Il 9 ottobre del 1940 il mondo ha visto nascere un genio. Un artista totale, che in questo sciagurato 2020 avrebbe compiuto 80 anni. E anche in Italia la memoria di John Lennon verrà celebrata alla grande, con un evento unico nel suo genere come LENNON80, un concerto totalmente in streaming – in linea con pandemia e distanziamento sociale – che è organizzato e prodotto da LIVE ALL e in collaborazione con Rolling Stone Italia. L’evento, previsto per il 16 novembre, aprirà i concerti della Milano Music Week e sarà trasmesso dal Fabrique di Milano con la conduzione di Lodovica Comello.
Tantissimi gli artisti che hanno già confermato la loro presenza, come Morgan, Arisa, i Selton, Noemi, Federico Poggipollini, Cristiano Godano, Dente, Omar Pedrini, Ketama126, Galeffi, Leo Pari e Filippo Graziani, che si esibiranno supportati da una resident band di grandissimo livello composta da Marco Carusino (I Cosi), Gianluca de Rubertis, (Il Genio), Roberto Dell’Era (Afterhours, The Winstons), Danysol, Sebastiano Forte, Walzer, Enrico Gabrielli, (Calibro 35, PJ Harvey), Lino Gitto (The Winstons) e Andrea Pesce (Tiromancino).
I biglietti sono acquistabili su Ticketmaster.
Per ricordare quanto ancora sia presente John Lennon nella mente e nei cuori dei musicisti di tutto il mondo e anche capire meglio la natura di questa originalissima rassegna, abbiamo intervistato Danysol, una delle anime di LENNON80.
Nel presentare il vostro evento parlate di John Lennon al presente, come mai?
Se John Lennon fosse vivo sarebbe una figura assolutamente contemporanea, sia come musicista che come opinion leader. Uso questo termine non a caso. Oggi dare un'opinione è diventato un lavoro. Prova a cercare su Wikipedia il termine opinionista, fa sorridere: "Uno che va in una trasmissione televisiva o radiofonica a dissertare di costume, società, politica senza riguardo alla professione esercitata o alle competenze sulla materia". Vorrei ridare a questa parola il prestigio che aveva nei saloni del Cafè Guerbois di Parigi. Parlo di figure carismatiche capaci di aguzzare la mente, ispirare, incoraggiare la ricerca e caricare di entusiasmo. Questo è John Lennon. Ne parliamo al presente forse anche per esorcizzare questo momento di grande smarrimento, in cui abbiamo un enorme bisogno di riferimenti illuminanti, di essere lucidi e allo stesso tempo non lasciare indietro alcun sogno, né la poesia.
Cosa rappresenta ancora oggi Lennon per un musicista?
Uno che “c'aveva i pezzi”. Tutto quello che scriveva era assolutamente credibile, perché fedele a sé stesso. Non c'è una distinzione, tra cantautore e pensatore, tra personaggio e persona, non ci sono maschere. Le sue canzoni sono delle istantanee di nuda verità, della sua poetica, delle sue emozioni, delle sue idee espresse sempre in modo comprensibile. E quando la musica è sincera si sente. Se poi ci metti dentro tanto talento, cultura e visione. Per non parlare di quelle melodie così belle. Bisogna solo studiare o smettere di fare il musicista. Pare che a Lennon non piacesse la sua voce, la trovava nasale, eppure solo lui poteva essere così potente nel dire:
"I don't believe in Beatles
I just believe in me
Yoko and me
And that's reality" .
Pensi : "Che matto questo!" e subito dopo : "Porca miseria!".
Riesci a immaginare Lennon oggi che musica farebbe?
Secondo Yoko Ono, con ogni probabilità oggi sarebbe un rapper. È quello che dice nella prefazione all'intervista integrale che Wenner fece a Lennon nel 1970 per Rolling Stone. Effettivamente è uno dei linguaggi che a modo uso da qualche parte ha già usato. Nel suo percorso artistico , compreso quello coi Beatles, ci sono contaminazioni di ogni genere, classica, sinfonica, psichedelia, punk, pop, rock. A John Lennon piaceva sperimentare e immagino che avrebbe toccato l'elettronica per esempio.
Per tutte queste ragioni, avete deciso di omaggiarlo con un grande evento in linea con i tempi e cioè online. Sono tantissimi gli artisti che hanno aderito, forse tutti i migliori della scena rock.
Sinceramente, se avessimo potuto, avremmo rivolto l'invito a tutti i musicisti del pianeta, perché la riconoscenza che abbiamo verso quest' artista è enorme. Parlo per me , ma penso di potermi esprimere anche a nome delle altre tre persone che insieme a me hanno dato vita a questa iniziativa. Roberto Dellera, Lino Gitto e Andrea Pesce. Abbiamo inizialmente parlato con gli amici musicisti più vicini a noi ma ovviamente anche alla musica di Lennon. Poi abbiamo fatto i conti con delle problematiche logistiche. In questo momento non è facile condividere il palco con molte persone, per cui abbiamo dovuto per esempio escludere le band, perché è vietato scambiarsi gli strumenti come tutta l'attrezzatura da palco, per il distanziamento e tutte le disposizioni anti Covid. Così abbiamo seguito due linee di pensiero: ci siamo rivolti a musicisti che potessero condividere il pensiero di questa celebrazione e a qualche esponente della nuova generazione, apparentemente distante, ma che in realtà poteva essere un veicolo del patrimonio musicale di Lennon, verso un pubblico, che purtroppo non lo conosce. Ecco dunque Morgan, Cristiano Godano, The Winstons, Omar Pedrini e Ketama 126, Galeffi , Arisa, Noem e tanti altri.
Questo evento, però, non ha solo un intento artistico, ma anche un indirizzo di sostegno al mondo degli spettacoli duramente colpito durante questa pandemia. In che modo?
Era più di un anno che pensavamo a questo concerto evento con Andrea Pesce appunto dell'Angelo Mai di Roma, dove dieci anni prima si erano celebrativi 70 anni di John Lennon. A settembre di quest'anno eravamo abbastanza scoraggiati sulla possibilità di poterlo realizzare. Abbiamo provato cmq a metterlo in piedi, ma non era sostenibile. Mi spiego: a ottobre c'era ancora la possibilità di fare dei concerti con pubblico, ma pubblico seduto e distante, vuol dire che se hai una capienza di 1000 persone ce ne puoi mettere 100. Sparo dei numeri più o meno a caso ma molto vicini alla realtà, per intenderci. Quindi per quanto uno lo possa fare per amore del progetto ci sono dei costi di produzione che non si riuscivamo a coprire con i costi dei biglietti. È stato un caso, averne parlato prima con Marco Dell'era, Direttore Artistico di Live- All, piattaforma web e mobile per lo streaming di eventi live e poi con Luca De Gennaro, direttore artistico della Milano Music Week, al quale abbiamo fatto la nostra proposta per entrare nella loro programmazione. "Sound Values" è il titolo evocativo di questa nuova edizione che ha lo scopo di far parlare e riflettere sul valore della musica a 360°. Media partner dell'evento è Rolling Stone, perfetto per la storia rock'n'roll che vogliamo raccontare. È stato abbastanza naturale far sposare tutte questa opportunità, ovvero la necessità di affrontare le nuove condizioni del nostro lavoro. Quello di lavorare in sicurezza. È questo il tema che abbiamo sviluppato insieme a Live- All, produttore dell'evento, integrando un nuovo modo di fare intrattenimento quando l'alternativa sarebbe far morire il nostro lavoro. E per tornare al tema della prima domanda, se oggi fosse vivo, John Lennon sarebbe parte attiva di questo villaggio globale. In questo modo vorremmo dare un segnale importante per il nostro lavoro e condividerlo con i nostri fratelli, che sono non solo i nostri colleghi e tutte le figure professionali che contribuiscono alla realizzazione dei concerti degli spettacoli, ma anche tutte le persone che ascoltano musica. Perchè non si può pensare alla vita senza musica. Tutto il ricavato, tolti i costi di produzione andrà al Fondo Covid 19 SOSTENIAMO LA MUSICA. Quindi sosteniamo la Musica.
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