Ogni anno circa 120mila italiani lasciano il nostro Paese per cercare un futuro migliore. Solo il 27,7% degli italiani sessualmente attivi, secondo uno studio recente, fa sesso almeno una volta a settimana. Ad un anno dal titolo, nel 2023, i laureati che avrebbero accettato una retribuzione di circa 1.250 euro è pari al 38,1%. Tutti numeri, e ne abbiamo presi solo alcuni, che tracciano l’attuale situazione italiana. Fughe di cervelli, stipendi al limite della decenza umana, salute mentale sempre più precaria, desiderio sessuale che va ad affievolirsi. Alle relazioni preferiamo gli incontri fugaci, dire “ti amo” sembra diventata un’impresa titanica. Ci riempiamo la bocca di parole come orbiting, ghosting, sexting, senza spesso capirne davvero il significato. Non è facile cambiare la narrazione di un Paese, ma ad Aimone l’airone, protagonista dell’omonimo libro (edito da D Editore) di Claudio Marinaccio, i numeri non servono per raccontarci, in poche vignette, delle storie attualissime.
Questo animale, nato dalla matita dell’autore torinese nato nel 1982, ci invita ad esplorare le condizioni, anche quelle più oscure, dell’animo umano. Un’esperienza di certo non facile. Marinaccio si addentra, scavando fino ad arrivare nel profondo dell’essere umano. Non c’è spazio per il perbenismo, non c’è paura di affrontare argomenti complessi e controversi. Utilizzando sapientemente il black humor (non è da tutti, e questo va riconosciuto), lo scrittore riesce a non perdere mai di vista il senso più profondo di ciò che sta raccontando. Aimone l’Airone fa ridere, ma fa anche riflettere. Riesce ad essere buffo e allo stesso tempo grottesco, comico ma anche straziante. Un po’ com’è anche l’essere umano, fatto di mille e più sfaccettature che non sempre sono facili da cogliere.
Aimone ci mette davanti alla schietta amarezza di ritrovarsi laureati, dopo anni di sacrifici, con quel famoso “pezzo di carta” che ci porta ad un nuovo nulla di fatto. Emblematica, tra le tante, una delle vignette in cui viene proposta ad Aimone l’airone la classica frase “hai voluto la bicicletta? E ora pedala!” (riferito alla laurea), per poi ritrovarsi a pedalare si su una bicicletta, ma come rider. Ci mostra come siano complicate le relazioni amorose, quanto ci si senta soli (anche se siamo 8 miliardi), e quanto siano complessi i rapporti tra genitori e figli.
Difficile riassumere tutte le sfaccettature che Claudio Marinaccio riesce a cogliere in poco più di 150 pagine. Non è difficile, però, riconoscergli il merito di essere un acuto osservatore di tutto ciò che rende l’essere umano storto, imperfetto, mai all’altezza delle sue aspettative, ma sempre alla ricerca della strada giusta da percorrere. Aimone l’airone è un personaggio schietto e diretto, che non ha paura di essere irriverente, come non ha timore di essere profondo e sensibile. Un antieroe, come sono anche gli esseri umani contemporanei.