"Ehi ciao, come va?"
Abbiamo tutti ricevuto questo preciso messaggio da un ex, quell'ex, a distanza di mesi dalla rottura (sentimentale e non solo). E, almeno una volta nella vita, ci siamo ricascati col tipico entusiasmo di quando si corre incontro a un calcio in faccia, portandoci poi a casa l'ennesima, sventricolante sòla. Ebbene, questo a Prime Video accade ogni anno, quando c'è da buttar giù i palinsesti di stagione e, per qualche insondabile motivo, la piattaforma decide di dare una nuova chance a un format oramai bollito come Lol 4 - Chi ride è fuori. Giunto alla quarta edizione, il programma vivacchia nel mirabile ricordo della sua prima venuta, quando stavamo tutti in lockdown e forse anche per questo lo avevamo trovato spassosissimo. Poi, una lenta discesa agli inferi del tedio tra cast spompo già prima di cominciare, "conduzione" tirata avanti a risatine randomiche e profondo disagio da parte del pubblico tutto. Quello che poteva essere un bel souvenir televisivo, si è così trasformato in una delusione continua. Il fatto che stavolta, complice la scelta di comici un po' meno sopiti, sia un filo meglio del solito, è solo pia illusione: pure quando si torna con l'ex, alle volte, va meno peggio di quanto previsto. Ma questo non significa che ci sia davvero un futuro, lo sappiamo, lo abbiamo dolorosamente vissuto. Oramai non ci ricaschiamo più. Forse. E rieccoci qua, a raccogliere i cocci delle nostre speranze nuovamente disattese. Come da copione.
Sulla carta, per questa quarta tragicomica covata, il cast prometteva bene assai: Rocco Tanica, Diego Abatantuono, Angela Finocchiaro, Giorgio Panariello, Lucia Ocone sono le star da cui era legittimo aspettarsi grandi cose. Un po' come l'ex che torna a farsi sentire e salta fuori che si è pure iscritto in palestra, ci va tutti i giorni, è certamente una persona migliore. Poi, le incognite: lo stand up comedian Edoardo Ferrario (che si sarebbe prestato al gioco del mainstream o avrebbe, come altri prima di lui, peccato di spocchia?), il bravo Maurizio Lastrico (che poteva funzionare anche in questo contesto? Chissà), l'attore Claudio Santamaria (a occhio pareva un po' trova l'intruso) e la tradizionale tassa sciacalla Aurora Leone in quota "pippa ar sugo" dell'edizione. Perché senza un membro dei Jackal, non è possibile nemmeno concepire alcun programma tv. È sacra legge non scritta dell'ambiente, da osservare pedissequamente senza mai farsi domande. Vuolsi così colà dove si puote. Dove si puote ferire il buongusto del pubblico tutto.
Le prime quattro puntate non sono state del tutto spiacevoli, va detto. La linguaccia biforcuta di Ferrario che, con la voce del compianto Mike Bongiorno, offre codeina è uno di quei momenti cult come non se ne vedavano da tempi d'oro in questi sciagurati lidi. Protagonista assoluto Diego Abatantuono che dal secondo zero non ne può già più e disprezza tutto e tutti, compresi i tramezzini ("l'unica cosa che fa ridere qui dentro. Che buffet ridicolo, mancano solo le polpette alla m*rda!"). Infatti, se ne tira fuori con un paio di risate pretestuose nel più breve tempo possibile, incarnando il sentiment (parola sempre orrenda!) del telespettatore medio che, finalmente, tramite questa eccezionale e scocciatissima partecipazione, ottiene la giustizia che merita, viene rappresentato in tutto l'esacerbato scorno che pur prova nei confronti della trasmissione.
Un vero piacere rivedere in tv Lucia Ocone con la sua sempre perfetta e burinissima televenditrice Veronica nonché nei panni di Mina, ispirata per le sue canzoni "dai bonifici". Rocco Tanica ripropone le proprie surreali rassegne stampa ed è impossibile non ridere, anche se oramai questo sketch ci fa compagnia da almeno una ventina d'anni. Ma, se non altro, riesce a rinnovarsi ogni volta. Chi proprio non ha intenzione di cambiare una virgola, invece, è Giorgio Panariello che si ingabbia nelle paludate frecciatine al collegamicodaunavita Leonardo Pieraccioni, entrando di nuovo nei panni di... Indovinate un po'? Esatto, Renato Zero. Avanguardia purissima. Funziona, invece, Maurizio Lastrico che sussurra crudissime verità all'orecchio di Fedez ("Federico, tu hai il Male dentro, io posso vederlo. Devi liberarti da tutta la m*rda che proviene dal Bosco Verticale"). E, nella speranza che il rapper (?) esegua quanto suggerito in quel di Belve, dell'attore appreziamo anche la tigna tipicamente genovese: non gli importa di niente e nessuno, non ride quasi mai "perché noi a Genova siamo fatti così". Spietatatamente ligure.
Claudio Santamaria entra in scena travestito da Santa Vergine di Guadalupe e fa centro, peccato che poi le telecamere dello show si dimentichino di lui. Speriamo gli venga resa giustizia nelle prossime due puntate perché l'attore ha un altissimo potenziale di locura, lo abbiamo ben visto nelle ospitate tv degli ultimi mesi, dove è riuscito a dominare la scena perfino al GialappaShow. Angela Finocchiaro si produce in un'unica gag interessante quando balla il can can col naso. Ma ammette subito, onore alla sua onestà intellettuale, di averla copiata dall'edizione tedesca di Lol 4. Perché, insomma, lavorare stanca. Nota dolentissima, Aurora Leone. Colei che detiene perfino uno special Prime Video a proprio nome, cosa che in pochissimi possono vantare nel nostro bello e sciagurato Paese, non fa ridere mai. E più si impegna, più si impantana. È come restare a guardare un pesce arpionato all'amo che si dimena per darsi l'illusione di non essere ancora spacciato. Tutti i partecipanti la sfottono ("Alla fine hanno chiamato pure te, eh? Che bello, così finiscono i Jackal!"), lei fa buon viso a cattivo gioco, definendo il collettivo da cui proviene "una tassa". Se è qualcun altro a dirlo, però, lacrima sangue e/o accusa di sessismo spinto. Ma questa è un'altra storia. Inspiegabilmente, ottiene pure un riconoscimento, ossia "la perla" per la miglior battuta, probabilmente conferitole per regalarle cinque minuti in cui potesse piantarla di mettersi in imbarazzo da sola. Al momento enorme mistero (non) buffo, la presenza di tal Lunanzio, vincitore di Lol - Talent Show che almeno dona una granitica certezza: se è arrivato primo questo qui, non ci arrischieremo mai a vedere la trasmissione, chissà che abissi tutti gli altri.
A prescindere da chi riesce a funzionare di più e chi, invece, fa mezzo scempio di se stesso, il problema di fondo di Lol 4 è proprio Lol, il format. Tutti i coinvolti, autori compresi, hanno perso il focus del programma: divertirsi improvvisando cose sceme, come si fa tra amici ubriachi. Nella prima edizione, c'erano fuoriclasse del cazzeggio come Katia Follesa, Frank Matano e perfino Angelo Pintus. I meme con le loro battute all'impronta furoreggiano ancora sui social e restano quotatissime reaction universali. Da lì in poi, purtroppo, i partecipanti hanno preso a portare in scena personaggi e sketch più o meno riusciti (qui, tra gli altri, i già citati Mina, Renato Zero, la rassegna stampa di Tanica) per fare il loro numerello e giustificare il cachet. Non è questo lo scopo, però, non siamo a Zelig.
La deriva dello show è oramai evidente e arcinota, la storia non può più funzionare. Ma Prime Video ci ricasca ogni anno, ridando una chance a questo ex (programma di successo) che, nei fatti, è stato solo un fuoco di paglia da lockdown. Se ne libererà - e ce ne libereremo - mai? No. Di relazioni inspiegabilmente tossiche la milionaria piattaforma di Besoz ne porta avanti parecchie. Basti pensare ai continui rinnovi concessi a Celebrity Hunted, format nato già scoppiato e totalmente incapace, al netto dei grandi nomi presenti nel cast, di attirare l'attenzione di chicchessia. "Ehi ciao, come va?". Prime Video deve urgentemente imparare a bloccare certi numeri che appartengono a un felice - ma spesso nemmeno troppo - passato. Perché no, non potrà andare meglio questa volta. Finirà sempre nella solita, trita e ritritissima sòla. Lo sappiamo, lo abbiamo dolorasemente vissuto. Oramai non ci ricaschiamo più. Se lallero.