Basterebbe raccontare in sequenza queste due scene per capire che qualcosa non va. Scena uno: tutti litigano con tutti, come al solito; veniamo da puntate in cui son stati lanciati oggetti per rabbia, insulti, offese, accuse più o meno pesanti; stavolta tocca a Jessica Morlacchi, accusata da Stefania di essere ambigua e da Iago, in sostanza, di essere ignorante e senza interessi (“non legge un libro, non conosce un film; le interessano solo la tv e la musica”). Dopo la clip Alfonso Signorini chiede un commento alla casa, tutti buoni, più o meno composti; dopotutto la puntata è iniziata da, boh, tre minuti. Ma Alfonso non ci sta, come si dice nel contesto televisivo no? “Siete entrati tutti nella casa per essere così politicamente corretti? È questo che mi annoia”. Scena zero, qualche secondo prima: Jessica ammette in effetti di aver letto forse un paio di libri in vita sua e dice (parafrasando): Sono convinta che una persona possa essere intelligente anche se non legge. E lui, evidentemente in tilt, risponde: Sì, ma leggere aiutata molto, te lo assicuro. E aggiunge, out of context: se avessi letto delle guerre eccetera sapresti molto più sul genere umano.
Prima serata, Grande Fratello, canale 5, della gente ha appena sparlato di altri nel confessionale, sapendo che sarebbe uscito tutto fuori in diretta televisiva… non proprio un programma pedagogico no? Ma Alfonso Barbero, pardon! Signorini, si sente perfettamente a suo agio a fare la morale ai concorrenti per poi lamentarsi della loro correttezza politica. Il cortocircuito, oltre che logico, è estetico. Incravattato in giallo, con una cultura assodata (soprattutto per quel che riguarda musica e costume), Signorini è alle redini di un programma fatto di luci e specchi, di illuminazioni fraudolente che falsano la prospettiva; non siamo ad Altre storie di Corrado Augias. Forse Signorini ha altre velleità, vorrebbe recensire libri insieme a Odifreddi, Magrelli, Vecchioni su La7, o vorrebbe passeggiare al Colosseo parlando delle bellezze della storia. Ma rimproverare i concorrenti nati, cresciuti e formatisi su quel modello di tv che i libri li ha sempre scansati non solo è politicamente correttissimo, perché moralistico, ma è profondamente insensato (proprio come quasi tutto ciò che riguarda il politicamente corretto).