Abbiamo incontrato una lavoratrice dell’Ama - di cui non faremo il nome - l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti e della pulizia delle strade della Capitale. Ci ha raccontato che dietro la facciata di finto perbenismo della società si nascondono tutta una serie di logiche scandalose e senza alcuna (apparente) logica. Che all’interno ci fossero degli ingranaggi difettosi è cosa nota, ma mai avremmo immaginato fino a tal punto. Operai che subiscono il malcontento dei cittadini per il degrado in cui versa la Capitale, e che dal canto loro sono costretti a lavorare in situazioni rischiose pur di portare a termine il servizio. C’è però anche l’altra faccia della medaglia, composta da tantissimi dipendenti che si fingono malati grazie a qualche amicizia, o chi invece trascorre intere giornate nello spogliatoio senza fare niente pur continuando a percepire lo stipendio. E mentre la città continua ad accumulare monnezza come se non ci fosse un domani, i romani si domandano se prima o poi si uscirà da questo circolo vizioso….
Perché il personale Ama dopo le visite mediche si scopre magicamente in grado di lavorare?
Si sono resi conto che la gente che non lavora è più di quella che lavora. In tantissimi sono parcheggiati negli spogliatoi senza fare niente.
Come mai?
Molto probabilmente hanno l’amico medico da cui si fanno diagnosticare “strane” malattie, così funziona in Italia ma non solo all’Ama, anche ad Atac, tra i vigili urbani e per tante altre categorie del servizio pubblico. È proprio la mentalità italiana ad essere sbagliata.
È anche per questo che l’Ama ha così tante falle.
Adesso hanno capito che non si riesce a coprire il territorio con gli operai che ci sono a lavorare, anche perché noi, cioè quelli che vogliono lavorare, non siamo dei robot e a un certo punto ci stanchiamo. In sei ore e mezza, con tutta la buona volontà, per il lavoro che c’è da fare, non riusciamo. Ci sono state delle nuove assunzioni ma non bastano, Roma è grande, ha venti circoscrizioni e ognuna ha fino a sei zone da coprire. Noi queste persone le chiamiamo “i resuscitati”.
Cioè quelli che, dopo la malattia, si scoprono sani da un giorno all’altro.
Esatto. Tutti quelli che avevano dei problemi e che ora non li hanno più, guarda caso. Forse finalmente l’Ama sta capendo che tutta questa gente ferma senza fare niente, ma con lo stipendio, non è più sostenibile. Adesso li stanno indirizzando verso altri posti, anche allontanandoli dalla zona vicino casa. Non lavorando più in strada si abbassa anche lo stipendio, perché non c’è più l’indennità di servizio. Allora molta gente è “resuscitata”.
Com’è nato e come si è diffuso questo fenomeno?
Alcune persone hanno avuto dei problemi fisici, questo è vero, ma molti altri se li inventano e poi, dopo aver ottenuto un certificato medico, gli tolgono tutti i servizi facendoli restare nello spogliatoio per sei ore e mezza senza fare niente. Capisco che si tratta di un lavoro pesante e che a una certa età si cominciano ad avere dei problemi, su questo non ci piove, però non si può tenere una persona senza fare niente e farle ugualmente prendere lo stipendio. È scandaloso, soprattutto perché sono in tantissimi in questa situazione. Parlo di gente che anche a trenta o quarant'anni trascorre la giornata lavorativa così, non escono nemmeno per guidare i mezzi perché nessun caposquadra glielo impone. Purtroppo per motivi di salute è successo anche a me.
Raccontaci la tua esperienza.
Ho subito un’operazione e, invece di stare sei mesi a casa perché sono una persona che non riesce a stare ferma, ci sono stata quattro mesi per poi tornare al lavoro. Non ho ripreso subito servizio, perché prima ho dovuto fare una visita medica aziendale. Il medico deve accertare se effettivamente puoi ritornare a lavorare, perché se la situazione si aggravasse poi loro ci vanno di mezzo. Prima queste visite i dipendenti dell’Ama andavamo a farle all’IPA (Istituto Previdenza Ambiente), ma poi è stata commissariata perché si sono mangiati tutto e non hanno più soldi. Che schifo...
E quindi?
L’Ama ha quindi dovuto incaricare dei laboratori dove fare queste visite. Dopo che sono rientrata mi hanno chiamato dopo 10 giorni per fare la visita, nonostante ci fosse gente che l’aspettasse anche da due anni. Il medico mi ha sconsigliato di tornare, perché in caso contrario, visto il lavoro su strada, avrei stimolato troppo la parte operata. Non potevo neanche guidare e quindi sono rimasta dentro facendo solo presenza. Siccome passavano i mesi, e a me piace lavorare, ho cominciato a incalzare i responsabili, ma non mi rispondeva mai nessuno, neanche quelli che stavano in smart working. Dopo un po’ mi hanno detto di stare tranquilla, perché c’erano delle altre priorità. Quando finalmente mi arriva il foglio della visita ero felicissima, visto che mi ero rotta le palle di non fare nulla, ma all'ultimo momento il mio rientro viene rimandato senza che mi vengano date troppe spiegazioni.
Come hai reagito?
Mi hanno detto di avere dei problemi tecnici, che le persone a dover effettuare le visite erano tante e non riuscivano a sveltire il servizio, per cui me l’hanno rimandata. Era settembre, ma fino a dicembre non si è sbloccato nulla. Ho richiesto spiegazioni e mi hanno risposto: “Vediamo a gennaio dopo le feste”. Mi è sembrato davvero vergognoso…
E dopo le feste sei rientrata in servizio?
Li ricontatto e mi dicono: “Guardi, purtroppo la situazione è ancora bloccata”. Allora mi sono attivata per canali traversi, con un’amica, per cercare di sveltire le pratiche. Pensa un po’, c’è chi si fa raccomandare per stare a casa dal lavoro e io, invece, mi sono dovuta far raccomandare per tornarci. Alla fine sono tornata al lavoro a Pasqua, ma ho avuto un altro problema. Siccome l’operazione era stata al piede gli avevo chiesto delle scarpe diverse, perché quelle in dotazione mi davano fastidio.
Le hai avute?
Ma figurati, l’Ama non ci dà neppure le scarpe anche se dovrebbe. E il bello è che se mi faccio male e porto delle scarpe non idonee non mi riconoscono neanche l’infortunio. Per cui sono andata dal medico e ho chiesto quale tipo di calzature dovevo acquistare e me le sono pagate di tasca mia. Però ogni giorno prego Dio che non mi succeda niente, perché potrebbero trovare un cavillo, cioè dire che non sono quelle aziendali, e non garantirmi l’infortunio.
Ma vedendoti con delle scarpe diverse, i responsabili non dicono niente?
Non dicono niente, non so se notate che la maggior parte degli operai di Ama non porta le stesse scarpe? Anche questo è scandaloso. Anche qui c’è la scappatoia per non lavorare. Puoi andare dal medico e chiedere l’esenzione perché non ti danno in dotazione delle scarpe a norma e non ti fanno più lavorare. Quelle poche scarpe antinfortunistiche che avevano distribuito facevano schifo, ti creavano problemi alla schiena dopo averle usate molte ore, anche perché le avevano comprate chissà dove a due soldi.
Mentre per la divisa come funziona?
La divisa è di plastica. Adesso si sono svegliati a darci le t-shirt, prima indossavamo le polo. Un giorno con gli altri colleghi ci siamo tagliati le maniche. Ci hanno detto che non potevamo uscire così, ma sti cazzi, che facessero pure rapporto. Da qualche anno abbiamo di nuovo il lavaggio aziendale delle divise invece di portarle a casa. All'inizio ritornavano tutte impataccate, perché lavandole a secco non andavano via le macchie. Noi stiamo in mezzo alla mondezza, non siamo impiegati.
Adesso la situazione è migliorata?
Ora queste divise vengono lavate molto meglio, ma comunque puzzano, e se ogni tanto non le lascio al lavaggio in direzione potrebbero prendere dei provvedimenti. Ci sono colleghi poi che si cambiano una volta al mese. Per non parlare della situazione negli spogliatoi.
Che genere di situazione?
Alcune colleghe si comportano come se si trovassero a casa loro, non rispettando le regole, si depilano e lavano i capelli tranquillamente nei lavandini comuni. In questo modo scaricano gli scaldabagni finendo tutta l’acqua calda, e poi quando la gente torna dal servizio l’acqua non c’è. Questo spesso e volentieri è motivo di litigio. È gente veramente ignorante.
Ma c’è anche qualcuno che non si comporta così?
È da tanti anni che lavoro in questa azienda, e sono stata sempre arrabbiata. Ho visto zozzerie sopra zozzerie. Il problema è che vengono fatte dagli operai, quindi da amici, colleghi, capisquadra e capizona.
Per esempio?
Ad esempio il fatto stesso che hanno la guida e non vengono fatti uscire.
Perché?
Magari avranno l’amico o sono iscritti a un particolare sindacato che fa dei favori.
I sindacati in tutto questo che responsabilità hanno?
Non andrebbero proprio nominati perché fanno schifo i sindacati. Da quando lavoro in azienda ne ho cambiati tre, ho iniziato dalla Fiadel, poi Cgil e infine Cisl. Sono tutti uguali, ognuno pensa ai propri affari. Se fossero disinteressati farebbero meno danni. Quando ci sono le riunioni sindacali io vado lì per litigare, perché sono una manica di impostori. Loro non vanno in direzione per trattare per gli operai, ma per trattare i loro affari. Ho avuto la certezza di questo durante una riunione della Cgil. I sindacati chiedono i favori, poi se l’azienda si vuole fare i cazzi suoi se li fa ed ha anche ragione, visto che di favori ne ha fatti tanti.
Che genere di favori?
Mettere alcuni operai in ufficio, invece di altri, per dirne uno. C'è gente che è diventata caposquadra e caso strano sono tutte persone che hanno chi lo zio, chi il fratello, chi il cugino in direzione o chi che è ammanicato nel sindacato. Non conta più essere bravi al concorso.
Facciamo un passo indietro: come si accede all’Ama?
Tramite concorso, io sono entrata così, con l’ultimo che ci fu nel 1992. Dopodiché tutto con le agenzie interinali per poi essere assunti dall’Ama.
Ci sono dei concorsi interni per salire di livello?
Sì, e su questo sono venuta a conoscenza di una cosa che spero non sia vera. Queste persone raccomandate sono state chiamate a parte prima del concorso dentro un garage, e gli hanno fatto fare le prove scritte per diventare caposquadra. Così una volta all’esame avrebbero già saputo le domande del test. Visto tutto ciò che combinano ci stà che sia vero. Prima c'era l’esaminatore che passava per i tavoli e indicava le risposte giuste, ma adesso non si può più fare perché ti denunciano. E magari gli stronzi che studiano sul serio non passano.
Non c’è nessuno che riesce ad entrare per propri meriti?
Non lo so, forse può succedere che capiti quello fortunato che non ha conoscenze.
Tutti i lavoratori quindi sono sindacalizzati.
La maggior parte delle persone hanno il sindacato, anche se ultimamente in molti si sono tolti dopo il Covid. Finché ci saranno le tessere i sindacati non spariranno.
Durante la pandemia come vi siete organizzati?
Malissimo! Abbiamo organizzato dei turni, e non tutti avevano una coppia fissa. Nonostante non fosse giusto ognuno ha continuato a fare come voleva, ed è diventato motivo di discussione. Alcune persone poi, quando il vaccino è diventato obbligatorio, sono state sospese senza stipendio.
Come vivete voi dipendenti il degrado in cui versa la città?
Io lo vivo molto male, i miei colleghi dicono che me la prendo troppo e che da sola non posso cambiare la situazione. Noi operai siamo l’ultima ruota del carro, la colpa non è nostra ma di chi gestisce male. Si dice che il pesce puzza dalla testa.
La gente, quando siete in strada, vi addita come se foste voi i responsabili.
Si, anche perché è più facile prendersela con l’operaio, noi italiani siamo così coglioni da attaccare sempre il più debole, invece di chi ha realmente il potere. Tutto dipende anche dal modo di porsi, e di essere dignitosi nei confronti della divisa. Io rispondo sempre che invece di beccare noi per strada, interrompendo un lavoro pubblico per cui potrei anche presentare denuncia, le persone dovrebbero andare sotto gli uffici di chi comanda.
E anche per questo la situazione dei rifiuti riesplode ciclicamente nella Capitale.
Noi purtroppo la monnezza la paghiamo due volte perché la dobbiamo portare fuori. Nel nord Italia la bruciano per generare energia, mentre noi a Roma non ci riusciamo. Per me è sempre tutto riconducibile a interessi politici, per far vedere che c'è la crisi, che non sappiamo dove andare a buttare i rifiuti e che abbiamo bisogno di termovalorizzatori. Noi italiani abbocchiamo e stiamo zitti.
Quindi a Roma non servirebbe un termovalorizzatore?
Noi andiamo a ritirarla però siamo pochi, non possiamo fare tutto, quindi c’è sempre qualche strada che resta fuori e la monnezza si accumula. Poi aggiungi i malati che spesso avvisano all’ultimo minuto, e quelli che hanno la 104 che tassativamente non vengono di sabato. Oltre alle strade c’è anche la questione della pulizia dei mercati. Ma se tutto funzionasse non ci sarebbe bisogno di un termovalorizzatore.
Nei mercati come avviene il ritiro della spazzatura?
Solitamente lasciano tutto uno schifo, poi ci sono quelli che ritardano a smontare i banchi e noi dobbiamo aspettare. Non è affatto semplice, mai si arriva al mercato e si può iniziare a pulire da subito. Si fa alla meno peggio, ma va finito entro il nostro orario di lavoro, non si può lasciare la spazzatura in terra.
In che condizioni sono i mezzi che utilizzate durante il servizio?
Abbiamo dei mezzi vecchissimi, solo alcuni sono nuovi ma già non funzionano bene. Non c'è proprio la manutenzione, ci sono molti dei mezzi che hanno le gomme lisce. Un giorno faremo un incidente da paura. Se avessimo i mezzi dotati di costipatori, con la pala che compatta la spazzatura, potremmo fare meno viaggi e perdere meno tempo per scaricare. Noi invece abbiamo i furgoni normali. C’è a chi non frega niente e carica 10 bidoni per poi andare a scaricare, e fanno anche bene, ma di conseguenza non si riesce a finire il giro. Invece ci sono altre persone che come me fanno le frenate.
Vuoi spiegarci meglio?
Se acceleri e poi freni la spazzatura va avanti e indietro, così a ripetizione. A rischio di farci male, e di rovinare ulteriormente i mezzi. O si decide di fare un servizio buono per cercare di togliere tutta la monnezza, oppure non te ne frega niente e ogni 10 bidoni vai a scaricare, con annessa mezzora di fila sulla Tiburtina. Non si può lavorare così. I mezzi non vengono controllati e lavati. I sedili sono tutti rotti, qualcuno ha messo dei libri sotto per non guidare stando storti.
Il carburante è un altro problema?
Abbiamo delle schede carburante e andiamo a fare gasolio. Una cosa di cui noi operai ci lamentiamo è che quando capita di finire prima il servizio non possiamo rientrare. Dobbiamo stare in giro con il furgone e mi chiedo, ma l’Ama la benzina non la paga?
Vi siete dati una spiegazione?
Probabilmente perché la gente deve vederci sul territorio, uno specchietto per le allodole.
Cosa pensi della campagna elettorale di Gualtieri, poi diventato sindaco, incentrata proprio sul degrado di Roma?
Gualtieri non so neppure che faccia abbia. È sicuramente uno come tanti altri che l’hanno preceduto. Come la Raggi è un capro espiatorio che deve prendersi tutti gli accidenti e rispondere a tutti gli scandali che scoppiano. Dietro, invece, c’è chi ha più potere e si fa i cazzi suoi. Noi siamo distratti da loro, senza capire che dietro ci sono quelli che veramente tirano i fili.
Che percezione ha la gente dei lavoratori dell’Ama?
Come la gente sa che lavoro all’Ama inizia a farmi tante domande, per questo solitamente non lo dico.
Ora si è aperta la questione degli incentivi economici.
È stata una buffonata, un esperimento in cui bisognava lavorare per molti giorni di fila senza stacco. Tutto questo per duecento euro.
Qualche dipendente ha accettato?
Per i soldi sì. Gli autisti di questo si sono lamentati, perché in molti hanno aderito visto che sono loro ad avere il potere maggiore. Se non passano con le macchine a scaricare i cassonetti sono cavoli per tutti. Per fortuna siamo stati abbastanza intelligenti da non accettare in massa, e ovviamente i sindacati non si sono visti. Sembra che la questione sia risolta, ma sicuramente torneranno alla carica.
Non sembra che, al di là dei sindacati, i lavoratori riescano a fare fronte comune per cambiare le cose.
Il più delle volte ognuno si guarda i propri interessi, non siamo uniti tra di noi e ne paghiamo le conseguenze ogni giorno.