Antonia con Valerio Mastandrea e Chiara Martegiani diretta da Chiara Malta è finalmente arrivata su Prime Video. È la storia di una donna, Antonia, che per molto tempo non ha voluto capire dove si nascondevano le lacerazioni del suo passato, ma che poi, al suo trentatreesimo compleanno, ha visto il suo piano di (auto) difesa fallire: Antonia se la prende con tutti, viene licenziata, e a seguito di un incidente, scopre di essere anche affetta da una malattia cronica “invisibile”, l’endometriosi. Qui comincia il suo viaggio, una discesa che la condurrà a molte verità, su di sé e sul suo rapporto con gli altri. Nel terzo episodio della serie, Antonia in compagnia di un suo nuovo amico accetta di incontrare una presunta sciamana che attraverso l’uso ripetuto del tamburo incita i partecipanti a compiere un viaggio mistico e immaginario nei meandri della propria mente. E sarà proprio in questa occasione che Antonia si avvicinerà al “perché” delle cose, al suo passato annodato, cercando di interpretare tutto quanto con in una mano la diagnosi della sua malattia e nell'altra la voglia di accettarsi e di essere fragile. Il suo è un cammino a ritroso verso quello che è andato storto nella sua vita, ispiratogli soltanto al compimento dei trentatré anni dal suo amore ritrovato per se stessa.
Antonia ha un grande pregio, riesce a sdoganare il mito della malattia invisibile, l’endometriosi, di cui soffrono più di tre milioni di donne soltanto in Italia (considerando solo quelle che hanno ricevuto la diagnosi) abituate da tutta la vita ad ascoltare dal partner, amica, o peggio ancora dal proprio ginecologo, frasi del tipo: “Perché ti fa male quando lo facciamo? Non ti va mai di fare sesso! Vabbè dai è solo il ciclo, prenditi un antidolorifico. Fai un figlio, così passa tutto”. Queste e decine di altre battutacce sono diventate oramai delle frasi fatte con cui le persone affette da questo problema convivono da anni. Ma ce la facciamo a fare un passo avanti, a sforzarci di capire l'altro, oppure no? Questa seria tv ci mostra un’alternativa non solo possibile, ma necessaria. Daniele Basilio di Fidelio, produttore insieme a Silvio Maselli e Groenlandia di Antonia, non la pensa poi così diversamente e ai microfoni di MOW ha detto che: “Viviamo in una società in cui qualunque cosa hai, la colpa è dello stress”. E c'ha ragione.
Questa è una serie in cui donne e uomini si confrontano su una malattia ma anche sul rispetto e il desiderio, ogni tanto dimenticato, di ascoltare l'altro. Basilio: “Quando Valerio Mastandrea ci ha proposto questo progetto ci ha colpito subito, perché era scritto in una maniera atipica, dal contenuto irriverente e con delle tematiche profonde. In più, aveva delle ambizioni diverse, uno sguardo internazionale”. Infatti, a uno spettatore attento non sarà sfuggito il più o meno palese rimando a Fleabag, la serie che indaga la sensibile e ipnotica finestra nella mente di una ragazza di Londra (Phoebe Waller-Bridge) e della sua vita. Vera. Antonia sembra un po' sua cugina, sopratutto per quello che riguarda la ripresa della ribellione della protagonista nei confronti delle convenzioni sociali e non solo... Come ci ha spiegato Daniele Basilio, questa dinamica 'sovversiva' è anche il tratto distintivo che caratterizza i lavori della stessa casa di produzione Fidelio, sempre attratta dalla forza di certe narrazioni femminili, che ha alle spalle dei gioiellini del cinema italiano emergente come Vetro, l'intenso thriller di Domenico Croce.