Dante Ferretti che da oltre quarant’anni lavora assieme alla set director e moglie, Francesca Lo Schiavo, ha esordito nel mondo dello spettacolo a 17 anni con la Medea di Pasolini per poi proseguire con Fellini, Cavani, Scorsese, Burton, De Palma. Da Salò e le 120 giornate di Sodoma a Le Avventure del barone di Munchausen, le sue scenografie sono pensate con attenzione, dettaglio dopo dettaglio, mattone dopo mattone. A Che Tempo che Fa, Fazio ha detto che Ferretti ha costruito un immaginario che appartiene a tutti noi: “Ci sono delle cose che fanno parte della nostra cultura, del nostro essere e dei luoghi che in realtà non esistono ma esistono più di quelli reali e li ha fatti lui”. E ha proprio ragione, perché la capacità di Ferretti di trasformare uno spazio vuoto in un'ambientazione coinvolgente e autentica è senza precedenti.
L'intelligenza artificiale riesce sicuramente ad assistere nella progettazione di scenografie, ma non potrà mai replicare l'occhio artistico dell’ideatore o la sua capacità di infondere vita e personalità nelle cose e negli ambienti. Ma come si è appassionato alla scenografia? Grazie alle bombe. Nella sua autobiografia, Immaginare prima, Le mie due nascite, il cinema e gli Oscar, Ferretti racconta di quando nel 1944, assistette (seppur neonato) alla distruzione di casa sua. Nel libro, Ferretti scrive: “lo molti anni dopo ho cominciato a riflettere sul peso simbolico di quelle macerie. Dopo avere subito la distruzione della casa in cui ero nato, l'annientamento del nostro mondo, sono diventato uno scenografo, un inventore di mondi. A volte penso di avere passato il resto della mia esistenza a ricostruire la casa che mi è crollata addosso”.
L'intelligenza artificiale potrà anche servire come strumento utile per i creativi, ma non potrà mai sostituire completamente l'ingegno, la passione e la visione di individui come Dante Ferretti, che continuano a far sognare i propri spettatori sui luoghi che rilegge, modifica e crea. La sua è una immaginazione umana che tiene conto degli spazi e di ciò che potrebbero essere. Ciò che già esiste, nelle sue scenografie si trova ad essere. Lo scenografo spiega che per una lavoro di successo basta non sforzarsi di fare cose perfette ma provare a dare forma a cose reali. Altrimenti le immagini e gli arredi non saranno altro che intrisi di una patina di finzione inanimata, proprio come i prodotti dell’ia. Giorgio Gaber diceva che nella vita é impossibile sfuggire al destino di essere impressi nei pensieri degli altri ma con Dante Ferretti oltre alle sue parole o al suo sguardo resteranno congelate nel tempo anche le immagini.