Tesla, dopo l’ultimo anno in caduta libero (un crollo da record su tutti i fronti; anche riguardo al patrimonio personale di Elon Musk dopo l’acquisizione di Twitter), lancia la sfida al mercato delle auto e a se stessa: 20milioni di auto entro il 2030. Le premesse? Taglio dei prezzi delle auto e processi produttivi ottimizzati. Per intenderci, l’anno scorso Tesla era arrivata a venderne 1,3 milioni. Certo, la riduzione dei costi di produzione dal 2018 ammonta al 30%, ma sarà sufficiente? Forse serve un asso nella manica. E per Musk, sarà l’ampliamento della gamma di modelli fino a dieci proposte, più del doppio delle attuali. In arrivo il Cybertruck e la sportiva Roadster per arrivare a quota 6, il lavoro da fare sarà ancora lungo.
Musk ha 7 anni a disposizione e l’aumento stimato è pari a un fattore di 20 secondo la Bernestein Bank. Insomma, la strategia del numero uno americano sembra troppo debole per poter sostenere obiettivi a corto raggio tanto ottimisti. Forse anche il CEO di SpaceX ha fatto il passo più lungo della gamba. La meta è doppiare il numero di vendita della Toyota, raggiungendo livelli davvero inverosimili. Per farlo, non basterebbe far lavorare a pieno regime le fabbriche di Berlino e Shangai. Senza contare che il mercato non sembra promettere bene. La domanda per le Tesla, nonostante il taglio dei prezzi di listino per esempio, non è aumentata. Tesla su cosa sta puntando? Probabilmente sulla collaborazione con l’azienda specialità in batterie e sistemi di accumulo di energia, la cinese CATL, che potrebbe dare nuovo impulso alle vendite e fornire al marchio di Musk degli accumulatori al litio-ferro-fosfato di altissima qualità. Ma Tesla dovrà fare ancora di più se vuole raggiungere questi risultati. E chissà le sue Model Y reggeranno le nuove velocità.