Sarebbe stato costretto a gettarsi in fretta e furia al di fuori dell'abitacolo, il turista svedese che, nella giornata di ieri, lungo la statale 48, nei pressi di Canazei, stava risalendo il Passo Pordoi a bordo della propria McLaren 12C. Prima del fumo, poi le fiamme: un incendio contro cui nulla hanno potuto né gli estintori del vicino Hotel Pordoi, né l'intervento dei volontari dei Vigili del Fuoco, prontamente accorsi sul posto.
Un incidente che ha lasciato null'altro che un cumulo di cenere, dell'auto di Woking, e ben più di un interrogativo. Come noto, infatti, oramai da anni le province autonome di Trento e Bolzano sono particolarmente attive nell'intento di limitare l'accesso dei motociclisti alle fantastiche strade che circondano queste vallate. Limiti dedicati alle moto e un più o meno velato disincentivo a percorrerle, se in sella a un mezzo a due ruote.
Una scelta che è stata giustificata dalla politica con l'intenzione di preservare questi luoghi dal costante rumore prodotto dalle moto e dall'utilizzo poco accorto di queste strade da un tipo di utenza che spesso - stando a quanto sostenuto da chi è a favore di questi interventi - tende a confondere le statali per i circuiti del mondiale.
Chi quelle strade le frequenta abitualmente nei periodi di maggior afflusso (quelli oggetto degli interventi), sa bene che le cose non stanno esattamente così. Super batutte da turisti dotati di qualsiasi mezzo a motore (dall'auto, al camper, passando per trike e chi pù ne ha, più ne metta), i passi dolomitici sono, ormai da anni, al limite dell'impraticabile, limiti o non limiti. Provate a risalirli in una qualsiasi giornata di agosto e non riuscirete a superare i 30 Km/h manco a volerlo, tra caravan a passo d'uomo e guidatori col cappello, in preda al panico al primo tornante. E però una particolare attenzione viene rivolta soltanto ai soliti motociclisti, brutti sporchi e cattivi.
È così che, venendo a conoscenza dell'incidente occorso al povero svedese, non può che sorgere spontanea una domanda: le moto che fanno baccano, che corrono, non vanno bene, mentre le auto sportive sì? In base a cosa? C'entra forse la capacità di spesa inevitabilmente maggiore di chi si presenta al "via" su una McLaren (pur se non di primo pelo), rispetto a uno smanettone sulla sua R1 con una decina d'anni sul groppone?
La risposta, già lo immaginiamo, è un "no" indignato: figurarsi se le auto di lusso sono preferite alle moto su strade che - per inciso - non sono di proprietà né della Regione, né delle due province autonome a cui sono riconducibili (anche se spesso qualcuno tende a dimenticarlo). Ma se è vero che nessuna discriminazione dipende da questo motivo, perché non agire di conseguenza? Limiti uguali per moto e auto o, meglio, meno restrizioni per tutti. Anche perché, ve lo diciamo col cuore in mano, di anni in cui sentir rombare un mezzo a motore, da queste parti, ne restano davvero pochi. Portate pazienza ancora qualche estate, giusto il tempo che ci obblighino a guidare solo elettrico, consapevoli del fatto che tanto, dalle città, con una sola carica, fin lassù, non riusciremo mai ad arrivarci.