image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

La Tv è in gran forma, è la pubblicità che fa schifo

  • di Ray Banhoff Ray Banhoff

22 agosto 2020

La Tv è in gran forma, è la pubblicità che fa schifo
A sentir parlare gli esperti la Tv doveva essere morta da anni. Internet l’avrebbe spazzata via, la gente si sarebbe evoluta, nessuno avrebbe avuto più voglia di sorbirsi pattume da tubo catodico, uno strumento così “volgare”, adatto all’oblio del popolino più che alla coscienza del Popolo. Il must degli intellettualodi è sempre stato: "Io in casa non ho la tv". E invece...

di Ray Banhoff Ray Banhoff

E invece la Tv è migliorata, con un unico meccanismo perverso: il devastante deterioramento della pubblicità.

Gli schermi piatti ultra definiti venduti in comode rate hanno ammaliato tutti, rendendoli prima scettici al 4k perché “rovina l’effetto cinema”, poi dipendenti dall’Oled, la nuova tecnologia ultra definita.

Il digitale terrestre ha fatto il resto: decine di canali sempre più settoriali, di nicchia, da intrippati. Tolti i primi nove del telecomando, la Tv generalista, si apre un ventaglio di possibilità infinito. Se siete amanti del cinema in questi giorni su Iris potete tranquillamente vedere Cronenberg, Malick e Terry Gilliam di primo mattino, oppure saghe dell’ispettore Callaghan in piena notte e western con le musiche di Morricone su Rai Movie o Spike. Poi ci sono i canali da intrippati, con i programmi sui ciccioni che scoppiano di cibo e quello è il regno di Real Time, DMax o Nove; che cuciono su misura delle nostre perversioni le storie dei casi umani. Adoro programmi come Malati di Pulito o Malattie misteriose. Quello è il genere di pattume che amo guardare per distrarmi. 

Yo-Yo e Gulp per i bambini e se poi volete upgradarli a un livello di coscienza superiore ci sono canali interi dedicati ai documentari e animali letali. Per gli appassionati di crime come me la tv è una festa. Su Nove e Giallo avete criminali e mogli assassine h24: Donne Mortali, Delitto imperfetto, Ce l’avevo quasi fatta. Non sono titoli entusiasmanti? Vuoi farti il lavaggio del cervello: Vado a vivere nel nulla, Banco dei Pugni, Case infestate, Clima del terzo tipo. Adoooro.

20200822 101551767 8136
L'ispettore Callaghan

La Tv è uno strumento e come ogni strumento dipende da come lo si usa. Vanno lette le istruzioni. 

Il vero tema non è quindi la Tv, ma la pubblicità. Se la Tv è considerata cretina, allora la pubblicità cosa è? 

Vocette in falsetto parlano ad adulti come se fossero incapaci di intendere e di volere, scenette stereotipate ti inducono a sentirti insicuro senza un determinato prodotto. Se guardi la tv di sera ti rendi conto che hai un solo bisogno nella tua vita: l’auto. Devi comprarti una macchina da vincente (spot di moto non se ne sono mai visti, idem di motorini o biciclette). Negli spot sulle auto (che dominano la fascia serale) ci sono musiche accattivanti, pensieri filosofici (io sono ciò che guido), musiche trionfali e promesse di successo. Per questo in giro vedi tizi in ciabatte che guidano il macchinone, il prodotto finisce in mano a quel genere di clienti. Ah, per inciso, non vedrete mai una donna che guida un’auto in una pubblicità. A quanto pare l’auto è un prodotto maschile per il mercato. E se lo dice il mercato è vero per forza.

20200822 101754689 4216
Come dice il detto: donna al volante...

Oppure ci sono le pubblicità per deficienti. Quelle in cui degli attori si mascherano da batteri e viaggiano nel corpo umano, poi arriva lo spruzzino gigante per il mal di gola e li sconfigge. Le donne sono molto utilizzate nella pubblicità per il dentifricio con i loro sorrisi abbaglianti e in quelle per la cura della persona (creme spalmate su corpi stupendi, culi di fuori etc). Idem per la cura della persona, ci vuole lo shampoo alla provitamina-b e il filler Venus. La forfora va combattuta per essere come Buffon testimonial Head & Shoulders. Se per caso vi imbattete in una televendita, vi sembrerà il 1980. Troverete i soliti materassi in vendita e chi c’è sopra col sorriso plastico inebetito e il costume da bagno? Una donna! mai un uomo.

Vent’anni fa i film su Canale 5 iniziavano alle 20,30. Adesso iniziano alle 21,30 e durano fino a mezzanotte, spezzati continuamente da blocchi pubblicitari, spropositati. Ok che ce la date gratis questa roba, ma così equivale alla cura Ludovico Van.

Vedi anche

Da Nanni Moretti alla Dark Polo Gang. Ecco perché ci manca la Tv anni ‘70

Tag

  • Televisione

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Ray Banhoff Ray Banhoff

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Parente e il #bodypositive di Arisa: “Ecco perché preferire ancora Ornella Muti”

di Massimiliano Parente

Parente e il #bodypositive di Arisa: “Ecco perché preferire ancora Ornella Muti”
Next Next

Parente e il #bodypositive di Arisa: “Ecco perché preferire...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy