image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Formula 1
  • MotoGp
  • Sport
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Tech
  • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Cover Story
  • Media
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Formula 1
  • motogp
  • Sport
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Il film di Castellitto e Lundini
è il più scorretto al cinema, però
ci insegna una verità: “I figli non sono
di chi li fa, ma di chi li ama"

  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

6 settembre 2023

Il film di Castellitto e Lundini è il più scorretto al cinema, però ci insegna una verità: “I figli non sono di chi li fa, ma di chi li ama"
La vita com’è senza sapere il nome della propria madre biologica? Ce lo racconta “Il più bel secolo della mia vita” del regista Alessandro Bardani con protagonisti gli attori Sergio Castellitto e Valerio Lundini. La storia di due bambini abbandonati, che da uomini cercheranno di risalire al nome di chi li ha messi al mondo. Ma partendo da posizioni molto diverse: Gustavo da centenario politicamente scorretto e disilluso, mentre Giovanni da giovane puntiglioso e bramoso di verità. E una verità la troveranno entrambi, ma forse la nostra società non è ancora pronta ad accettarla...

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

Il film parte benissimo, stravolge lo spettatore con una sequenza mozzafiato su un bambino di nome Gustavo che gioca a calcio con il crocifisso di Gesù. Una scena forte e dissacrante che strizza l'occhio al cinema di Marco Bellocchio e pure a quello di Pier Paolo Pasolini. La rabbia con cui il ragazzino sferra una pallonata al crocifisso è sintomatica della sofferenza che prova nei confronti di una figura materna assente che l’ha abbandonato appena nato. La pellicola si basa sull’ennesimo paradosso della normativa italiana, sulla legge 184 del 1983 secondo cui una persona adottata può conoscere il nome della propria madre biologica soltanto al compimento del centesimo anno di vita (a meno che la donna non sia già morta). Gustavo, che impara l’etica attraverso la religione dalle suore a cui è stato affidato, cresce e dopo uno stacco di una decina di minuti ce lo ritroviamo centenario (interpretato da Sergio Castellitto invecchiato benissimo). Mentre Valerio Lundini è Giovanni, un giovane membro attivo della Faegn (Associazione nazionale figli adottivi e genitori naturali), che sta lavorando da tempo affinché questa legge venga cambiata e sceglie proprio Gustavo - l'unico centenario adottato rimasto in Italia - come testimone per la sua battaglia sociale.

Valerio Lundini e Sergio Castellitto in Il più bel secolo della mia vita
Valerio Lundini e Sergio Castellitto

La prima parte in bianco e nero è destinata a scomparire dopo pochi minuti perché il film ha un doppio inizio, prosegue con tutt'altro stile, e sembra quasi opera di un autore diverso. Con l’aggiunta del colore “Il più bel secolo della mia vita” comincia a vacillare, il ritmo del road movie sembra destinato alla lentezza. Probabilmente la colpa risiede anche nei ruoli assegnati ai personaggi. Lundini è bravo nella sua prima prova al cinema, però è difficile che sia pienamente credibile nei panni di un ragazzo serio che per una volta si fa prendere in giro dagli altri e non fa più battute no sense, le stesse per cui ha raggiunto la fama sul piccolo schermo. Fortunatamente Castellitto è sempre magnifico, ancora di più in questo personaggio così politicamente scorretto (uno dei più politicamente scorretti al cinema degli ultimi tempi) che scherza sulla sessualità (e l'omosessualità presunta) del co-protagonista con battute sessiste e grevi, come una volta erano accettate un po' da tutti e oggi proprio no. Ma in generale i dialoghi tra i due attori spesso risultano un po’ faticosi e poco dinamici. Il ritmo accelera nell’ultima parte ricca di rivelazioni che infatti è piacevole e a tratti commovente sulle note della canzone perfetta confezionata dal cantautore Brunori Sas per la colonna sonora, "La vita com'è". Ci si commuove anche, sempre che abbiate un cuore, soprattutto quando Gustavo dice a Giovanni: “I figli non so’ di chi li fa, i figli so’ di chi li ama”. A 100 anni suonati intuisce una verità forse ancora troppo scomoda per la società in cui viviamo, abituata a puntare il dito sulla madre che sceglie di ricorrere all’adozione (figuriamoci cosa può succedere se si parla di aborto) e questo basta a renderlo un film che merita di essere visto al cinema.

More

Woody Allen e le tett*ne in cerca di gloria a Venezia

di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

La contestazione

Woody Allen e le tett*ne in cerca di gloria a Venezia

Che polemiche sui migranti ci aspettano dopo Io Capitano? Leggetele in anteprima sotto il post della produzione

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Premonizioni

Che polemiche sui migranti ci aspettano dopo Io Capitano? Leggetele in anteprima sotto il post della produzione

Ilary Blasi premiata a Venezia, ma per cosa? Eppure gli ascolti dell’“Isola dei Famosi”…

di Micol Ronchi Micol Ronchi

Personaggio dell'anno?

Ilary Blasi premiata a Venezia, ma per cosa? Eppure gli ascolti dell’“Isola dei Famosi”…

Tag

  • Culture

Top Stories

  • Il nipote di Battisti: “Zio Lucio si era rotto i cogli*i di Mogol”. E sulla vedova: “Dov’è il testamento sui diritti d’autore?”

    di Maria Francesca Troisi

    Il nipote di Battisti: “Zio Lucio si era rotto i cogli*i di Mogol”. E sulla vedova: “Dov’è il testamento sui diritti d’autore?”
  • Cara Ambra, Morgan è un artista e non un giullare. E tu sei un'altra cosa: due mondi lontanissimi che si incontrano a X Factor

    di Roberto Manfredi

    Cara Ambra, Morgan è un artista e non un giullare. E tu sei un'altra cosa: due mondi lontanissimi che si incontrano a X Factor
  • Tim Music Awards, la sagra della musica di mer*a che fa rimpiangere i Måneskin. Per fortuna c'è Mengoni...

    di Maria Francesca Troisi

    Tim Music Awards, la sagra della musica di mer*a che fa rimpiangere i Måneskin. Per fortuna c'è Mengoni...
  • X Factor, ascolti ko come Ambra “con le sue cose”. E Fedez “chiama” Rosa Chemical

    di Maria Francesca Troisi

    X Factor, ascolti ko come Ambra “con le sue cose”. E Fedez “chiama” Rosa Chemical
  • Morgan risponde alle critiche di Travaglio: “Ti credevo amico. Ma non è colpa mia se esistono carnefici e imbecillità…”

    di Morgan

    Morgan risponde alle critiche di Travaglio: “Ti credevo amico. Ma non è colpa mia se esistono carnefici e imbecillità…”
  • Amici 23, figli d'arte (Pausini) e ex X Factor: la scuola usa e getta nel nome dei follower e dell'autotune

    di Maria Francesca Troisi

    Amici 23, figli d'arte (Pausini) e ex X Factor: la scuola usa e getta nel nome dei follower e dell'autotune
  • di Ilaria Ferretti Ilaria Ferretti

  • Se sei arrivato fin qui
    seguici su

    • Facebook
    • Twitter
    • Instagram
    • Newsletter
    • Instagram
    • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

    Latest

    • Striscia contro Flavio Briatore che sbaglia pronuncia: "Il latino è una lingua morta, perché infierire...?"

      di Giulia Ciriaci

      Striscia contro Flavio Briatore che sbaglia pronuncia: "Il latino è una lingua morta, perché infierire...?"
    • La Germania è meglio di noi, che siamo un popolo di raccattacacca: Langone entra così nel dibattito immigrazione

      di Domenico Agrizzi

      La Germania è meglio di noi, che siamo un popolo di raccattacacca: Langone entra così nel dibattito immigrazione
    • Ok, ma chi caz*o è Yacine Adli, l’esubero che sta diventando un cardine del nuovo Milan?

      Ok, ma chi caz*o è Yacine Adli, l’esubero che sta diventando un cardine del nuovo Milan?

    Next

    Roma Music Festival, il produttore Montemurro: “Non c’è un palco come il nostro per farsi ascoltare dai professionisti”

    di Redazione MOW

    Roma Music Festival, il produttore Montemurro: “Non c’è un palco come il nostro per farsi ascoltare dai professionisti”
    Next Next

    Roma Music Festival, il produttore Montemurro: “Non c’è...

    • Attualità
    • Lifestyle
    • Formula 1
    • MotoGP
    • Sport
    • Culture
    • Tech
    • Fashion

    ©2020 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

    • Privacy