È nata come Nicoletta Strambelli, ma l’Inferno di Dante (“Guai a voi anime prave...”) le ha suggerito il nome con cui tutta Italia e buona parte del mondo la conosce. È Patty Pravo, l'eterna “ragazza del Piper”, icona indiscussa della musica italiana (76 anni il prossimo 9 aprile) a cui Rai3 questa sera dedica un documentario A Modo Mio - Patty Pravo, realizzato facendo largo uso di immagini di repertorio della sua carriera. “Nostra Signora della canzone” la definizione poi coniata da Mario Luzzatto Fegiz (decano della critica musicale del Corriere della sera) che sintetizza meglio di qualunque altra etichetta la storia della regina di vendite. Ed è proprio il noto giornalista (che è stato anche suo ghostwriter) a raccontarci qualche aneddoto sulla biondissima ribelle che ha influenzato il costume di oltre mezzo secolo (e poi precisa cosa non funziona nel sistema di votazione del festival di Sanremo...).
Fegiz, come definirebbe oggi Patty Pravo?
Una donna straordinaria che si è divertita a giocare sull'ambiguità, trasgressiva e attenta al look in maniera incredibile. Indagando un pò per il mio libro, ho scoperto delle cose interessanti...
Quali?
Per esempio che si rifiutava di salire sul palco, al momento di andare in scena: panico, capriccio, problemi psichici? Non si sa. La leggenda narra che veniva picchiata dal suo manager che ai tempi era Enrico Rovelli, oppure da qualche fidanzato e dopo averle prese cantava regolarmente.
Picchiata, addirittura?
Era una gag che ripeteva, ha creato delle situazioni imbarazzanti.
Ne dica qualcuna...
Una sera, in un locale di Catania, proprietà di un malavitoso, la scena si consuma di nuovo: Patty non vuole esibirsi. Allora il figlio del proprietario la minacciò avvicinandole il vetro di una bottiglia alla gola: alla fine cantò benissimo. Un'altra volta, a metà anni '80, con la supervisione di Bibi Ballandi (grande produttore televisivo), per cui aveva tradito lo storico manager (Rovelli) accetta di firmare sul Corriere della sera un articolo sul suo ritorno, dopo un lungo periodo a Los Angeles. Serve un ghostwriter che conosca bene l'artista e di cui l'artista si fidi: la scelta cade su di me. Ci diamo appuntamento in una pensione di Riccione: nessuna pausa, non si esce finché l'articolo non è pronto. Conto di prendere in mano la situazione, ma le cose vanno diversamente: lei discute su ogni virgola con una lucidità che mi sorprende. Comunque sia, l'esclusiva esce: i biglietti del concerto vanno a ruba, ma alla sera del debutto all'Altromondo di Rimini, Patty stona, e dice dopo il primo brano: “i musicisti sono dei dilettanti e anche voi come pubblico non siate un granché”. Volano bicchieri, volano parole, e lei abbandona il palco. Si scopre però che l'impianto non funzionava: era un'intimidazione da parte di un altro impresario, e così Ballandi mollò il colpo.
Una vita sopra le righe la sua, ma dice non aver mai fatto uso di cocaina.
Sicuramente nel periodo americano ha provato tanto altro, però (lei stessa ha detto a Belve: “le droghe le ho provate tutte, tranne la cocaina che mi fa schifo” ndr).
C’è una sue erede in giro? Pravo loda Elodie…
Mi sembra un paragone azzardato… Patty è una trasgressiva autentica.
Ha vinto tutti i premi immaginabili, tranne Sanremo, il Festival non l'ha mai capita?
Diciamo pure che sue performance erano pessime... stonava. Io ero l'unico che glielo diceva in faccia.
A proposito, che pensa del caso Geolier?
Questo sistema io lo chiamo il Porcellum di Sanremo. Da una parte il televoto che aiuta i giovanissimi, allenati alle eliminatorie, e fa comodo alla Rai perché fa soldi, dall'altra stampa e radio che hanno un peso sproporzionato. Eppure i giornalisti non dovrebbero avere questo potere. In tanti anni sul campo ho sospettato più di un imbroglio... la sala stampa poi è composta anche da cretini, è necessaria una selezione.
Geolier o Angelina Mango, lei chi preferiva?
Comunque Angelina, anche per una questione personale, conoscevo bene il padre e conosco bene la mamma, Laura Valente, una delle poche donne che avrei sposato.
Post Amadeus, forse Gerry Scotti?
Amadeus è una specie di Pippo Baudo, dopo di lui il diluvio. Gerry? Non vuole, ha sempre detto di no.