“Ci vorranno 50 anni e 10 milioni di euro per far sì che la situazione torni alla normalità”. Queste le parole di CONFAGRICOLTURA a seguito del devastante incendio che ha messo, e sta mettendo a dura prova la Toscana nell’area Viareggio – Massarosa – Lucca. Noi eravamo lì, fianco a fianco con cittadini, vigili del fuoco e le forze di volontariato della Protezione Civile (Antincendio Boschivo). Ai piedi della montagna ci sono i posti di blocco organizzati dai Carabinieri, che consentono il passaggio solo ai residenti, almeno a quelli la cui casa o la via per tornarci non è andata completamente distrutta tra le fiamme. L’aria è impregnata di fumo che rende la vista delle montagne spettacolare ed allo stesso tempo drammatica. Due chiacchere col Maresciallo che coordina le operazioni e ci lasciano proseguire, non senza raccomandazioni, verso l’epicentro dell’incendio nel piccolo paesino di Fibbialla. La strada è tutta in salita, ci sono alcuni tronchi bruciati mentre si sale, ed il fumo si fa più intenso al punto da dover indossare una mascherina improvvisata con una bandana. Vigili del fuoco ogni 100 metri monitorano ogni tratto della montagna, e dopo aver percorso circa un chilometro incontriamo un nucleo proveniente da Bologna, il cui comandate ci dice senza mezzi termini: “La strada per Fibbialla è aperta, intorno sta avanzando l’incendio, volete proseguire? A vostro rischio e pericolo, se l’incendio scende restate bloccati lì”. Chiediamo di poter restare qualche minuto con loro per fare delle riprese ma spezza subito la nostra richiesta con un: “No, qui con noi non potete stare neanche un secondo”. Decidiamo di proseguire perché vogliamo arrivare a Fibbialla, la frase di prima “a vostro rischio e pericolo” adesso è ancora più chiara. Sopra di noi il cielo è arancione dalle fiamme, il fumo si fa più denso ed i lapilli di cenere cadono incessantemente dal cielo, se sei un fumatore qui ti passa la voglia.
A meno di mezzo chilometro dal piccolo paesino ci fermiamo per fare qualche ripresa, c’è un elicottero che ci passa sopra la testa avanti e indietro senza sosta, prende e porta l’acqua da sganciare in mezzo al bosco, vicino ad alcuni casolari, sembra una scena di Apocalypse Now. Sapevamo che in questa zona molte delle abitazioni utilizzano centri di stoccaggio di GPL come alimentazione, e dopo qualche minuto ci accorgiamo che alle nostre spalle c’è una struttura con due cartelli: “STOCCAGGIO GPL” E “GAS INFIAMMABILE”. Ci risuona ancora la frase di prima come le campane di una chiesa “a vostro rischio e pericolo”. Ormai ci siamo, ecco Fibbialla il piccolo paesino evacuato dove c’è solo quello che sembra un agricoltore, e che senza problemi si aggira sul suo trattore per l’unica strada del paesino. Qui c’è una squadra della Protezione Civile con il compito di monitorare la situazione, e respingere il fuoco con i mezzi a loro disposizione. Uno di loro ci racconta che poco prima avevano bloccato il propagarsi di un focolaio: “Mai vista una cosa così in 13 anni”. Chiediamo come sia la situazione in generale, e uno di loro ci racconta che la piccola strada sterrata che porta al paesino accanto, Montigiano, è completamente bruciata e inagibile. “Al momento siamo riusciti a respingere piccoli focolai, ma se prende come state vedendo lì adesso l’unica cosa da fare è indietreggiare ed aspettare i mezzi aerei”. Fibbialla è uno dei punti più alti e davanti a noi, inesorabilmente e senza poter fare niente se non continuare a riprendere, il bosco brucia. Dopo una ventina di minuti ci consigliano di scendere perché la situazione sta peggiorando. Questa volta ascoltiamo l’esortazione e lentamente scendiamo verso i piedi della montagna, si vedono alcuni cittadini, alcuni piangono altri puntano il dito verso l’alto, forse per cercare di vedere la propria casa nella speranza che tutto ciò che hanno costruito non sia dolorosamente andato in fumo.