Sta per arrivare il nuovo e atteso romanzo di Nicola Lagioia. Lo scrittore pugliese, premio Strega 2015 e direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino, in un lungo post su Facebook ha svelato il dietro le quinte di uno dei casi di cronaca nera più sconvolgenti degli ultimi anni.
Il post di Nicola Lagioia
Uscirà il prossimo 20 ottobre "La città dei vivi".
È il libro a cui ho lavorato negli ultimi anni, e che racconta un tragico fatto di cronaca risalente al 2016. Agli inizi di marzo di quell'anno, a Roma, in un appartamento di via Igino Giordani, Luca Varani, un ragazzo di 23 anni, fu trovato morto dopo essere stato torturato per ore da due trentenni, Marco Prato e Manuel Foffo. Il caso, qualcuno lo ricorderà, scatenò un gran clamore. Ne parlarono i telegiornali e i talk show. Sui quotidiani tenne banco per mesi. A colpire, credo, fu l'inspiegabile alla luce del sole. Non c'erano colpevoli da scoprire, non c'erano latitanti da inseguire, non c'era un vero movente. A maggior ragione era difficile comprendere come due ragazzi considerati "normali" fino al giorno prima si fossero resi responsabili di un delitto così orrendo.
Ricordo quando ascoltai la notizia al telegiornale. Per ragioni che provo a raccontare nel libro, e che allora mi erano meno chiare di adesso, sentii un violento senso di appartenenza a quella storia. La sensazione fu simile a quando, per strada, ritrovi su un passante i tratti di una persona che non vedi da tempo, con cui c'è un conto ancora aperto. Credo sia il motivo per il quale ho trascorso poi gli anni successivi a girare per Roma, a raccogliere senza sosta materiale, a leggere gli atti, i documenti, le intercettazioni, ma soprattutto a parlare con la gente, a incontrare persone coinvolte a diverso titolo con la vicenda.
Via via che mi immergevo nella storia provavo a fare ciò che credo debba fare la letteratura in questi casi: non sostituirsi alla giustizia, ma provare a capire, e raccontare. Soprattutto perché nel dramma che travolge i protagonisti della vicenda sono a volte riconoscibili anche la solitudine, la frustrazione, le velleità, le segrete speranze di molti di noi. La compassione come strumento conoscitivo, il dubbio come sentinella.
Ringrazio chi mi ha aiutato in questa lunga ricerca.