Qualche anno fa mi calai, a fatica, al posto di guida di una Lotus Elise che vagheggiavo di acquistare. Dovettero togliere il tettuccio per farmi uscire. La storica marca inglese di Ethel è infatti sempre stata sinonimo di sportive piccole, basse, leggere. Ma non c’è da stupirsi se dopo la Evija, hypercar elettrica da più di 2 milioni di euro, la Lotus abbia presentato Eletre, un SUV 100% elettrico che rappresenta l’inizio di una nuova era per il marchio.
E non state a scandalizzarvi. Nel 2002 la Porsche Cayenne salvò il marchio tedesco. Dopo vent’anni ne sono state prodotte più di un milione. E, uno dopo l’altro, tutti o quasi i marchi premium hanno messo in commercio il loro SUV, quindi perché non dovrebbe farlo Lotus? Sì, è vero che il mitico fondatore, Colin Chapman, faceva della leggerezza e della “sveltezza” le qualità con cui le sue auto competevano contro vetture molto più potenti, tanto da arrivare a portarsi a casa diversi titoli costruttori e piloti di Formula 1. Era l’esempio più eclatante di quelli che Enzo Ferrari definiva con disprezzo i “garagisti inglesi”. Disprezzo che aumentava quando veniva battuto. Ma vero è anche che l’elegante ingegnere col baffetto era un visionario e un innovatore.
Chissà, forse con lui ancora al comando (Colin scomparve nel 1982 a soli 54 anni) un SUV l’avrebbe lanciato anche della prima di Porsche. Negli anni Settanta d’altronde lo si vedeva spesso al volante della “sua” Lotus Elite - una delle due Gran Turismo a 4 posti che lanciò in quegli anni, l’altra era l’Eclat - auto più comoda e spaziosa delle sue sportive a 2 posti secchi con la seduta a tre cm dall’asfalto. E chissà cosa si sarebbe inventato con il back-up del colosso cinese Geely che dal 2017 è proprietario del brand e che lo sostiene con ingenti investimenti. Forse avrebbe puntato alla luna prima di Elon Musk.
La Lotus comunque fa sul serio con l’Eletre. Vediamo come. Una nuova piattaforma dedicata, con la batteria - capace di più di 100kWh e oltre 500 km di autonomia - tra i due motori elettrici, uno per ogni asse. Trazione su quattro ruote motrici, capaci di scaricare a terra perfettamente, in modo immediato e lineare, tutta la potenza generata. Si parla di tre versioni, da 600 CV fino a a circa 750. Con un impressionante 0-100 km/h sotto i 3 secondi.
Il design degli esterni a tratti prende ispirazione dalla Evija, soprattutto nelle fiancate scolpite, le cui superfici hanno volumi dinamici, linee e raccordi che appunto sono quasi più da supercar che da SUV. Lo stesso si può dire del frontale e del parabrezza slanciato che si raccorda con il tetto panoramico. Bellissimi anche gli interni, molto “contemporary design” con il volante di ridotte dimensioni, tunnel centrale da sportiva, schermo di notevoli dimensioni.
Dovrebbero poi seguire una berlina/coupè a quattro porte e un SUV di dimensioni compatte. E crediamo che vedere una Lotus così ben proiettata nel futuro sia una cosa di cui Colin Chapman sarebbe fiero. E che potrebbe godersi con un sorriso beffardo, da sotto l’immancabile flatcap, anche dal sedile posteriore di un SUV elettrico.