Federcarrozzieri, che ha diffuso i risultati di uno studio, sostiene che il dato che ha inciso notevolmente sull'aumento del mantenimento di un'auto è quello relativo al prezzo del carburante, che rispetto al 2013 ammonta ad un +6,2%. Poi, riguardo ai pezzi di ricambio, pneumatici e lubrificanti, si spendono oggi 275 euro, invece per la manutenzione ordinaria e interventi vari si è avuta una crescita di circa 110 euro pari al 33%. Gli anni post pandemici hanno portato ad una crisi di materie prime e ad un corrispettivo aumento dei prezzi. Sul settore automobilistico, in particolare il sensibile aumento di pezzi di ricambio, vernici, strumentazione tecnica, e spese energetiche in capo alle officine, ha portato a far aumentare da parte dei carrozzieri il prezzo legato alle riparazioni.
Più contenuto è invece l'aumento di pedaggi e parchimetri, che rispetto al 2013 è cresciuto solo del 10,7% Crescono anche le tasse automobilistiche (Bollo auto, Revisione): da una spesa annuale di 228 euro del 2013 ai 240 euro del 2023. Discorso a parte merita l'Rc auto perché se il costo medio delle polizze negli anni precedenti ha registrato una costante diminuzione (circa 533 euro nel 2013), oggi si è invertita la rotta, portando nel 2023 ad un incremento di circa il +6% rispetto allo scorso anno. Questi rincari da parte dell’Rc auto rischiano di portare ad una stangata di circa 747,5 milioni di euro sulle tasche degli italiani. Per questo Federcarrozzieri ha chiesto a Giorgia Meloni di “rivedere e intervenire sull'abuso di posizione dominante delle compagnie di assicurazioni che limitano la concorrenza e danneggiano i consumatori, obbligando i propri assicurati a eseguire le riparazioni in caso di sinistri presso officine indicate dalle stesse imprese assicuratrici".