«Anche i conservatori americani hanno preso le distanze da quanto è accaduto e da Trump».
Francesco Giubilei, è un 28 enne con un curriculum di tutto rispetto. A soli 16 anni fonda la casa editrice Historica, a 21 la Giubilei Regnani, è presidente della Fondazione Tatarella e ha pubblicato qualcosa come 8 libri. Per non rischiare di annoiarsi ha fondato anche il movimento di idee Nazione Futura, che si prefigge l'obiettivo di riunire le maggiori menti della destra conservatrice e favorire il dibattito politico-culturale per migliorare l'Italia con azioni concrete. Il think thank organizza eventi e attività indirizzate prettamente ai giovani e con il coordinamento di Francesco Giubilei realizza anche una rivista cartacea trimestrale come approfondimento politico economico e una rivista online. Francesco Giubilei è una delle voci più interessanti e promettenti del conservatorismo italiano e sulla questione americana ha le idee piuttosto chiare.
Cosa pensi dell’assalto al Congresso degli Stati Uniti avvenuto ieri ad opera dei sostenitori di Trump?
La mia è una prospettiva di ambito conservatore, in occasione delle presidenziali di novembre, dovendo scegliere tra Biden e Trump avrei sicuramente votato Trump, detto ciò quello che è accaduto ieri è inaccettabile, contraddice con i principi e i valori della destra americana come il concetto di law and order. Manifestare è lecito, è espressione della democrazia fino a quando si tratta di manifestazioni pacifiche, nel momento in cui però assalti il parlamento ed entri con la forza in un luogo che ha un forte valore simbolico, un luogo deputato al rispetto della democrazia, in questo caso un gesto del genere va condannato senza ambiguità.
Dopo quanto è accaduto voteresti comunque Trump?
Questo non lo so, bisognerebbe fare un’analisi da qua ai prossimi 4 anni, è chiaro che quello che è accaduto ieri ha segnato un punto di cesura all’interno del mondo repubblicano americano. Lo stesso vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence, che in realtà è il vero conservatore all’interno dell’amministrazione Trump, ( perchè diciamoci la verità, Trump non è mai stato un conservatore), ha preso in modo netto le distanze da quanto è accaduto ieri e da certe sue dichiarazioni degli ultimi giorni, così come hanno fatto molti esponenti repubblicani, basta leggere le analisi pubblicate su American Conservative per rendersene conto. Il punto è che ad oggi nella destra americana non c’è una figura di rilievo con lo stesso carisma e seguito di Trump, manca un leader alternativo, da capire se verrà fuori da qui ai prossimi 4 anni.
Secondo te ci sono i presupposti per far si che quello che è accaduto negli Stati Uniti possa accadere anche in Italia?
Non credo, in Italia non potrebbe accadere per una serie di motivazioni, anzitutto la destra italiana è una destra democratica, è una destra che si riconosce in quelli che sono i valori della costituzione. Sono in primis i leader di partito e anche gli stessi elettori a non voler compiere degli atti che possano mettere in pericolo il valore del parlamento, negli scorsi mesi ci sono state molte manifestazioni ma tutte pacifiche. Anche se pensiamo a fatti meno recenti, per esempio le elezioni del 2006 quando Berlusconi denunciò brogli elettorali da parte della sinistra non si arrivò mai a nulla del genere. Ma con gli Stati Uniti ci sono molte differenze anche di natura storica, negli Usa all'interno della destra estremista ci sono sempre state frange più rivoluzionarie rispetto alla destra italiana, per questo tenderei ad escludere la possibilità che fatti del genere possano capitare in Italia.
Che rapporti hai con i partiti di destra italiana?
Ho dei rapporti di collaborazione dal punto di vista culturale e politico ma non ho tessere di partito, sono presidente della fondazione Tatarella, una delle poche fondazioni di destra riconosciute dal ministero ma non mi occupo attivamente di politica. Intrattengo rapporti con i maggiori partiti della destra come Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega e con i leader di partito da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, rivesto però un ruolo per così dire di carattere metapolitico senza svolgere mai attività di partito.
Ti hanno mai chiesto di entrare in politica? Lo faresti?
Non mi sono mai posto il problema, ad oggi è una cosa a cui non penso, non essendo neanche nell’imminenza delle elezioni non è tra le mie priorità. Al momento mi concentro sulla mia associazione Nazione Futura che ha più di 50 circoli in tutta Italia e migliaia di iscritti, con cui organizzo diversi eventi e attività di carattere politico e culturale e ho in programma diversi progetti, poi in futuro si vedrà.