Niente vacanze di Natale, in particolare sulle piste da sci che rimarranno chiuse, e niente veglioni, tavolate, tombolate: "Non possiamo permettere che la fine dell'anno diventi come Ferragosto" dice, senza mezzi termini, un ministro del governo Conte. E Palazzo Chigi conferma: "Stiamo studiando un'iniziativa a livello europeo per prevenire le vacanze sulla neve". Per anticipare e contrastare la terza ondata di emergenza Covid, dunque, l'Italia sceglie la linea dura per questo fine 2020 e a farne le spese potrebbe essere lo sport di montagna per eccellenza, ma tutto il settore protesta a questa ipotesi.
Noi abbiamo contattato Kristian Ghedina, ex sciatore – il più vittorioso discesista italiano nella storia della Coppa del Mondo – per chiedergli cosa ne pensi: “È una cosa assurda, non condivido assolutamente queste chiusure. Sugli impianti sciistici si può fare come l’anno scorso, facendo entrare le persone in modo contingentato. Se si rispettano le regole non vedo che problemi ci siano. Se ci si può adeguare, perché no?” ha detto, per poi aggiungere: “Resta a noi essere responsabili. Non è che la polizia può sorvegliare ogni impianto, però lo sci è uno sport individuale, che si fa all’aria aperta e dove è difficile creare assembramenti. L’unico problema sarebbe quello di tenere d’occhio le funivie. È vero che è facile criticare e difficile prendere decisioni, però trovo assurdo chiudere totalmente un settore così importante”.
A lui si è associato anche Alberto Tomba: "Lo sci è per eccellenza sport all'aperto ed individuale: in più, visto come ci si veste quando si va a sciare, non è davvero un problema di mascherine, perché già ora si usano normalmente protezioni della bocca e del viso. E sciando neppure c'è un problema di distanziamento".
E ancora, le proteste sono arrivate da più parti.
La presidente degli operatori funiviari Ghezzi ha dichiarato: "No a decisioni emotive. Economia che vale 120 mila posti di lavoro". Gerard (Federalberghi) invece ha aggiunto: "Rischiamo di perdere il 30% del fatturato". Per albergatori e ristoratori in ballo ci sono 12 miliardi e anche i maestri di sci hanno fatto sentire la loro voce: "Grande preoccupazione per 15 mila famiglie". E ancora Gianpietro Ghedina, primo cittadino della regina fra le località sciistiche del Veneto, Cortina, assicura: "Siamo pronti e contiamo di aprire il 18 dicembre. I titolari degli impianti di risalita hanno fatto le loro proposte: un tetto del 50% sugli skypass giornalieri, abbonamenti online, limite del 50% per cabinovie e funivie. Ma abbiamo anche tante seggiovie" e infine gli assessori alla Montagna e al Bilancio della Lombardia, Sertori e Caparini hanno chiarito: "Gli addetti del turismo della montagna devono programmare la stagione, pretendiamo che il governo riveda questa incomprensibile decisione. Mentre a Natale si scierà in Svizzera, in Austria e in Francia secondo il governo da questa parte delle Alpi dovrà essere tutto chiuso".
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