Filippo Timi porta in scena "Scopate sentimentali - Esercizi di sparizione", uno spettacolo che suona come un'evoluzione di "Comizi d'amore", e quindi dedicato a Pier Paolo Pasolini, di cui quest'anno si celebrano i 100 anni dalla nascita.
Un'opera inedita, coadiuvata da Rodrigo D’Erasmo, violinista e polistrumentista degli Afterhours, e Mario Conte, sperimentatore di musica elettronica, e in programma questa domenica, 29 maggio, nello spazio dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti di Milano, dopo la due giorni di Mantova.
L'idea della messa in scena nasce da una chiamata di Vasco Brondi, direttore artistico della rassegna “Una disperata vitalità, Conversazioni con Pier Paolo Pasolini”, tenutasi proprio a Mantova, e dedicata per l’appunto al poeta, regista e scrittore. Brondi ha sollecitato Timi e D'Erasmo a preparare qualcosa insieme, visto che già in passato avevano sperimentato su Pasolini. E il musicista ha deciso di coinvolgere anche Conte, per ampliare il progetto.
Così, col pretesto dell'appuntamento in programma, incontriamo i tre artisti per una chiacchierata, che parte inevitabilmente da Pasolini, e finisce... con Blanco!
Scopate sentimentali, già il titolo è fortemente pasoliniano...
Lo ribattezziamo "Comizi d'amore 2.0" - risponde Timi - in cui sono presenti ambedue gli aspetti di Pasolini, ossia la forza selvaggia di un vulcano, per la scrittura viscerale, ma trasportata in poetiche sublimi. Quindi proviamo ad unire questi due colori, con lo sguardo sulla periferia, sulla ricchezza-povera di quel mondo che non gli apparteneva, ma di cui parlava. In questo senso il titolo è sì, fortemente pasoliniano.
Cosa vedremo in scena? E come avete ideato lo spettacolo?
Si tratta di uno spettacolo corale - riprende D’Erasmo - un'opera a sei mani. E anche dal punto di vista performativo è un lavoro a tre corpi e tre teste, e una voce, quella di Filippo. Ma anche io e Mario, in realtà, abbiamo le nostre voci, che sono gli strumenti in dialogo con lui. Mentre l'idea nasce da una chiamata di Vasco Brondi per il festival dedicato a Pasolini, a Mantova. Vasco mi ha chiesto di coinvolgere Filippo, sapendo che anni fa avevamo già sperimentato sul tema. E ho aggiunto Mario, per un'occasione che ci ha colto pronti per misurarci con uno spettacolo inedito.
Tradotto nella realtà, le "scopate sentimentali" con chi si fanno?
"Risponde Mario", ridono, ma poi interviene Filippo: si fanno col pubblico. Siamo pronti a scopare sentimentalmente con chiunque.
Cosa insegna Pasolini alle nuove generazioni?
Diciamo che è necessario ricercare le risposte nel posto più difficile - commenta Conte - per cercare di ottenere qualche consapevolezza. Infatti è essenziale la capacità di astrazione e coraggio, in un'epoca in cui i punti di riferimento sono completamente scomparsi. E per citare Vasco Brondi: "Oggi Pasolini è celebrato, ma se fosse vivo, lo sarebbe ugualmente?". Questo perchè era un personaggio talmente scomodo, che ci risulta difficile credere l'inverso. E aggiunge Filippo: Pasolini direbbe ai giovani "non basta essere giovani per fare i giovani". Per dire, tutte le volte che parlo con Bellocchio, che ha più di 80 anni, sento che mi dà una pizza. Insomma, non è sufficiente essere ragazzi, bisogna saper usare quell'energia.
E commenta Rodrigo: ma parliamo di una generazione diversa, di intellettuali che a 20 anni avevano già una consapevolezza universale, che ci concede un lascito incredibile.
Chi vi ispira politicamente?
Mi ispira solamente l'arte - risponde Timi - In fondo qualsiasi gesto artistico è un gesto politico, anche se indiretto. Quando ho fatto lo spettacolo su mia zia handicappata, immaginavo il suo mondo interiore, e quello era un gesto politico.
Riprende D'Erasmo: sicuramente affrontare Pasolini è un atto coraggioso e incosciente, che trasforma l'arte in un moto politico. Invece, quando perdi l'inconscienza, spesso e volentieri rientri nel cliché. Ecco - ricomincia - Timi - Pasolini non è mai strategico, è questo che lo rende grandioso, perché è de "core", ma con una lucidità di pensiero in cui in confronto tutto è decadenza, tutto è un reggiseno sfatto.
E su Blanco molestato, che mi dite?
Ah, la storia della pischella che gli ha messo la mano sul pacco mentre cantava?
A voi è mai capito?
“Purtroppo no”, rispondono tutti e tre con ironia. Ma adesso - riprendono in coro- mi sembra davvero che si esageri. Se questa è una molestia...
E l'ultima volta che vi siete emozionati?
Commenta Rodrigo: l'altro giorno, sul palco, Filippo ha scelto di usare "Grande", una canzone degli Afterhours, e sentirla in quel contesto, con un significato profondo ma anche differente, e dopo due anni di pandemia, ci ha emozionato moltissimo. È stata una botta pazzesca.