Pioggia rovinata dal Concertone del Primo Maggio, che quest'anno, in una svolta storica, si è trasferito da Piazza San Giovanni al Circo Massimo. A esorcizzare le condizioni meteorologiche avverse, il wi-fi malfunzionante, e a intrattenere la folla accorsa e gli spettatori a casa ci prova lui, Ermal Meta. Intona “Hallelujah” di Leonard Cohen, e come per magia, le nuvole si allontanano per un po’. E le pagelle iniziano con gli episodi più significativi della lunga maratona (di quasi 10 ore: aiuto!).
Ma siamo al Sanremo di Amadeus? Voto: 5
Cosa lega Achille Lauro, Ariete, BigMama, Colapesce Dimartino, Dargen D'Amico, Ermal Meta, Ultimo, Geolier, La Rappresentante di Lista, Mahmood, Leo Gassmann, Morgan, Negramaro, Noemi, Rose Villain, Santi Francesi, Tananai (e altri ancora)? A prima vista, sembra un elenco di nomi estratti direttamente da una delle recenti edizioni del Festival di Sanremo, sotto la guida di Amadeus. Tutti artisti che dominano le classifiche, collezionano milioni di stream e riempiono i palazzetti (e gli stadi), ma poco (o niente) impegnati in tematiche lavorative e sociali. Allora sorge spontanea la domanda: se l'offerta musicale tra Sanremo e il Primo Maggio è diventata così interscambiabile, perché non fare un unico grande festival? Si risparmia, no?
Leo Gassmann aspetta il Circo Massimo. Aspett e spera. Voto: 5,5
“Ogni volta che capito al Circo Massimo, bacio il suolo, sperando un giorno di suonare qui”, confessa. E in attesa di quel giorno, non si lascia mancare energia ed entusiasmo. Eppure, a volte, è proprio la semplicità a fare la differenza. Perché è a torso nudo con un Pikachu sulla testa? Stai sereno.
BigMama è la mattatrice, ma cade sulla banalità. Voto: 6,5
Nei panni di conduttrice, mostra un carisma contagioso, combinando simpatia e autoironia intelligente che le permette di gestire la situazione. Da performer evidenzia la forza motivazionale della musica, ma il suo monologo non brilla per originalità e soffre di una certa retorica. “Dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso - afferma - Io lo chiamo desiderio di rivalsa ed è la cosa più bella che ho. Sapete quanti video ho fatto che hanno visto in quattro gatti, quanti concerti davanti a 15 persone, quanti contest ho perso. E ancora fallirò, anche se spero non troppo. Credere nei propri sogni salva”. Non ci resta che piangere.
Morgan “rutta” contro la discografia ma firma con Warner. Voto: 6
Morgan lancia una provocatoria sfida alla discografia con il suo singolo “Rutti”, una satira pungente che non manca di strappare sorrisi pur veicolando una critica serrata al settore. “Non mi va più di andare contro tutto e tutti, signore e signori, ecco a voi i miei rutti”. Ma il tono si appesantisce quando passa a leggere un testo di denuncia contro i politici, colpevoli di lasciare gli artisti senza protezione e sostegno. In sottofondo un pizzico di ironia: malgrado le sue precedenti invettive contro la Warner, Morgan ha firmato con quest'etichetta. Altrove?
I Negramaro prendono per mano la folla Voto: 8
Dopo l'interruzione per il telegiornale, spetta a Giuliano Sangiorgi e Co. il compito di ridare vita al Concertone. Forti di una lunga esperienza sui palchi più disparati, il gruppo non impiega più di un istante a riaccendere l'entusiasmo del pubblico. Tra una canzone e l'altra, Sangiorgi lancia al cielo il suo grido appassionato, ripetendo con forza: “Pace! Pace! Pace! Buona pace e buona libertà!”. Così prende per mano l'intera folla. Via le mani dagli occhi
Achille Lauro raschia il fondo. Voto: 4
Le ha provate tutte: si è trasformato in un rocker, ha abbracciato lo stile degli anni '90, ha persino fatto capolino all'Eurovision, mascherando insuccessi sotto forma di sold out. Ora, in un tentativo disperato, recita svogliato alcuni articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Almeno è stonato (pure!). Le ultime cartucce oh si si.
Geolier conquista Roma, è la sua rivincita. Voto: 8
Chi ancora dubitava del fenomeno napoletano, ha avuto modo di ricredersi osservando le migliaia di persone al Circo Massimo (a Roma, non a Napoli), cantare con lui ogni canzone. Il rapper ha colpo la balla al balzo per fare un discorso sulla diseguaglianza, con chiosa campanilista: “Una voce va a tutte le persone trattate in modo diverso sul lavoro per luogo di provenienza o colore della pelle, una voce va a tutte quelle persone maltrattate nelle carceri, a tutte le persone che non hanno niente, a tutte le troppe donne che ancora subiscono. Siamo tutti uguali. Viva l'Italia, viva Roma, viva la mia città, Napoli, che mi fa da madre e da padre”. E Sanremo muto.
Colapesce e Dimartino servono il bis. Voto: 8
Il duo dà il via allo spettacolo con “Splash!”. Poi presenta “Ragazzo di destra”, introducendolo con queste parole: “vogliamo cantarvi una canzone che parla dell’Italia di oggi”. Quanta beatitudine.
Tananai, la favola. Voto: 7.
Dopo un primo Sanremo discutibile (devo ammettere che non gli avrei dato un centesimo!), ha saputo riscattarsi brillantemente, trasformandosi in una stellina del pop. E sul palco del Primo Maggio ha scelto di dedicare il suo brano a Toomaj Salehi, un cantante iraniano tragicamente condannato a morte semplicemente perché la sua arte non era ben vista dal regime oppressivo del suo paese. “Oggi Tango è per lui”, dice il cantautore milanese. Ma chissà perché Dio...
Stefano Massini e Paolo Jannacci, un altro campionato. Voto: 10
Il poeta e l'artista, entrambi provocatori, portano una canzone “L'uomo nel lampo"” già svelata in anteprima durante l'ultimo Festival di Sanremo, che rende omaggio a tutte quelle donne e uomini che hanno perso tragicamente la vita sul lavoro. Interviene lo scrittore e drammaturgo, con parole che colpiscono duro: “Ogni volta che qualcuno muore sul lavoro è una catastrofe, è uno sfascio, un massacro. Io, allora, oggi sono 'antisfascista' perché se oggi dici antifascista ti identifica la digos. Mi prendo la responsabilità, identificateli tutti”. Massini ha servito.
Ultimo si autocelebra (forse se lo merita, o no?). Voto: 6
Non solo si celebra, ma lo fa con un pizzico di teatralità, indossando una canotta con il proprio nome stampato, che potrebbe sembrare un po' troppo, non trovate? Del resto Niccolò è come un enigma, un personaggio dalle caratteristiche sfuggenti. È evidente che il pubblico va matto per lui – del resto, è come se fosse a casa sua – e lui si impegna a fondo. Mai un sorriso.
Dargen D'Amico in punta di fioretto. Voto: 8
“Mamma Rai è un lavoratore speciale, lavora sia per sé che per la concorrenza e quindi il Concertone, che va benissimo negli ascolti, l'anno prossimo sarà sul canale Nove”. Dargen non manca di pungere. Che schermidore!
Ermal Meta chiama la Goodall “signora”. Voto: 5
La gestione del segmento pomeridiano soffre notevolmente di un ritmo incerto e discontinuo, un problema che, per fortuna, sembra mitigarsi nel corso della serata. Tuttavia, rimane criticabile l'episodio in cui Ermal Meta, nella sua funzione di intervistatore, manca di passare la parola all'etologa Jane Goodall. Poi la chiama “signora”: e la disparità di genere?
Noemi si rialza sul finale. Voto: 6
Fuori fuoco nel ruolo di conduttrice, riesce a ritrovare la sua zona di comfort: il canto. È in questo che dimostra le sue vere capacità, lasciandosi alle spalle le incertezze della lunga maratona. Vuoto a perdere.
Cosmo, ma che hai combinato? Voto: 8
Trasforma la piazza in un tempio della libertà espressiva, con uno spettacolo senza filtri. Sul palco, tra la bandiera della Palestina e una provocante poliziotta che rimane a seno nudo, Cosmo trova persino il tempo di gustarsi una pizza. “Ma che hai combinato?”, gli chiede BigMama. Che botta ragazzi.
Piero Pelù chiude con stile. Voto: 7
Gran finale rock, portato sul palco dal toscanaccio che dimostra di avere ancora molto da dire. La performance è stata interrotta anticipatamente per fare spazio ai saluti di chiusura. Ciò nonostante il cantante non ha perso l'occasione di lanciare un messaggio incisivo contro le “fottutissime guerre, le fake news e i diritti negati...”. Titoli di coda, si poga.