Carlos Tavares è il nuovo CEO di Stellantis, la società frutto della fusione tra i francesi di PSA e Fiat Chrysler Automotive. Ed è uno degli uomini più brillanti di questa speciale categoria, quella dei manager dell’auto, che spazia da personaggi controversi come Carlos Ghosn a uomini con una visione forte come Luca de Meo (ex Direttore SEAT ora alla guida di Renault), categoria che gli italiani hanno imparato a conoscere attraverso l’ormai compianto Sergio Marchionne.
Tuttavia Carlos Tavares si differenzia dalla maggior parte dei colleghi per almeno un paio di motivi. il primo è nei modi: il portoghese non è il manager imbolsito che si sposta tra le filiali a bordo di un jet privato, ostentando spaventosi benefit economici. Ha insegnato ai dirigenti PSA a viaggiare limitando gli sprechi convincendoli con una metodologia di stampo biblico, ossia dando il buon esempio. Aerei di compagnie low-cost e alberghi economici, il tutto senza mai fingere di accontentarsi. Lui ci crede, gli altri seguono. Al tempo stesso, come riferisce Leonardo Martinelli su La Stampa, Tavares è solito ripetere che “I manager impopolari di oggi saranno gli eroi di domani” e ai collaboratori ama ricordare che “sono il capo, non un amico”.
A renderlo l’uomo giusto per guidare una grande azienda automobilistica è anche la sua sconfinata passione per le quattro ruote, meglio se d’epoca. Tavares possiede, tra le altre, una Formula 3 degli anni Ottanta, una Peugeot 104 preparata per correre i rally ed un Lola T70.
Ma non solo: sarà al via del rally Monte-Carlo Historique al volante di una Lancia Stratos, grazie ad una precisa clausola sul suo contratto che gli permette di partecipare ad un massimo di 22 competizioni automobilistiche nel corso dell’anno con la sua squadra. Così, quando parla di auto, è lecito dargli il peso che merita.
Carlos Tavares è portoghese, classe 1958, la madre è insegnante di francese ed il padre impiegato in un’assicurazione. Lui impara a conoscere i motori al Circuito di Estoril, si iscrive al Lyceé français e si trasferisce in Francia dopo la maturità. Si laurea all’Ecole Centrale, uno dei punti cardine dell’alta educazione transalpina, ed ottiene così un posto in Renault. Sono gli anni Ottanta quando Tavares comincia la lunga scalata che lo porterà alla guida del terzo gruppo mondiale per fatturato in campo automobilistico.
La prima grande svolta è nel 2005 quando Carlos Ghosn, numero uno di Renault, lo nomina responsabile di Nissan (di cui la Casa della Losanga è tutt’ora proprietaria) per il mercato americano, per poi promuoverlo a suo braccio destro nel 2011.
Due anni più tardi Tavares decide di accettare la sfida più grande, prendendo il timone di una PSA sull’orlo del baratro in seguito alla crisi economica del 2008. Il portoghese prende quindi il comando all’inizio del 2014 e, anche grazie alla partecipazione del governo francese e dei capitali cinesi Dongfeng, rilancia Peugeot e Citroën con numeri esorbitanti. Il 2016, anno del SUV Peugeot 3008 e di Citroën C3, la crescita di PSA è a doppio zero ed il talento del suo numero uno è ormai sotto gli occhi di tutti. Segue, nel 2017, l'acquisto di Opel da parte di PSA per 1,3 miliardi di euro.
Il 20 dicembre 2018 propone a Micheal Manley, CEO di FCA subentrato a Sergio Marchionne, un incontro al Salone di Ginevra per discutere l'acquisto di Fiat Chrysler, che viene però categoricamente respinto da John Elkann. Ad aprile, poche settimane dopo il salone elvetico, le storiche paroile di Robert Peugeot, che dichiara a Les Echos che “i pianeti potrebbero essere allineati. Ma vale anche per altri”. Da lì, il lavoro delle parti per rivedere l'accordo, che da acquisto si trasforma in fusione. Oggi, degli undici membri del consiglio d’amministrazione, sei vengono da PSA e cinque da Fiat-Chrysler, con Tavares ancora una volta al comando. Per quanto il patriottismo consigli diversamente, la realtà è che Carlos Tavares è l’uomo giusto per guidare Stellantis. Lui che, alla guida, è il più capace di tutti.