Nelle prossime ore se ne saprà di più, ma intanto il bilancio della tragedia della Marmolada, il distacco di un blocco di ghiaccio avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, recita sei morti e otto feriti, più (almeno) 17 dispersi. Secondo quanto scritto dall’Ansa, fra le vittime ci sarebbero tre italiani, una persona dalla Cecoslovacchia e due corpi (un uomo e una donna) non ancora identificati. Proseguono i soccorsi e le ricerche dei dispersi in queste ore con i mezzi a disposizione, anche se la Protezione civile locale, che si sta occupando delle operazioni, non lascia aperte molte porte circa il recupero di altre persone. Il distacco del saracco nel tratto che porta da Pian dei Fiacconi a Punta Penia, a quota 3mila metri, è stato sentito da molti nella zona a causa del gran boato generato e le temperature, intorno alle 13.45, orario indicato nel momento del distacco, superavano i dieci gradi. Ne abbiamo parlato con Danilo Callegari, atleta di sport estremi e volto del programma Extreme adventures, in onda su Dmax.
Come è potuto succedere questo scioglimento? Che ruolo ha avuto il clima?
Non sono uno scienziato, ma per quello che ho potuto vedere in questi anni viaggiando in alta quota, l’aspetto climatico ha sicuramente un suo peso. Non sto a parlare di cambiamento climatico globale, ma guardando il fatto in sé, ti dico che per forza di cose il clima incide. Il ritiro dei ghiacciai è un dato evidente a tutti. Quando nel 2018 ho attraversato il più grande ghiacciaio d’Europa a piedi, in Islanda, era la terza volta che ci andavo dopo 2008 e 2010. Nel 2010 era la prima volta. In otto anni, posso dirti di aver visto il cambio di consistenza e della dimensione della neve di quel ghiacciaio. Figuriamoci i nostri ghiacciai alpini.
Racconta…
L’altro ieri ero in Trentino a 2900 metri e c’era caldo, delle temperature insolite per quelle altitudini a in un periodo estivo come questo. Le temperature degli ultimi giorni qui sono arrivate in anticipo rispetto ai tempi e, solitamente, sono di metà agosto. Non è un termometro da giugno. Inoltre, siamo di fronte a un inverno in cui non c’è stata neve e questo ha influito al fatto successo in Marmolada. Credo che purtroppo il futuro sia già davanti ai nostri occhi. Poi i discorsi tecnici li lascio ai tecnici, ma una cosa posso dire: purtroppo questi eventi non sono una cosa attribuibile al caso.
Cioè?
L’anno scorso c’è stato un inverno con tantissima neve. Io ero a registrare delle puntate sul Monte Rosa e volavo col parapendio sulle cime. Ammetto che era molto caldo, ma si era accumulata tanta neve dopo le nevicate d’inverno. Il problema di oggi invece è che sotto i ghiacciai l’alta temperatura ha creato enormi canali d’acqua e, inevitabilmente, queste nel tempo creano un fondo sulla roccia molto scivoloso e viscido. Il distacco di una placca va giù quindi come se fosse su uno scivolo d’acqua e sul terreno reso scivoloso.
Ti faccio un esempio. Quando ero in Islanda nel 2018, ho attraversato il ghiacciaio in due settimane, all’incirca, e al ritorno non riuscivo a riconoscere il percorso tramite il gps. Era già franato tutto. Tiravo la slitta e sotto il ghiaccio scorrevano fiumi d’acqua. E’ normale che ci sia tanta acqua sotto i ghiacciai in determinate zone, ma negli ultimi anni, mi sono accorto, il livello dell’acqua è aumentato ed è tanta.
Quindi chi frequenta la montagna (atleti, guide, turisti, addetti ai lavori) sono a rischio?
Il pericolo in montagna c’è. Può essere nascosto dalla valanga che si stacca in maniera naturale, perché si deve staccare e poi ci sono altre situazioni straordinarie, come la Marmolada. Questa tragedia è un caso limite, cioè è un evento straordinario che si sia staccato un ghiacciaio così grande. Si è staccata una massa enorme, e ripeto, è un fatto straordinario. Ma la montagna è sempre pericolosa.
Da un po’ c’è allarmismo per i pericoli dei ghiacciai. Diciamo che il rischio c’era.
E’ un po’ come dire: so che c’è allerta 4 per il rischio valanghe (il massimo è 5, ndr), e poi scopri che tanti alpinisti rimangono sotto nonostante il rischio. Sei sempre sottoposto al rischio a queste quote. Ci sono comunque persone che muoiono per rischi alti e altre che purtroppo soffrono per eventi imprevedibili o straordinari. E ripeto ancora: questo della Marmolada è un fatto straordinario perché la massa che si è staccata è enorme.