Ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole, dovrebbe essere così sempre e sembra essere così, in particolare, quando c’è di mezzo Valentino Rossi e la sua volontà o meno di restare in MotoGP. E’ il tema del momento e, senza stare a girarci troppo intorno, “Valentino Rossi” è ancora la formula magica per registrare picchi di letture. Così, e non è un voler puntare il dito perché non esiste redazione giornalistica di settore che non sia caduta in tentazione, si finisce per scrivere anche quando notizie o spunti particolari non ce ne sono, a volte ricorrendo direttamente alle opinioni personali. Se a questo si aggiunge un titolo che recita testualmente “Valentino Rossi deve dimettersi”, ecco che quell’opinione finisce inevitabilmente per fare il giro del web, spaccando anche l’opinione pubblica sui social. Ne sanno qualcosa i colleghi di Speedweek (testata giornalistica riconducibile a RedBull) a cui, proprio in questi giorni, il giornalista Günther Wiesinger ha affidato una sua riflessione in cui sostiene, senza mezzi termini, che la permanenza di Rossi nel motomondiale è “un disservizio”.
“Non ho mai nascosto la mia ammirazione per Valentino Rossi – scrive il giornalista - Il carismatico 115 volte vincitore del GP e nove volte campione del mondo era ed è un regalo per ogni giornalista. I fan di tutto il mondo lo adoravano e lo adorano ancora. Per anni ho sperato che Rossi rimanesse nel mondo dei GP come pilota da corsa. Perché ha lottato per raggiungere la vetta ancora e ancora dopo le battute d'arresto dei due anni in Ducati. Ma non ci credo più adesso. E non può più battere il record assoluto di Agostini con 122 GP vinti. Valentino ha vissuto in sella ad una moto da corsa per tutta la vita. Siamo felici di perdonarlo per gli ultimi due anni, ma il bravo ragazzo non dovrebbe fare un terzo anno con tali risultati. Puoi girarlo e girarlo come vuoi. Il motociclista più popolare oggi ha chiaramente perso il momento giusto per andare in pensione, e non di poche settimane o mesi”.