Stiamo vivendo un periodo nero per quanto riguarda la musica in Italia. Vogliamo dirlo? Diciamolo. Davvero un periodo di me*da. Per cui quando il primo settembre la discografia italiana ha ricominciato a sbuffare, non avevamo grandi aspettative. Del resto già il duetto Ferro-JAx ci aveva tolto ogni voglia di vivere. Oh, e che dire del (solito) compitino pop dei Måneskin che ce l'hanno pure “frantumate” con Victoria che suona nel nuovo disco dei Duran Duran... Una delle eccezioni a questa modalità è Dario Brunori, in arte Brunori Sas, spesso indicato come “l'ultimo dei cantautori”, e sempre più in uno stato di grazia. Uno dei pochi, oggi, capace di trovare un punto d'incontro tra i giganti Venditti, Dalla, De Gregori e Rino Gaetano, a cui guarda sicuramente con affetto.
È sua la chicca della settimana. La vita com’è (prima uscita “ufficiale” dall'EP “Cheap!” del 2022), una ballad meravigliosa, imperdibile, e prodotta da Riccardo Sinigallia, che impreziosisce la colonna sonora de Il più bel secolo della mia vita, il nuovo film di Alessandro Bardani con un invecchiatissimo Castellitto e Lundini (senza pezza), già premiato al Giffoni Film Festival e in uscita il 7 settembre. “Avere vent'anni o cento/non cambia poi mica tanto/se non riesci a vivere/la vita com'è...”.
Una dichiarazione d'intenti già nell'incipit per una canzone che ti spacca in due, e che ti obbliga a fare i conti con l'unico nemico che non puoi evitare: te stesso. “La fine del mondo/l’hai vista in un secondo/e non riesci a vivere/ la vita com’è/ e adesso come stai?/ ci pensi ancora a lei?”… Un'apertura di quelle che se hai un'anima non ti fanno dormire la notte. Ci meritavamo forse qualcosa di così semplice ma potente e necessario? Forse muoverà le classifiche come uno sputo nell'oceano, ma è segno che si può scrivere ancora bene. Sì, la musica leggera italiana ha dei problemi, ma Brunori è uno degli antidoti più efficaci.