ultras, alla festa degli Irriducibili uno striscione per Boiocchi con la famiglia presente: “Lealtà e amicizia i nostri valori, Vittorio sempre nei nostri cuori”. E dopo il racconto di Beretta si va verso il rito immediato a processo: ecco le novità

di Serena Marotta Serena Marotta

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Omicidio Poggi e giallo di Villa Pamphili, le novità di Ore 14 Sera (Rai 2) con Milo Infante. Capello e impronta dimenticati a Garlasco potrebbero portare a una svolta nelle indagini? E sulle dichiarazioni di Kaufmann…

di Angela Russo

Omicidio Poggi e giallo di Villa Pamphili, le novità di Ore 14 Sera (Rai 2) con Milo Infante. Capello e impronta dimenticati a Garlasco potrebbero portare a una svolta nelle indagini? E sulle dichiarazioni di Kaufmann…
Next Next

Omicidio Poggi e giallo di Villa Pamphili, le novità di Ore...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy