La “latin Queen” è tornata e nessuno può ignorarla, di nuovo. Le donne, così come gli uomini, che appartengono al cosiddetto “rap game”. Chadia Rodriguez, che già da qualche anno ha sfondato le porte di un settore fino ad allora dominato soltanto dai colleghi maschi, è uscita con un singolo che è un pugno nello stomaco a chi ancora vede nella sfera femminile il “sesso debole”. Un brano tosto già dal titolo: “Criminale”. È qui che senza tanti giri di parole – com’è nel suo stile – ricorda le origini di strada “tra baci e pistole”, ma anche la voglia di cambiare per riuscire “a fare grandi cose nella vita”. Non c’è compiacimento in ciò che racconta, a differenza di altri che esaltano un passato difficile, quanto la presa di coscienza che certe esperienze si possono trasformare in leva per raggiungere i propri sogni. Qualunque sia il punto di partenza. Una rivincita, l’ennesima, come ammette nell’intervista che ci ha concesso, dove parla di tutto: dalla paura di non farcela (“sempre presente”), alle donne che odiano le donne (“è colpa di come ci hanno educate”), passando per la politica (“distante dai giovani perché non li interpella”) al sesso, argomento sul quale non ha tabù: “Non se ne parla per paura dei giudizi”. Lei ne parla, eccome, tanto da rivelarci che Marracash è sempre l’uomo col quale desidera di più avere una storia, nonostante sia fidanzato: “Sono fiduciosa venga introdotta la poligamia”. Impetuosa, anticonformista e libera da qualsiasi etichetta, con Chadia Rodriguez bisognerà fare i conti a lungo, che vi piaccia o meno, visto che anche tra dieci anni si vede “come una gran donna”. Per il percorso che sta facendo è difficile pensare il contrario.
Nella prima storia Instagram per annunciare il nuovo singolo hai scritto: "È tornata la vera latin Queen”. Per te che significato ha questa definizione?
Che mi sento molto sicura di quello che faccio e che sono. Per me è tutto la sicurezza. E credo faccia sentire anche gli altri che mi stanno intorno un po’ più sicuri.
Il brano contiene una ammissione: “Quello che hai sentito è vero, sono una criminale, ti volevo solo rubare il cuore”. Sei così spietata?
Sì, perché mi rappresenta in pieno e mi ricorda da dove arrivo, ma anche che tutti possiamo cambiare anche se arriviamo o siamo nati e cresciuti in una situazione molto disagiata.
Sembri in costante evoluzione. Che artista si sente oggi Chadia?
Sicuramente più consapevole, conscia della ragazza che sono e della donna che diventerò. Se devo essere sincera, però, sono convinta che non si cambi mai fino in fondo. Però mi sento milgiorata, più pronta ad affrontare questo oceano di squali.
In “Criminale” canti: “Cresciuta tra baci e pistole”. La tua storia è realmente vissuta, ma ci sono in giro tanti che fingono o che esaltano esperienze molto meno traumatiche. Come li consideri?
Penso non ci sia niente di bello nel fingere di essere qualcun altro e di arrivare da un’altra realtà. Ma ci sono persone che davvero vengono da situazioni disagiate e hanno combattuto e fatto di tutto per riuscire a togliersi quell’etichetta. Per questo mi dà molto fastidio che ci siano artisti che, per sentirsi fighi in questo "rap game", fingono di essere chi non sono.
Ci sono anche rapper come Baby Gang e Simba la Rue che non sono riusciti a uscire da certe logiche di strada e questo li ha portati fino al carcere. Come te lo spieghi?
Se non sono cambiati è perché non hanno voluto. Quando ti senti di apaprtenere a categorie, come quelle di chi è povero o disagiato, che fanno parte del nostro mondo e spesso sono ignorate ignorata, bisogna voler cambiare. Per cui sono convinta che l’unico modo farlo davvero è volerlo. Non puoi pretendere che le cose intorno a te cambino senza che tu faccia nulla. Loro non li conosco personalmente, ma da fuori vedo che se hai avuto la possibilità di fare qualcosa per te, per la tua gente, il tuo quartiere, devi provare a portare in alto la "bandiera" e non a farla sprofondare a fondo con te.
A cosa serve la musica?
Secondo me la musica dovrebbe aiutare, non confondere le persone. Perr questo non dovrebbe essere usata a portare i ragazzini a diventare la brutta copia di questi artisti che non credono davvero in sé stessi. E sopratutto che non riescono a valorizzare da dove arrivano.
Quando sei diventata la prima rapper donna sulla copertina di una playlist rap di Spotify Italia cosa hai provato?
Un senso di rivincita. Mi ricordo quando ero piccolina e sono stata molto bullizzata. Me ne hanno dette di tutti i colori, addirittura che ero stata adottata. Quindi è stata una grande rivincita, perché tantissime persone hanno provato a buttarmi giù come se fossi il Muro di Berlino. Ma devo dire che mi sono fatta anche buttare giù, però questa caduta ha permesso di unire "la parte est e la parte ovest" di me stessa, e ora sono molto più sicura e so quali sono le mie potenzialità. Ma nessuno dovrebbe permettersi di buttare giù qualcun altro, visto che siamo già bravi a farlo da soli.
C’è stato un momento in cui hai creduto di non farcela?
Sempre, ancora oggi. Siamo esseri umani e ci buttiamo giù perché vogliamo l’approvazione delle altre persone e quando non la abbiamo iniziamo a mettere in dubbio le nostre capacità, il nostro pensiero e il nostro giudizio. Ma ho capito che se sei sicura di una cosa devi seguire il tuo istinto.
Nei tuoi brani hai parlato di tanti temi prima tabù per una donna, come il body shaming, il bullismo, l’uso o l’abuso di sostanze, il sesso esplicito. Ma Chadia ha qualche limite che non si può oltrepassare?
Credo che quando si porta rispetto e si seguono le regole della buona convivenza, un essere umano è libero di fare quello che vuole. L’importante è non offendere le altre persone. Per questo parlo sempre di me, voglio che chi mi ascolta si sentano rappresentate e non giudicato.
Sempre per via di essere espliciti, prima nel programma e poi nel libro Sex, lies & Chadia, hai parlato di sesso senza inibizioni. Ma secondo te qual è il limite maggiore legato al sesso oggi?
Il problema più grande che esiste per i giovani è il dialogo. Le persone non parlano di sesso, hanno paura di essere giudicate. Tanto vale fingere di essere qualcun altro, piuttosto che essere giudicati per quello che siamo davvero. Lo so che è complicato, ma piuttosto che fingere di essere un’altra persona preferisco prendermi insulti tutti i giorni.
Nel 2021 hai dichiarato che avresti voluto avere una storia d'amore con Marracash. Ce l’hai fatta?
Purtroppo ancora no, ma sono fiduciosa che venga introdotta la poligamia. Io lo aspetto!
Qual è il tuo vero obiettivo nella vita?
L’unico che mi sono sempre posta è fare qualcosa di grande, ma che contenga il poter aiutare le persone. Che avvenga con la musica o con altro, l’unica cosa che voglio è essere ricordata perché ho cercato di dare il massimo per questo mondo. Non mi interessano i soldi o il successo, soltanto aiutare le persone.
Un tuo precendente pezzo si intitola "Donne che odiano le donne". Davvero le donne spesso sono le prime nemiche delle altre donne?
Altro che, quasi sempre. Ma penso che dipenda da come siamo state educate. Con il passare degli anni ci vengono inculcate così tante storie, come quella del principe azzurro, che ci confondono le idee una volta cresciute. E quando ci scontriamo con la nuda e cruda realtà iniziamo a fare cose stupide. Non c’è abbastanza unione tra donne perché non ce la insegnano. Infatti sono grata ai miei genitori che mi hanno insegnato a dare tutto quello che avevo agli altri, anche se rimanevo senza io. Il lavoro di squadra lo porterò sempre nel mio cuore come una loro lezione.
Giorgia Meloni è diventata la prima donna premier. Ti ha fatto piacere in quanto donna?
Sono contenta che le donne stiano iniziando ad avere il loro giusto ruolo del mondo, anche perché senza di noi nessuno potrebbe nascere, tanto per mettere le cose in chiaro! Però preferisco stare lontana dalla politica, faccio musica, ho le mie idee politiche ma le tengo per me. Non voglio che si creino dibattiti solo perché io posso avere una idea politica diversa da altre persone.
Come mai la tua generazione sente così lontana la politica?
Non ci viene chiesto cosa vogliamo o cosa speriamo per il nostro futuro. Se i più grandi non insegnano ai giovani ad avere delle priorità, non ci si può aspettare che i giovani dimostrino dell’iniziativa. Poi ci sono quelli che lo fanno, e sono fiera e orgogliosa, ma c’è più bisogno di insegnamento, condivisione e comprensione.
In una intervista hai citato Pirandello e le varie maschere che portiamo nella vita. Sei una lettrice?
Amo leggere da quando sono piccola. È partito tutto da quando ero in Comunità con il libro “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti e da quel momento mi sono immersa nei libri e nelle fantasie che ti possono portare ad avere. Consiglio a tutti di leggere, per avere una cultura e un lessico adeguati.
Come ti vedi tra dieci anni?
Prima di tutto mi immagino come mamma. Oltre a questo, penso che sarò comunque una gran donna. Sicuramente una imprenditrice. Nel mondo della musica ma non solo, di certo in ambito artistico.