Cosa è accaduto a Simone Di Gregorio, 35 anni, che domenica pomeriggio ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire a San Giovanni Teatino (Chieti). L’uomo, con problemi psichici e in evidente stato confusionale, correva nudo vicino alla ferrovia. Aveva forse in mente di compiere un gesto estremo? I carabinieri sono intervenuti per fermarlo utilizzando il taser, la pistola che rilascia impulsi elettrici, che in un primo momento non ha sortito nessun effetto. Successivamente l’uomo è stato immobilizzato e caricato su un’ambulanza, dove gli è stato somministrato un calmante. Il 35enne è arrivato senza vita all’ospedale di Chieti. Il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Marika Ponziani, sta indagando per omicidio colposo. L’autopsia accerterà le cause del decesso, stabilendo se l’uomo avesse o meno assunto sostanze o farmaci, e se il decesso è da attribuire al taser utilizzato per immobilizzarlo.
Un testimone ha raccontato ai carabinieri quanto accaduto prima che arrivasse la pattuglia: “Ho visto quell’uomo sbattere la testa contro il tettuccio di una macchina dalla quale è sceso: gridava, era molto agitato. Poi ha iniziato a correre verso la ferrovia togliendosi i vestiti fino a rimanere nudo”. Con questa vicenda sono esplose ancora una volta le polemiche sull’utilizzo del taser. Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali della Camera: “Per noi l’uso di questo mezzo deve essere abolito: non si può rischiare la vita in questo modo”. Mauro Palma, garante dei diritti dei detenuti: “Non è accettabile che l’operazione per ricondurre alla calma una persona in evidente stato di agitazione si concluda con la sua morte”.