È la cumbia della noia, FINAL! L'ultimo atto di un Eurovision Song Contest senza pace è andato in scena. Un'edizione che, forse come non mai, ha avuto anche risvolti politici, per la delicata situazione internazionale. Un piccolo riassunto, per chi si fosse perso gli episodi precedenti: dopo la seconda semifinale, la Rai ha divulgato (forse involontariamente?) i risultati del televoto italiano, che per regolamento andavano tenuti segreti fino alla fine della Finale. Ancora più sorprendente è stato scoprire che l'Italia aveva votato per Israele, con quasi il 40% delle preferenze. Rai ha chiesto “perdono, sì quel che è fatto, è fatto, io però chiedo scusa”, ma sorge spontanea l'idea che questo ‘incidente’ abbia penalizzato Angelina Mango, che si accontenta del settimo posto. Ma non è finita qui. Il cantante olandese Joost Klein è stato espulso per insulti e frasi sessiste ai danni di una donna membro della troupe di produzione. Nel frattempo, durante l'intera settimana, a Malmö, città che ospitava la manifestazione canora, ci sono state diverse proteste pro-Palestina (tra i dimostranti arrestati c'è anche l'ecologista svedese Greta Thunberg). Uno per tutti, tutti contro la concorrente israeliana Eden Golan, che è stata sommersa di fischi anche durante la performance. Una situazione che, come è evidente, poco ha a che fare con l'atmosfera festosa di una gara di canzoni. Per fortuna è finita con la meritata vittoria di Nemo, dalla Svizzera con furore. Ecco le pagelle finali dei top e flop dell'Euro-circo (pardon, Eurovision).
Nemo pigliatutto. Voto: 8
Con 591 punti, trionfa il non binario Mika svizzero. Il suo brano, The Code, che ricorda le atmosfere da musical, spacca e ci aspettiamo di sentirlo spesso in rotazione anche in Italia. Questo il suo messaggio di ringraziamento finale: “Spero che questa competizione mantenga la promessa di schierarsi per la pace e la dignità di ogni persona in questo mondo”. In una delle edizioni più politicizzate, è proprio il Paese storicamente neutrale a trionfare. Una curiosa coincidenza... o no?
Mara Maionchi, una palla. Voto: 3
Ci dispiace bocciare la discografica nel ruolo di commentatrice, ma il suo contributo, sia in collegamento da Roma che di persona, è stato deludente e sotto tono. I suoi commenti, superata la parte divertente del tifo sfrenato per Angelina, sono apparsi superficiali, sbrigativi, inutili, in definitiva non hanno aggiunto nulla a una carretta tirata in solitudine da Gabriele Corsi, che ha dato il massimo nel fornire aneddoti, curiosità, biografie, storia dei Paesi partecipanti. Almeno non ha suggerito la dieta a nessuno (si fa per scherzare!). Rimpiangiamo Malgioglio.
Angelina Mango, TOTAL (ma forse sabotata?). Voto: 9
Non si può che lodarla. Canta e balla, pure bene. Tiene il palco come se avesse decenni di esperienza alle spalle. Il boato dell'arena è stra meritato. Per lei il sostegno di tanti colleghi: da Damiano dei Måneskin (che ha un enorme sostegno internazionale) a Laura Pausini, e Marco Mengoni, Mahmood. E poi Amadeus, Fiorello, Celentano. Ma non è bastato. Nessun Paese ha dato i 12 punti, il massimo che si possa ricevere nella competizione, a La Noia, e anche al televoto le cose non sono andate affatto bene. Forse ‘merito’ di quelle percentuali rivelate dalla Rai? Fatto sta che la piccola Nina ha fatto la sua parte, anche simbolicamente, dapprima cantando dal vivo Imagine. Poi a inizio serata. Nel momento della parata, infatti, c'è chi non ha potuto fare a meno di notare la sua scelta stilistica. Portando con sé la bandiera italiana, e indossando un abito nero, che sembrava richiamare in maniera eloquente la bandiera palestinese. Un impatto TOTAL.
Fischi a Israele e televoto politicizzato. Voto: 2
La performance della concorrente israeliana, Eden Golan, doveva essere giudicata solo per il valore artistico, e invece sarà ricordata per i fischi e il sostegno massiccio al televoto che ha favorito due Paesi in guerra con percentuali bulgare - 300 per Israele e 400 per le rappresentanti ucraine Al'ona Al'ona e Jerry Heil (che si sono piazzate al terzo posto). Peccato che le questioni geopoliche abbiano distorto così pesantemente una gara di canzoni.
Baby Lasagna, il trash che ci piace. Voto: 7
Sì è una trashata. Sì non ha un testo così profondo come quello di altri, sì ricorda qualcosa. Ma è un tormentone, con un balletto che ha già conquistato il web. Secondo posto meritato.
Omaggio ai leggendari ABBA. Voto: 10
L'Eurovision Song Contest, a Malmö, ha omaggiato gli ABBA, il gruppo svedese che 50 anni trionfò nella manifestazione europea con il brano Waterloo. Dopo una reunion virtuale dei quattro artisti, che ci ha riportato nel 1974, tre protagonisti di passati Eurovision, Carola, Charlotte Perrelli, Conchita Wurst hanno infiammato il palco con una loro versione del brano. Plauso speciale agli Alcazar, gruppo svedese, che ha cantato Crying at the Discoteque. C’è chi ha ballato per tutto il tempo e chi mente.