All’inizio, quella delle criptovalute, sembrava un’idea pazza. Qualcosa di lontano e oscuro che, tuttavia, con il passare degli anni ha assunto e sta assumendo una dimensione sempre più concreta. Un esempio? Il concessionario Lamborghini di Newport Beach, fuori Los Angeles, ha annunciato che le sue auto saranno acquistabili anche tramite criptovalute.
Non è la prima volta che sentiamo parlare di geek arricchitisi grazie a geniali intuizioni e, d'altro canto, Lamborghini ha preso, negli ultimi anni, a rivestire il ruolo di status symbol per eccellenza: il marchio preferito tra chi - come i rapper - fanno della ricchezza sfrenata (e anche un po’ sfacciata), una scelta di stile.
L’esempio più lampante lo si è visto tre anni fa a Manhattan dove, durante il Consensus 2018, davanti all’Hilton, i giovani imprenditori della criptovaluta si sono presentati alla convention con decine di Lambo. Insomma, non proprio un inno alla sobrietà ma la Casa di Sant’Agata è spesso associata a personaggi dello spettacolo e dello sport che sono un po’ sopra alle righe. Nulla di male, quindi, soprattutto se i VIP trainano le vendite.
A rendere ulteriormente curiosa l'iniziativa del concessionario di Newport Beach, ci pensa, però, il particolare periodo in cui la nuova formula d'acquisto è presentata al grande pubblico. La proveribiale volatilità del Bitcoin ha fatto segnare, infatti, proprio lo scorso 8 gennaio, un balzo dal massimo storico di 33.000 dollari, agli attuali 28.000.
La domanda sorge spontanea? Come si tutelerà il concessionario dagli sbalzi umorali del mercato? Una Lamborghini da 250.000 dollari di oggi, se venduta in Bitcoin, può costare molto di più, o molto meno, a seconda dal cambio, che rischia di far perdere molti soldi sia a chi acquista, sia a chi vende.
Dubbi legittimi che, tuttavia, potrebbero non toccare il consessionario di Newport. A quanto pare, infatti, il suo proprietario è perfettamente a conoscenza dei rischi di queste iniziative, se è vero che operazioni di questo tipo non sono del tutto nuove, nel suo salone. A questo proposito, pare che risalga addirittura al lontano 2013 la vendita di una Tesla Model S di seconda mano, con pagamento in criptovaluta. Una transazione che, se confermata, avrebbe comportato un incremento sul valore delle somme incassate in quella circostanza del 137.400% (il primo gennaio 2013, 1 Bitcoin valeva 20,46 dollari).
La cosa migliore da fare, dunque, è forse quella di fargli visita, non tanto per acquistare una delle sue auto, quanto, piuttosto, per chiedergli quale sia la strategia migliore per investire i propri soldi!